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Soletudini

Post n°799 pubblicato il 11 Settembre 2008 da vocedimegaride
 

di Marina Salvadore

Da soli si nasce, da soli si muore! Credo che la solitudine non è degli anacoreti, degli eremiti, delle clarisse, dei bonzi, dei barboni, degli ergastolani. Tutt’altro! Liberi da ogni obbligo di formalità ed immagine, costoro affollano  di visioni, di sogni, di presenze la loro privilegiata "seconda vita", esente da obblighi, sussieghi e paure,  che scorre come l'olio, consapevole, in una socialità perfetta, impossibile a chi – per necessità o senso del dovere – è costretto ad estraniarsi da se stesso, a beneficio del vicino di casa, del capufficio, del caporale di giornata, della telecamera o del partito… del marito o della suocera, del collega invidioso. Del maestro… ma anche del discente! La solitudine vera è quella di Larissa, immigrata ucraina, laureata, insegnante di letteratura, figlia di eroe dell’Urss, venuta a Napoli a pulire i deretani di vecchie vajasse che non sanno chiamarla per nome, a lavare i piatti e le pignatte nelle cucine di isteriche signorette di vent’anni più giovani di lei, che passano il tempo a laccarsi le unghie ed a spararsi raggi ultravioletti nei saloni della "soletudine": assenza di sole. La solitudine di Larissa tocca i più alti vertici quando la sento, dal balcone accanto, parlare col cane del “padrone”, raccontargli cose nella sua lingua dolce. Ed ascolto i suoi silenzi, ansiosi di risposte che il cane non le darà mai. La solitudine di Ida, pasionaria reazionaria del più recente passato, eroina di cento battaglie civili, l’avverto in quel suo disperato attendere qualcuno che passi sotto il suo balcone e che accetti di aiutarla a comporre al telefono un numero che non riesce più a leggere sulla rubrica, da quando le stelle dei suoi occhi si sono irrimediabilmente spente.  La solitudine di Sabrina, alla quale non manca anche il superfluo, compreso tette precocemente rifatte due volte per essere à la page, è nella sua ostentazione della prefabbricata perfezione: madre, moglie, manager… soprattutto di domenica, quando il Napoli gioca in casa e lei, per dimostrare al mondo d’essere una donna libera, è costretta ad utilizzare l’abbonamento alla tribuna… che le dona un certo non so che di trasgressivo nel piccolo mondo delle cognate, dei suoceri, dei colleghi d’ufficio… ma io so bene che quella domenica sportiva lei preferirebbe trascorrerla in pigiama, a letto, a schiacciarsi con le unghie i punti neri, a leggere un Harmony e ad ascoltare Peppino Di Capri. Magari, a guardare una fiction melassa sulla tv nazionalpopolare; di quelle che, solitamente giura di non guardare mai. La solitudine del bell’Antonio, brillante comandante di navi da crociera, ambito giocattolo di femmine procaci e vacanziere senza pensieri, sempre in tiro con gli alamari d’oro sul doppiopetto bianco,  è quando affronta lunghe nottate di navigazione per distese oceaniche, in silenzioso colloquio con i ronzii dell'impianto radio e le spie luminose del ponte di comando, un’onda anomala da infilare col terzo occhio e l'intuito, i fuochi fatui all'orizzonte, un bicchiere di carta pieno di caffè all’americana ormai acidulo e freddo...  e lui che nei disegni delle nuvole che corrono sulla luna cerca sempre il volto di sua madre. La solitudine di Geppino, vecchio avaro senza un amico è quando la badante gli porta le prugne cotte, alla sera e gli augura l’asettica Buonanotte di circostanza. Gli spegne la lucetta sul comodino… ed i rimorsi lo afferrano… e la paura di vedere i morti tornare dall’aldilà per vendicarsi… Grande solitudine! I morti, di notte, non lo pensano proprio ed i vivi, di giorno, lo evitano. La solitudine è quella di Argo, il cane che mi ha adottata, nei suoi sonni disturbati e nell’ululato che mi fa ghiacciare il sangue nelle vene, ogni volta, per cui sono costretta a svegliarlo e a coccolarlo. Ecco! Se la solitudine avesse un sembiante, in quei pochi istanti che vanno dal sonno interrotto alla coscienza riacquisita per lieve dono di una carezza, gli occhi belli di Argo ne suggerirebbero il volto, il senso, l’essenza. La solitudine è quel fascio protonico sparato dal laboratorio del Cern che non aspetta altro che di scontrarsi con un altro fascio protonico, per morire, finalmente... e dar piena sperimentazione ad una solitudine più grande, quella di Dio!

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/09/08 alle 12:16 via WEB
Bello, bello, bello questo "pezzo" scritto forse tutto d'un fiato.
Questi sono i pezzi che io preferisco, che appaiono sfolgoranti ed improvvisi, a rischiarare d'un colpo un atmosfera a volte troppo uguale, troppo prevedibile, .....
E come sempre fanno riflettere e ci spingono ad una incontenibile introspezione.
Quindi, per entrare nel tema del post, tra tutte le solitudini io penso che la piu' terribile o almeno una delle piu' terribile e' la solitudine dell'intelligenza.
Ossia la constatazione di non avere nella propria cerchia di amicizie e conoscenze, la vicinanza di persone con cui possiamo dialogare "alla pari". Persone con cui dobbiamo sempre eccessivamente spiergarci, e anche dopo averlo fatto, non siamo mai sicuri essi abbiano afferrato appieno il significato delle cose ....
Mi fermo qui.
Brava Megaride e regalaci piu' spesso questi tuoi pezzi !
Antonio Ambrosino
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/09/08 alle 12:41 via WEB
Poeti e scrittori si sono ispirati spesso alla solitudine. Si discute di solitudine. Di solitudine si può morire. La solitudine è il contrario della vita. Si può essere soli anche in un mondo superaffollato come il nostro. La modernizzazione ha favorito l’espandersi della solitudine. Una vera piaga sociale. Parlando di solitudine mi vengono in mente reminiscenze scolastiche sui movimenti “strapaese” e “stracittà”. Strapaese, movimento culturale del 1926, riconosceva come autenticamente italiana la cultura rurale e municipale, in opposizione a tendenze cosmopolite e sprovincializzanti che furono accolte, tra gli intellettuali vicini all'ideologia fascista, nella fazione di Stracittà. Fiancheggiò il movimento di Strapaese la rivista bolognese 'L'Italiano' di Leo Longanesi, mentre '900' di Massimo Bontempelli e Curzio Malaparte si fece portavoce delle idee di Stracittà. La società auspicata da Strapaese privilegiava il rapporto umano, quello semplice della vita di tutti i giorni. Oggigiorno abbiamo superato “Stracittà” e siamo globalizzati anche in questo. L’uomo si vuole sostituire al Creatore. Gli strumenti scientifici lo fanno sentire superiore a Dio. Sarà questa l’epoca della distruzione, non solo fisica dell’uomo, ma anche quella della distruzione della sua anima? Patty Ghera
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/09/08 alle 15:34 via WEB
Cara Megaride, non vuoi smettere di stupirci. Parliamo di solitudine e non posso che essere d\\\'accordo con te, con Ambro e con Patty, sempre più vicina a noi. Solitudine. Vedi io sono un capricorno del 22 dicembre, con ascendente cancro. Mi dirai che c\\\'azzecca tutto questo con la solitudine, con il fatto di essere soli e come dice Patty soli tra la gente. Soli tra quelli che non ti capiscono, che non vogliono partecipare alle tue difficoltà, che se ne fregano. In questa società, che impazzisce, è durissimo essere soli, anche se soprattutto ti rendi conto che chi dorme con te, non ti fà compagnia. E\\\' possibile. Certo. Vivere per sè stessi, per le proprie idee, le proprie conoscenze, le proprie certezze, i propri sogni è difficile. E\\\' difficile dire di no ad un mondo che sembra darti tutto e ti alletta con le sue sirene. E\\\' difficile partecipare gli altri dell\\\'inganno di cui sono vittime sacrificali. Il capricorno corre sulle vette e guarda il mondo da sopra i ghiacciai, e può alzare la testa al cielo, mentre l\\\'ascendente cancro, ti dà le caratteristiche del sognatore e della vera magia, quella che ti trasforma nel profondo. Poi in questa epoca, dove la massa, la massificazione con essa impera e distrugge, vale la pena di avere intorno amici fidati con cui parlare, discutere, commentare. Veri amici come voi e non si è soli, anche se lontani. Mimmo Di Renzo
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/09/08 alle 17:20 via WEB
<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/jcfs5PAhsXw&hl=en&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/jcfs5PAhsXw&hl=en&fs=1" type="application
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/09/08 alle 17:21 via WEB
scusate volevo inviare un video sull'argomento...ma non me lo ha accettato.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/09/08 alle 21:12 via WEB
Antimo voleva proporci il video " A Cummara de suttanine " che potete trovare al seguente indirizzo web
http://www.youtube.com/swf/l.swf?video_id=jcfs5PAhsXw&re
Ambro
 
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Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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