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Un blog creato da vocedimegaride il 09/11/2006

La voce di Megaride

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L'archivio delle video-news e delle interviste filmate per "La Voce di Megaride" è al link http://www.vocedimegaride.it/Fotoreportages.htm

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http://www.napoletano.info/auto.asp

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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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« CIOTTOLI E PAROLE SANTE ...SPEGNETE QUELLA RADIO! »

GIUSTIZIALISTI E PENNIVENDOLI DI REGIME: SOLITA MONNEZZA!

Tutto questo succede quando la sinistra protesta per il presunto bavaglio alla stampa. Nel mentre accusano gli altri, come accade per le tv, loro agiscono coi fatti.

da redazione
Riceviamo dalla stimatissima  "voce libera " 
www.legnostorto.com  con invito alla massima diffusione, questo APPELLO che sottoscriviamo, sentendoci corresponsabili poiché l’articolo pubblicato da IL LEGNO STORTO il 21 giugno 2009 e per il quale il PM Pier Camillo Davigo  ha querelato i responsabili della testata on line con richiesta di risarcimento per euri 100.000 è stato da NOI del Comitato Bruno Contrada per  La Voce di Megaride prodotto e ab origine DIFFUSO IN RETE “anche” a IL LEGNO STORTO, nei termini di una semplicissima condivisione di ideali e di temi d’attualità scarsamente trattati dai “pennivendoli di regime” e normalmente dibattuti in civilissimo agorà. Alla luce di questa insensata persecuzione ai danni de IL LEGNO STORTO da parte di “una parte” dello schieramento ideologico di certa magistratura “robespierrana” e troppo politicizzata per essere fine a se stessa, facciamo notare che a pie’ di pagina dell’articolo incriminato AD UN ANNO DALLA SUA ORIGINARIA PUBBLICAZIONE è stampata chiaramente la fonte, ovvero leggasi il preciso riferimento:  Post n°1120 pubblicato il 21 Giugno 2009 da http://blog.libero.it/lavocedimegaride - contributo da "ORA, ARRESTATECI TUTTI! - il libro proibito del Comitato Bruno Contrada" di prossima pubblicazione” . L’articolo in questione, titolato e revisionato in bozza da Marina Salvadore è del dottor Vittorio Zingales, medico, il quale non ha elencato altro che notizie già ampiamente diffuse dalla stampa locale messinese e supportate da fonti documentali, certificate, in suo possesso, essendo egli affermato professionista e autorevole cittadino di Barcellona  Pozzo di Gotto! Il brano incriminato era uno dei suoi contributi al libro tuttora in bozza “ORA, ARRESTATECI TUTTI! – il libro proibito del Comitato Bruno Contrada” che raccoglie una lunga serie di interventi sul PENSIERO e l’AZIONE di anni di attivismo del Comitato spontaneo Bruno Contrada, prodotti da numerosissimi sostenitori del più illustre “POLIZIOTTO” d’Europa che si ostinano tenacemente a condividere la tesi del “complotto” ai suoi danni, ritenendolo a giusta ragione un “capro espiatorio” e rivendicando la revisione del processo, del quale conoscono a menadito gli atti, le modalità e la localizzazione temporale e geopolitica. Il PENSARE non è REATO e buona parte della popolazione italiana esercita l’attitudine al LIBERO PENSIERO, svincolata dai lacci e lacciuòli dei diktat di regime, vivaddio! Tra l’altro, il contributo del dott. Zingales era solo uno DEI TANTI articoli pubblicati in quel periodo da La Voce di Megaride, afferenti lo scandalo del “pentito” magistrato di Barcellona Pozzo di Gotto, Olindo Canali, disinvolto magistrato del nord che ha operato da “colonizzatore” in Barcellona per lunghi anni, trionfando maldestramente, poi, nelle cronache del 2009 e PUNITO… con il PREMIO del trasferimento in “continente”; ergo, nulla di nuovo ne’ illazioni fantapolitiche si producevano a carico di questo discutibile esponente della magistratura. Tra l’altro, a supporto della tesi comune della malagiustizia applicata a scopi personali dal magistrato in questione, Zingales pubblicava documenti d’epoca già ampiamente resi pubblici dal compianto senatore questore Carmelo Santalco, vittima di vera e propria PERSECUZIONE GIUDIZIARIA unitamente al figlio, notissimo avvocato penalista cassazionista, distrutto a tutti i livelli da dieci anni di odissea giudiziaria che l’ha, poi, ritenuto INNOCENTE! Allora, ci dica Davigo, se non è nel DIRITTO di un UOMO denunciare i SOPRUSI dei POTERI FORTI, per affermare la propria DIGNITA’ ed ONORE orribilmente calpestati…  ma ci spieghi, Davigo, per quale acquisito PRIVILEGIO un magistrato che esercita lo jus necis et vitae, quando “uccide” per errore, determinazione o sventatezza un uomo innocente non PAGA; mentre se un chirurgo sbaglia in sala operatoria è radiato dall’albo, così come lo è un ingegnere il cui edificio crolla, o il ristoratore che cucina funghi velenosi… E’ proprio la teoria dei “veleni” a sostenere la nostra decodificazione logica di determinate epopee italiche altrimenti inintelleggibili! Ciò che ci onora è l’aver monetizzato in euri 100.000 uno dei nostri inserti… chissà il libro quale prezzo di copertina dovrà fissare, a questo punto!?... cioè, noi “volontari” del lavoro non remunerato valiamo molto pù di Santoro e Travaglio messi assieme… più dell’intera redazione di “Repubblica”! Chissà mai che da qui non parta un più roseo avvenire, soprattutto per Marina Salvadore, licenziata a maggio 2008 dopo anni di mobbing dalla P.A. ed il cui stupidissimo blog non sponsorizzato è stato “processato” a Milano, presso la medesima P.A. .. stranamente… nel luglio 2008, a licenziamento avvenuto! Certo, 100.000 euri tornerebbero più utili a lei che a VOI !


Carissimi lettori de Il Legno Storto, con grandissima amarezza vi annunciamo che in questi giorni il nostro giornale sta correndo il pericolo di essere chiuso.
Negli ultimi tempi, infatti, ben due magistrati, cioè il dr. Luigi Palamara e il dr. Pier Camillo Davigo, ci hanno querelato. Per l'esattezza la Procura di Roma ci ha comunicato (attraverso il quotidiano la Repubblica, divenuto ormai il "postino" e il "megafono" delle procure) che ha aperto un fascicolo per le
minacce che  noi avremmo formulato con questo articolo "A me quel Luca Palamara piace poco " nei confronti del dr. Palamara. Sono in corso indagini (siamo stati già chiamati dalla Digos di Milano) che, al momento, non sappiamo come e quando finiranno: ma è facile immaginare il peggio...  Giorni fa abbiamo poi ricevuto una citazione dal dr. Davigo che ci chiede 100.000 € per risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa per quest'altro articolo , pubblicato da noi il 21 giugno 2009, "Quel golpe che fece mezza fetecchia e cova sotto la cenere"
Per completare il quadro di quella che a noi pare una manovra per farci fuori dalla rete, circa due mesi fa abbiamo ricevuto un'altra querela dal sindaco di Montalto di Castro – Salvatore Carai del Partito Democratico – che si è sentito diffamato da
questo articolo che abbiamo pubblicato su il 27 ottobre 2009, "Montalto di Castro, in testa il Sindaco: “Lei ci stava”.
Al di là di ogni considerazione sul merito degli articoli, che agli occhi di chiunque li legga senza volontà punitive riterrebbe duri, certo, ma sempre nell'ambito del diritto di critica, la cosa che lascia esterrefatti è la rapidità con la quale sono state notificate le querele e/o l'avvio di indagini, quando si tratta di magistrati. Una denuncia per diffamazione di un qualunque cittadino verso qualcuno che non appartenga alla casta della magistratura, in Italia, impiegherebbe sicuramente anni per giungere a destinazione. Noi invece siamo chiamati a giudizio (querela del dr. Davigo) il prossimo 28 luglio per un articolo pubblicato il 21 giugno 2009. La giustizia insomma, quando vuole – cioè quando si tratta di uno di "loro" – dà prova di grande celerità ed efficienza: poco più di un anno. Nell'atto di notifica del dr. Davigo c'è applicata un'etichetta con la scritta: "Urgente". Chiaro il concetto: visto che si tratta di un "pezzo da novanta" della casta (la citazione del dr. Davigo comincia così: «L'odierno attore, attualmente in servizio presso la II sezione della Suprema Corte di Cassazione in qualità di Consigliere...») la giustizia deve fare il suo corso in tempi rapidissimi...
Sappiamo bene che, se il nostro giornale fosse schierato sul fronte delle Sinistre, a questo punto, davanti ad un episodio analogo, sarebbe già partita una crociata in nostra difesa, a sostegno della libertà di stampa e di opinione. L'Ordine dei Giornalisti farebbe fuoco e fiamme, il Sindacato minaccerebbe sfracelli. Ma noi non apparteniamo a questo schieramento, e dobbiamo aspettarci che in nostra difesa insorgano, forse, solo i nostri lettori, e qualche singolo amico e compagno di avventura. Chi si straccia le vesti per i provvedimenti in discussione intorno alle intercettazioni ed alla "libertà" negata tenga conto del fatto che qui su Il Legno Storto si cerca di difendere la libertà di discutere e di criticare, di contribuire alla crescita di una società politicamente "adulta". Là si lotta per il diritto di pubblicare gossip o accuse ancora tutte da dimostrare.
Questa è la situazione. E siccome non possiamo permetterci di confrontarci – a nostre spese – con forze tanto preponderanti, indipendentemente dalla ragione che pensiamo di avere non ci resta che valutare l'ipotesi di chiudere. Con buona pace di chi ancora ritiene che davvero il monopolio mediatico sia nelle mani di Silvio Berlusconi.
In questi anni abbiamo cercato sempre di offrire ai nostri lettori materiale utile per un approfondimento dei dibattiti e delle idee. Abbiamo cercato di evitare sciocchi appiattimenti e adesioni acritiche, ma ci siamo anche sforzati di combattere quella cultura dominante del conformismo di sinistra, che tanto nuoce al nostro Paese.
Da domani il Web potrà avere una voce libera e liberale in meno, e l'ordine regnerà ancor più indisturbato intorno a una Magistratura che non ammette critiche. È una sconfitta per noi, certo, ma è anche un colpo per tutti coloro che ritengono sacrosanta la raccomandazione di Voltaire: battersi per consentire, a chi la pensa diversamente da noi, di esprimere liberamente la propria opinione. Oggi gran parte della magistratura combatte, non applica la legge, in omaggio al principio etico-politico che spetta ai magistrati il compito di raddrizzare il Legno Storto dell'umanità.
Adesso è arrivato il nostro turno. Il motivo principale per il quale nel 2002 aprimmo Il Legno Storto fu proprio tentare di denunciare e arginare, (nel nostro piccolo) la deriva giustizialista ormai dominante nel nostro Paese. Ora siamo cresciuti, e cominciamo davvero a dar fastidio. Le denunce che abbiamo ricevuto in questi giorni hanno come obiettivo principale di farci scomparire dal web. E più in fretta possibile.
A voi, nostri affezionati utenti ed amici, chiediamo di dare, come faremo anche noi, la massima diffusione alla notizia. È l'unica cose che possiamo fare per difenderci.

Un cordiale saluto,
Antonio Passaniti
Marco Cavallotti

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Commenti al Post:
vocedimegaride
vocedimegaride il 04/07/10 alle 16:55 via WEB
DIFFONDERE 04/07/2010 14:48 RESPONSABILITA' CIVILE DEI MAGISTRATI Il Comitato Nazionale "Cittadini per la Giustizia" credo sia stato il primo ad esprimere solidarietà attiva alla redazione de Il Legno Storto informando immediatamente giornali e associazioni collegate. Leggiamo con soddisfazione la pubblicazione su Libero di oggi a pag.15 di un trafiletto che, per quanto misero, è già un segnale positivo in merito alla questione di quanto sia urgente regolare un potere dello Stato autoelevatosi al di sopra dei poteri. Con ancora maggiore soddisfazione leggiamo il commento postato dal Comitato Bruno Contrada ritenendo a questo punto molto probabile una evoluzione positiva della querela per diffamazione e quant'altro subito da LS. Non solo: riteniamo questo fatto un ulteriore input alla battaglia intrapresa dal Comitato "Cittadini per la Giustizia! " ma ci spieghi, Davigo, per quale acquisito PRIVILEGIO un magistrato che esercita lo jus necis et vitae, quando “uccide” per errore, determinazione o sventatezza un uomo innocente non PAGA; mentre se un chirurgo sbaglia in sala operatoria è radiato dall’albo, così come lo è un ingegnere il cui edificio crolla, o il ristoratore che cucina funghi velenosi…" Il Comitato Giustizia(con l'aiuto di uno staff di volenterosi avvocati penalisti,civilisti e costituzionalisti nonchè di alcuni magistrati di alto rango)ha scritto un disegno di legge di iniziativa popolare che PREVEDE LA RIFORMA DELLA LEGGE 117/88 (lEGGE VASSALLI) IN MODO CHE IL MAGISTRATO CHE SBAGLIA RISARCISCA DI PERSONA LA VITTIMA DEL PROPRIO ERRORE. Il testo è stato già inviato al Governo e, in seguito al prolungato silenzio del MiniGius, è stata consegnata una lettera di protesta direttamente nelle mani di un Ministro. La risposta pubblica del Ministro Alfano di mettere mano,Deo Gratias, alla Riforma della Giustizia nel mese di Settembre corrobora la nostra linea che è quella di incalzare il Governo su una questione, quella della responsabilità civile diretta del magistrato, che è fortemente sentita da TUTTI i cittadini Italiani. Chi volesse ricevere il Testo di Legge elaborato può richiederlo a:comitatogiustizia@virgilio.it Facciamo presente che il caso Contrada è uno dei casi di cui si è occupato il Comitato Giustizia e cogliamo l'occasione per esprimere la massima solidarietà e ammirazione nei confronti del Comitato Contrada. Al Legno Storto invece la raccomandazione di non cedere in alcun modo in quanto non sono soli nella loro battaglia ! Siamo 30.000 gattacci brutti e spelacchiati ma determinati a portare in fondo questa lotta di libertà contro la malagiustizia !
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
vittorio zingales il 04/07/10 alle 18:24 via WEB
Continua lo stupro della giustizia e l'assassinio dello Stato di Diritto,questa volta quantificato in soli 100.000 miserabili euri.Si vuole tappare la bocca ai cittadini ONESTI,ai GIORNALISTI ONESTI del LegnoStorto e del nostro Comitato per la Giustizia.Si vuole violentare in maniera infame e vile il diritto all'informazione ed al libero pensiero.Tutto questo quantificato in quei 100 mila miserabili euri.Ma quanto si dovrebbe quantificare il comportamento delinquenziale di Canali reo confesso?Di un pm che ha rovinato vite e carriere?Di un pm che scientificamente ha fatto fuori i nemici dei comunisti?(egli stesso si dichiara rosso rosso rosso).Di rosso dovrebbe avere soltanto la vergogna sul viso per il male e gli atti criminali commessi.E si chiedono soltanto 100 mila euri per violentare oltremodo la libertà di espressione sancita dalla Costituzione?Se dovessimo quantificare gli sbagli premeditati di questi pm intoccabili al limite ed oltre il limite della mafiosità vera e propria,non basterbbe la Banca d'Italia a risarcire i poveri cristi colpiti dalla scure infame e vile di queste intoccabili divinità.
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 06/07/10 alle 01:04 via WEB
PROVE DI OSCURAMENTO E STATO DI POLIZIA Da tempo come uomini liberi che si battono per I diritti dei cittadini andiamo denunciando le strategie di potere dirette a mettere "il bavaglio" a quanti su posizioni antagoniste osano ancora fare controinformazione o comunque usare la mente e la penna in maniera non-conforme. Ma il "bavaglio" non è quello di cui cianciano i gazzettieri ed i togati che, comunque, rimangono superdifesi dalle norme che consentono loro di usare le intercettazioni per fini di parte. I pennivendoli e i giudici continuano e continueranno a colpire l'avversario di turno senza nulla pagare. Al più rimarrà la limitazione ad utilizzare il materiale d'indagine senza ricorrere con insistenza tutta italiana ai sedicenti "corvi" ed alle loro esternazioni trasformate, poi, in materiale di ricatto e di massacro dai giornalisti organici. Che sono, a ben intenderci, quelli che non conoscono il giornalismo d'inchiesta perché la loro attività da anni si è andata nel passare le veline che guardie e magistrati gli forniscono. Volgari passacarte e manipolatori di notizie "top secret". Noi non conosciamo interventi degli Ordini dei Giornalisti diretti alla difesa - peraltro istituzionale - dei loro associati colpevoli di aver scritto notizie considerate diffamatorie nei confronti dei potenti. Conosciamo bene, invece, Ordini - dei Giornalisti e degli Avvocati -che hanno immediatamente proceduto alla sospensione di loro iscritti perché colpevoli di "lesa democrazia". L'ex Presidente dell'Associazione per la Giustizia e il Diritto "Enzo Tortora" sen. Filiberto Scalone venne sospeso perché imputato pretestuosamente di concorso esteno con la mafia. Salvo poi essere andato assolto senza scuse da parte di quanti, al tempo, avrebbero dovuto difenderlo. E conosciamo il "caso" dell avv. Edoardo Longo sospeso dall'Ordine degli Avvocati di Pordenone per aver sostenuto una battaglia solitaria contro la corruzione di taluni magistrati. Solo due esempi, ma tanti potremmo farne. Ciò che qui c'interessa è assumere una posizione forte di difesa di quanti esercitano la loro attività professionale denunciando i comportamenti scandalosi di "toghe mozze" che non tollerano per arroganza e per supponenza di essere oggetto di critiche. Intendiamoci: non conosciamo casi di denunce da parte di magistrati di giornalisti organici. A questi tutto è consentito. Sappiamo bene, invece, quanto viene riservato agli eretici. E sappiamo bene ancora che, nell'ambito di una strategia mirata, costoro devono esser messi in condizione di non nuocere. Oscuramento, appunto, e stato di polizia. Come sostenemmo il mese scorso a proposito dell' "Operazione Militia" compiuta come test per giungere ad oscurare, con lo scontato alibi dell'antisemitismo, i siti antagonisti. Un'operazione che oggi si ripete con il giornale on line Legno Storto colpevole di aver avere "diffamato" taluni magistrati solo per aver usato il diritto di critica. Insomma per i "diversi" non c'è più spazio di presenza. Tant'è che tra le tante norme intervenute negli ultimi tempi ve ne è una che ha abolito la "tariffa ridotta" per la spedizione dei periodici introducendo la "tariffa piena" il che sta a dire lo strangolamento di fogli "alternativi" che non disponendo di fondi saranno costreti a chiudere. "Giustizia Giusta" è stata costretta a contrarre del 50% la tiratura castigando così la sua utenza composta per lo più da detenuti. E presto dovrà chiudere: per asfissia imposta da lor signori. Già anni fa si tentò di eliminarci attraverso una serie di azioni penali con tanto di richiesta di risarcimento del danno. Furono utilizzati (non avendo avuto i magistrati il coraggio di farlo in prima persona!) pentiti speciali. Ne indico due. Il Lupomannaro Angelo Izzo. La Corte in mia assenza mi condannò ad un anno di reclusione. Pena scomparsa in appello. L'ex capo dell'Ucigos Alessandro Milioni che pretendeva la mia condanna con conseguente risarcimento pecunario per avere io sostenuto - tra l'altro - la sua responsabilità nel cecchinaggio di Pier Luigi Pagliai. Fui assolto. E però si è continuato a tentare di colpirmi dando così ancora più spessore alla mia "professione di imputato". Cosa fare per cercare di bloccare le operazioni mirate dei camerieri delle banche? Dare diffusione alle notizie che ci vengono dal fronte di Legno Storto, fare nostre le loro denunce, offrire solidarietà militante. Operare da subito mettendo a punto le azioni più idonee per controbbattere le strategie di potere intese all'eliminazione delle voci del dissenso. Paolo Signorelli (GIUSTIZIA GIUSTA)
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 07/07/10 alle 11:02 via WEB
Ora Santoro perde una causa: voleva far chiudere un giornale di Paolo Bracalini Vota1 2 3 4 5 Risultato Il conduttore di "Annozero" si era sentito danneggiato e aveva chiesto 6 milioni. Invece dovrà pagare le spese. Si rifà in Rai dove dà ordini al presidente Garimberti: "In onda a settembre" Strumenti utili Carattere Salva l'articolo Invia a un amico Stampa Rss Condividi su Facebook Condividi su Twitter Commenti Condividi la tua opinione con gli altri lettori de ilGiornale.it Leggi tutti i commenti (3) Log in / Registrati alla community e lascia il tuo commento aiuto Roma - Rai per una notte, e direttore della Rai per un pomeriggio. Ma non era lui la vittima sacrificale di diktat e editti? Adesso invece è Michele Santoro a farli, direttamente e in persona, investendo presidenti di garanzia o giornali di provincia, rei di lesa maestà (ovviamente la sua). L’ultimo ultimatum è per Paolo Garimberti, l’ineffabile presidente Rai, cui Santoro ha scritto con la consueta grazia una simpatica letterina che contiene il seguente ordine: riferire al direttore generale che lui andrà in onda a settembre, cascasse il mondo, dopo le meritate vacanze nella nuova villa di Amalfi. E che si sbrigasse, questo signor presidente, e provvedesse immantinente a far togliere quell’odioso punto di domanda vicino al nome Annozero, nei palinsesti autunnali. Che si mettesse un punto e basta, comanda Santorescu, al limite un punto esclamativo. Non bastasse nemmeno questo, il giornalista ricorda quel che sanno benissimo gli uffici legali e la direzione generale Rai - ah, se lo sanno -, e cioè che «Annozero è in onda grazie a una sentenza del giudice confermata in Appello e che chiunque ne ostacolerà la regolare programmazione sarà personalmente responsabile». Garimberti avvisato, mezzo salvato. Forte della sentenza e di uno share invidiabile, pompato dall’aura di martirio in cui è maestro, è Santoro che comanda il presidente Rai, è lui che si autorinnova il mandato televisivo includendo se stesso nei programmi dell’anno a venire. Con un tono perentorio che i suoi collaboratori conoscono benissimo, a meno di non far parte della «Cupola», come in Rai chiamavano il cerchio ristretto dei fidati di Don Michele. Sembra di indovinare, nel campione dell’antibavaglio Santoro, un ego talmente vasto da farli sopportare male le decisioni avverse o le critiche. Infatti, lui paladino dell’informazione urticante e scomoda, appena può querela i giornali. Poi però, come ricorda lui alla Rai, ci sono le sentenze. E non sempre vanno nel verso sperato. Come quest’ultima, fresca di qualche giorno, località Rimini. Il tribunale della città romagnola ha appena rigettato l’atto di citazione fatto da Santoro quattro anni fa contro La Voce di Romagna, condannando l’anchorman a pagare le spese legali. La vicenda è esemplare per gli studiosi del santorismo, perché si vede - lo rileva il giudice - come Santoro applichi un metro diverso per sé e per gli altri giornalisti. Tutto parte da una puntata di Annozero del 2006, su San Marino, l’evasione fiscale, la bella vita dei furbetti, sparsi tra il Titano e Rimini, piccola capitale - nella vulgata santoresca - del briatorismo in salsa romagnola: tutti con lo yacht, tutti habitué del paradiso fiscale a due passi da casa. Normale che qualcuno si offendesse, e infatti è successo, tanto che la Voce di Romagna ha replicato facendo il verso a Santoro: se tutti in Riviera sono furbetti dall’evasione facile, Don Michele è uno di noi. E perché? Presto detto. Succede che la consorte di Santoro, la signora Sanya Podgayansky, sia figlia della seconda moglie di Iliano Annibali, famoso imprenditore della zona, proprietario di uno yacht, di una lussuosa villa a Covignano e con ottimi rapporti con San Marino. Insomma l’identikit perfetto del generico j’accuse santoriano ad Annozero. Una provocazione (meglio, «una operazione speculare a quella utilizzata da Annozero» scrive il giudice), che però Santoro aveva preso malissimo, citando in giudizio l’editore (Giovanni Celli, fratello dell’ex direttore generale Rai, una maledizione proprio...) e il direttore, con una richiesta di risarcimento danni esorbitante: 6 milioni e 200mila euro. La Voce aveva anche raccontato altri dettagli del Santoro in versione romagnola: i suoi soggiorni al Gran Hotel di Rimini (simbolo del lusso in Riviera), i lavori di ristrutturazione di una villa vicina a quella del suocero Annibali, sul colle di Covignano. Quanto basta per far infuriare il difensore della libera stampa e fargli chiedere il bavaglio per i presunti diffamatori. Il tribunale di Rimini però gli ha dato torto, e il 26 giugno ha stabilito che «gli scritti, nel loro complesso, non hanno travalicato il limite connesso all’esercizio del diritto di critica, ricorrendo all’esposizione di un fatto sostanzialmente vero». Chi di sentenza colpisce, di sentenza perisce
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

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I consigli di bellezza
di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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