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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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Post n°471 pubblicato il 02 Ottobre 2007 da vocedimegaride
 

Abbiamo fatto le nostre marcette per la Pace, sciorinato le bandierine arcobaleno, organizzati colti sit-in e tavole rotonde presso le Istituzioni; in tanti, hanno scritto articoli ben pagati sulla stampa e realizzato documentatissimi dossier dalla loro comoda scrivania in Occidente. Prodi, non ha menzionato neppure una volta la parola Birmania o Myanmar...era troppo occupato a "spegnere" i gazzettini di Radio Rai informazione in 25 lingue nel mondo ed a dare il benservito ai 25 giornalisti-traduttori dell'eccellente storico servizio. Si spengano, adesso - coerentemente con l'inerzia che ci ha caratterizzato - ulteriori quanto inutili squittii, pigolii, ragli e miagolii, a dramma compiuto.

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/10/07 alle 00:02 via WEB
Questo personaggio che ci troviamo a Capo del Governo sta facendoci perdere quel minimo di credibilità che stavamo riconquistando. Quel piccolo legame con i nostri fratelli sparsi nel mondo è stato tagliato e tante persone sono rimaste senza lavoro. Chi doveva accontentare con questa mossa?
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 05/10/07 alle 14:26 via WEB
Massimo INTROVIGNE Chiamiamolo comunismo tratto da: Il Giornale, 29.9.2007. Birmania Myanmar Diceva Napoleone che ci vuole coraggio per chiamare gatto un gatto e sconfitta una sconfitta. Oggi ci vuole ancora più coraggio per chiamare comunista un comunista. La parola, giustamente, fa paura. Il maggiore specialista accademico mondiale del comunismo, Robert Service, nel suo recente «Compagni!» lo ha definito il peggiore cancro che abbia attaccato nella storia l'organismo umanità, esibendo come prova un costo umano certamente superiore ai cento milioni di morti. Perfino in Cina e in Vietnam si dibatte se il termine «comunista» designi ancora adeguatamente l'attuale regime misto di autoritarismo e mercato. Sono rimasti tre i Paesi in cui partiti che si definiscono orgogliosamente comunisti tengono in piedi i governi: Cuba, la Corea del Nord e l'Italia. L'anomalia italiana, unica in Occidente, spiega un curioso atteggiamento dei media e in particolare della televisione e della radio di Stato a proposito di quanto sta accadendo in Birmania (ribattezzata dal regime Myanmar). Mentre in America o in Francia si parla tranquillamente delle origini comuniste del regime di Rangoon, il telespettatore italiano che ignori tutto della Birmania ha scoperto negli ultimi giorni che è governata da una «dittatura», così da essere autorizzato a pensare che nel lontano Paese asiatico siano al potere i nipotini di Pinochet. Un giornale radio ha perfino parlato di «dittatura fascista», forse inducendo qualcuno a controllare nei libri di storia se dopo la marcia su Roma i quadrumviri non abbiano fatto un salto in Birmania per fondare il fascio di Rangoon. Non è proprio così. Dal 1962 al 1988 il regime birmano è un tipico regime comunista, guidato da un gruppo di militari marxisti il cui capo, il generale Ne Win (morto nel 2002), promuove una disastrosa «via birmana al socialismo», imponendo un'economia rigorosamente collettivista che riduce il Paese alla fame mentre la repressione fa qualche migliaio di morti. Nel 1988 i birmani - già allora guidati dalla Lega per la Democrazia (NLD) di Aung San Suu Ky, figlia del padre dell'indipendenza nazionale - non ne possono più e scendono in piazza. Ne Win è estromesso dal potere, sostituito da una giunta militare che elimina prudentemente dal suo partito il nome «socialista» - sostituito da un richiamo vagamente minaccioso a «legge e ordine» - e promette libere elezioni. Quando nel 1990 la LND vince le elezioni, i generali ne arrestano i dirigenti e tornano a un sistema che assomiglia come un fratello gemello al vecchio regime comunista, salvo che non si parla più di comunismo e s'incoraggiano gli investimenti stranieri offrendo anche il lavoro semi-gratuito di detenuti comuni e politici. Ma non è questione di nomi. Tutti gli uomini forti dell'attuale governo vengono dal vecchio Partito del Programma Socialista (cioè, dal Partito comunista birmano) di cui l'attuale presidente, il generale Than Shwe, è stato il braccio armato nella repressione del 1988. Dal punto di vista della retorica, dei diritti umani, della (non) libertà di stampa e di associazione la Birmania rimane un regime di matrice comunista. Se si eccettua la presenza delle multinazionali straniere, l'attività economica resta ampiamente nelle mani dello Stato. I morti fatti dalle truppe che sparano sulla folla in Birmania non sono vittime di una generica «dittatura», ma di un regime post-comunista che è «post» solo in quanto almeno si vergogna d'invocare il nome del comunismo, pur mantenendone la sostanza. In Italia non ci si vergogna neppure del nome.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 07/10/07 alle 10:06 via WEB
di Fabrizio De Feo/IL GIORNALE ore 08:58 Perfino Mieli, direttore del "Corriere" ora accusa la maggioranza di governo. Duro intervento del direttore del quotidiano che, rivolgendosi ai giovani industriali riuniti a Capri, dichiara: "Voi sapete che io ho dato indicazione di votare per Prodi ma così non si può andare avanti. Fate qualcosa se volete andare al ristorante senza essere insultati". E in via Solferino rinasce il terzismo. Montezemolo: "Restituite le tasse a chi le ha pagate". Gelo sui ministri, cresce la voglia di urne
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 07/10/07 alle 10:22 via WEB
I Grandi del mondo trattano al Palazzo di Vetro dell’Onu per trovare un compromesso sui contenuti della dichiarazione di condanna della giunta militare birmana che permetta di ottenere l’unanimità dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza. Facile con questa prospettiva, e conoscendo le posizioni di Paesi come Cina e Russia che dispongono del diritto di veto, immaginare che quello che sarà partorito sarà un testo relativamente annacquato e prudente. Non hanno dubbi al riguardo i monaci buddhisti che sono stati protagonisti delle proteste antigovernative delle scorse settimane in Birmania, poi represse con la violenza dai militari. Una loro delegazione, nel classico mantello color ruggine, era presente ieri a New York per ascoltare la relazione al Consiglio di Sicurezza di Ibrahim Gambari, l’inviato dell’Onu reduce da quattro giorni di missione nel loro Paese. Le critiche dei monaci sono state dure ed esplicite. «Le parole non bastano, bisogna agire - ha detto un portavoce -. Ogni giorno attaccano i monaci e uccidono chi è contro il governo. Non abbiamo tempo per parlare. Dobbiamo fare qualcosa per assicurarci che la smettano». I rappresentanti dei religiosi birmani hanno ascoltato da un’area riservata al pubblico il rapporto di Gambari, che ha descritto una situazione in Birmania «inaccettabile» e richiamato il governo militare alla necessità di liberare tutti i detenuti politici
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

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vuoi effettuare un tour virtuale e di grande suggestione tra le numerose bellezze paesaggistiche, artistiche ed architettoniche di quel Mezzogiorno sempre più obliato dalle cronache del presente?
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I consigli di bellezza
di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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