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Strasburgo condanna l'Italia per disumanità

Post n°711 pubblicato il 17 Giugno 2008 da vocedimegaride
 

Domenico Di Renzo, responsabile della onlus “Senza Barriere”, associazione di disabili, in relazione alla vergogna nazionale del “caso Contrada” ci trasmette questa singolare notizia per opportuna meditazione,  ponendo a chi di dovere la rituale “damnatio quaestio” relativa alla disumanità applicata al nostro “Giordano Bruno” Contrada ed a lui solo! Ci associamo nella rivendicazione muta ma palese ai disabili di Senza Barriere che hanno eletto a simbolo della disabilità fronteggiata dalla disumanità, dall’ingiustizia e dall’omertà delle “democratiche” Istituzioni, Bruno Contrada, confidando che si voglia  al più presto per lui ricorrere alla Corte dei Diritti Umani di Strasburgo, meravigliandoci che ciò non sia stato fatto, fino ad ora; ora che… il tempo è avaro con Contrada… a meno che – come ci è dato ritenere – l’ambita esecuzione della sua occulta condanna a morte non serva a togliere le castagne dal fuoco alla Giustizia, alla Politica ed alla Stampa di regime, dopo aver procurato a queste gran lustro e ad alcuni suoi  mediocri esponenti onori, favori e benessere… dopodiché, a cadavere eccellente ancor caldo,  si procederà alla beatificazione ultraterrena del capro espiatorio, così da renderlo per l’eternità strumentale alla pubblica utilità di altra schiatte del Potere!  Del resto, le connivenze scoperte solo oggi - come raccontano le cronache palermitane - tra mafia e massoneria, la dicono lunga: quanti delinquenti hanno goduto dei favori di una "prescrizione" del processo?
(marina salvadore)

  Detenuto disabile: trattamento disumano e degradante
La Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per il caso di Franco Scoppola, ergastolano disabile detenuto al Regina Coeli dal 1999 al 2007. Non era stata accolta, nel 2003, la sua richiesta di trasferimento in una struttura idonea, né gli erano stati concessi i domiciliari. Ora lo Stato dovrà risarcirlo con 10.000 euro per i danni morali e le spese processuali
ROMA - Dura condanna della Corte di Strasburgo nei confronti dell'Italia. L'accusa è di aver violato l'articolo 3 della Convenzione dei diritti dell'uomo, che proibisce il trattamento disumano e degradante dei detenuti. Lo Stato dovrà quindi pagare un risarcimento di 10.000 euro, 5.000 per i danni morali e 5.000 per i danni processuali, a Franco Scoppola, protagonista del caso. Nel settembre del 1999 era stato condannato all'ergastolo per aver ucciso la moglie e ferito uno dei figli: Franco Scoppola, che allora aveva 59 anni, cassiere portavalori in un'azienda di acque minerali, era dunque stato rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli. Niente di strano, a parte il fatto che il detenuto, diabetico e depresso, dal 2003 era costretto anche alla sedia a ruote. Per questo motivo, data l'inadeguatezza della struttura penitenziaria romana, in quello stesso anno aveva chiesto il trasferimento in un altro carcere. Nel giugno 2006 aveva ottenuto i domiciliari, ma il provvedimento era stato annullato pochi mesi dopo. Solo nel settembre scorso Scoppola è stato trasferito nel carcere di Parma, che ha una sezione attrezzata proprio per i detenuti disabili.  Secondo giudici di Strasburgo, l'Italia avrebbe dovuto "trasferire immediatamente l'interessato in una prigione meglio attrezzata" o "sospendere l'applicazione della pena". (12 giugno 2008)

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Commenti al Post:
tommypa84
tommypa84 il 17/06/08 alle 12:24 via WEB
in questi casi la giustizia dovrebbe tener conto dei metodi alternativi di pena. è vergognoso non concedere i domiciliari a una persona malata, come in questo caso.
 
tommypa84
tommypa84 il 17/06/08 alle 12:25 via WEB
ps: visto che il tuo blog mi piace tanto, ti aggiungo agli amici.
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 17/06/08 alle 13:01 via WEB
Il caso Contrada e l’invenzione del concorso esterno di VITTORIO MATHIEU [13 giu 08] L’avvocato Giuseppe Lipera, difensore di Bruno Contrada, scatena la fantasia per attirare l’attenzione sul suo assistito, ma ciò non toglie che molti dei suoi argomenti abbiano un solido fondamento giuridico: in particolare l’affermazione che il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non può esistere e, quindi, non può essere attribuito a nessuno. L’associazione mafiosa è una speciale associazione per delinquere – non importa a che cosa finalizzata – caratterizzata da speciali vincoli tra i contraenti. Questi vincoli la rendono impenetrabile dall’esterno: alla mafia o si appartiene o non si appartiene. Se non si appartiene può darsi che si faccia qualcosa che giova alla mafia, anche senza saperlo, o che la si favorisca deliberatamente: ma il favoreggiamento va configurato caso per caso, non genericamente. La situazione è analoga a quella delle società segrete. Può darsi che il segreto sia di Pulcinella e che qualcuno collabori volutamente con una società segreta senza appartenervi; ma l’oggetto della collaborazione va specificato caso per caso, non può configurarsi come generico. Per un poliziotto come Contrada sorge il problema dell’infiltrazione. Associare investigatori alla mafia è il modo migliore per scoprirne i segreti. Per questo l’infiltrato dovrà in certi casi collaborare; ma, nella misura in cui collabora, il suo concorso sarà interno, non esterno. G. K. Chesterton, in L’uomo che era Giovedì, immagina una società segreta i cui sette capi portano ciascuno il nome di un giorno della settimana. Uno di essi è smascherato, ma si scopre che è un infiltrato della polizia. Lo stesso avviene per un secondo, e così via, finché non rimane che il capo, appunto Giovedì. E si scopre che è il capo della polizia. Non accadrà purtroppo che anche nella mafia i capi bastone si rivelino ad uno ad uno poliziotti infiltrati; ma, se ciò in qualche caso avviene, la loro collaborazione sarà interna, non esterna. Per questo il concorso esterno è un reato inventato. Che Contrada abbia usato anche l’infiltrazione può darsi. A occhio, è molto più verosimile che fosse un poliziotto che si fingeva mafioso, piuttosto che un mafioso che si fingeva poliziotto. Ma, se un poliziotto può usare l’ambiguità per ingannare la mafia, un giudice non può usare l’ambiguità per ingannare la giustizia.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 17/06/08 alle 14:25 via WEB
.... e quanto sopra, io la ritengo la migliore tesi difensiva finora ascoltata su Bruno Contrada.
Ambro
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 17/06/08 alle 14:40 via WEB
Non ho più parole per deprecare questa amministrazione di ingiustizia che sta ammazzando in modo atroce il nostro caro Bruno. Rivolgiamoci alla Corte di Strasburgo: ma siamo sicuri che i suoi "amici" non arriveranno pure là? Maria
 
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 17/06/08 alle 14:46 via WEB
...ma siamo sicuri che il dramma di Contrada non sia servito, fino ad ora, a dare lustro a tanti che hanno finto di sposarne la causa solo per farsi pubblicità?...
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 17/06/08 alle 14:49 via WEB
Maria ieri leggevo che La Russa ha dichiarato che il governo ha attivato tutte le procedure per poter finalmente consentire il trasferimento di Contrada al regime "piu' appropriato" di carcere domiciliare.....
Percheì la dichiarazione l'abbia fatta il Ministro della Difesa e non il ministro della Giustizia.... non l'ho capito bene.
Ambro
 
   
vocedimegaride
vocedimegaride il 17/06/08 alle 14:55 via WEB
...perchè, illustre comandante Ambrosino, Contrada è recluso in un carcere militare!
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 17/06/08 alle 14:59 via WEB
Ok, capito.
comunque si parlava di " aver avviato l'iter procedurale "
in sostanza, credo, e' stata fatta di nuovo la richiesta alla magistratura di sorveglianza, credo che sia da considerare una "richiesta autorevole" Ambro
 
     
vocedimegaride
vocedimegaride il 17/06/08 alle 15:06 via WEB
proprio ora ho inoltrato questo "post" al giudice di sorveglianza di S-.Maria Capua Vetere. .... Non a caso, la magistratura è tenuta al principio dell'analogia!!!
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 17/06/08 alle 18:16 via WEB
Brava! Non vorrà mica rischiare d'essere accusata di "danno erariale" la giudice di sorveglianza, qualora per analogia Strasburgo o qualsivoglia magistrato applichi anche a Contrada le stesse misure??? Ciruzzo
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 18/06/08 alle 10:22 via WEB
C'è chi si straccia le vesti e finge di inorridire per il risorto "lodo Schifani". Le stesse persone , però , tacciono di fronte a porcherie ben più gravi di , cui hanno una responsabilità più diretta . Quanta ipocrisia ! Mario Pezza
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/06/08 alle 07:15 via WEB
Davvero è ignobile, l'ho detto mille volte, quello che stanno facendo a Bruno Contrada. Ci vorrebbe non solo un appello a Strasburgo ma anche una forte mobilitazione della stampa. Ma dal momento che abbiamo a che fare in Italia con un amaggioranza di cialtrogiornalisti, giullari di corte, servi del regime e della pagnottta,non vedo scappatoie. Contrade è l'ennesima vittima non solo della giustizia ingiusta ma anche e soprattutto di un potyere mediatico che rasenta la delinquenza vera.Bruno Contrada, coem Anna Maria Franzoni sono anche vittime della stampa italiana. Tra 10 0 20 annni si celebreranno le rispettive innocenza, con la relativa audience alle stelle. Che schifo! Agnese Pozzi
 
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a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
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