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Post n°332 pubblicato il 31 Maggio 2007 da vocedimegaride
 

di Umberto Franzese

A che... a chi  serve l'Ordine dei Giornalisti?

Non ci sarò. Non voglio esserci. Preferisco essere ad una. riunione di condominio o in viaggio di piacere, che a una tornata elettorale tipo quella del 20 maggio 2007. In quarantasette anni di appartenenza ho partecipato a più e più competizioni e ne ho fin sopra i capelli. Appartengo ad altri tempi. Ai tempi di Gino Giarrusso, costruttore, “ordinatore” dell’Ordine Interregionale della Campania e della Calabria al suo nascere. Con lui era tutta un’altra musica. Con lui passavano i più meritevoli, chi aveva validi requisiti. Erano i tempi lustri di Enzo Siniscalchi, di Adriano Falvo, di Mario Stefanile, di Bruno Stocchetti. Tempi passati invano. Avevamo delle speranze: sono state tutte disattese. Tracciavamo progetti: sono andati vanificatì . Speranze e progetti per una categoria che non è andata mai oltre un vacuo contingente. Almeno per i più. Oggi, si ha un bel farneticare di “pari opportunità”, di “largo ai giovani”. Quel che avanza è il “vecchio e stantio” che mai nessuno, animato dai più nobili propositi, potrà mai smantellare. E’ un “carrozzone” per servire i propri fini, costituito da una pletora di mediocri di tutte le risme e incapacità, E guai a farsi trovare nel territorio di loro esclusività, sì rischia il linciaggio. Protervia, arroganza, prepotenza, bassezza, sono i  loro caratteri distintivi. Chi fa per loro è bene accolto, ma di ricavare qualche vantaggio non speri. I vantaggi, i benefici sono tutti per loro. Da decenni sempre le stesse modeste figure. Da decenni gli stessi malanni, gli stessi vizi., le stesse macchinazioni, le stesse intolleranze, lo stesso scontento, le stesse inadeguatezze, le stesse spartizioni. Per questi ed altri motivi. nel mentre consegnamo il nostro moto di stima nei riguardi di colleghi pur bravi e attenti che danno lustro e riguardo alla categoria. prendiamo le distanze da coloro che esprimono indici di professionalità molto ma molto scadenti. Abbiamo afferrato in pieno perchè su 6.608 iscritti, abbiano votato soltanto 1.025 pubblicisti e perché taluni ferratissirni e puntuti giornalisti si tengono lontano dalle competizioni elettorali preferendo un bel fine settimana al mare o ai monti. Le campagne elettorali sono diventate dispute accesissime. Si è passati dagli sbaciucchiamenti degli anni settanta, alle intemperanze, agli insulti degli anni 2000. Immobilismo, sudditanza, divisione, sono il frutto di un’ideologia che attanaglia chi si abbarbica su posizioni di potere assoluto e inestinguibile. Non posizioni di avanzamento ma di arretramento, tali da impedire alle nuove giovani leve una giusta collocazione professionale. Non c’è alcun interesse dì pratiche per la successione, il primo e unico passo è realizzare i programmi propri e dei propri famigli. Ci si chiede: ma l’Ordine dei Giornalisti serve? Se serve non per regolare, governare, assettare, ma per tenere in piedi un carrozzone per fini spartitori, clientelari, meglio abolirlo, Il fine spartitorio, però, è inutile nascondercelo, esiste in qualsiasi centro di potere: quello della carta stampata, dell’editoria, dello spettacolo, della televisione. Non è un “caso dell’anno”, sono i “casi di anni”. Questi e quelli sono centri di potere contraffatti, fallaci, untuosi, che si manifestano con promesse ìllusorie: “forse sì”, “vedremo”, “si potrebbe fare”, “poi vediamo”. E non si fa niente per migliorarsi e migliorare. Si potrebbe fare una grande mappa di macro e di micro poteri. Ma non volendo infierire, partendo da lontano. si possono citare esempi di tempi andati degni di nota. Per restare alla RAI in cui muovemmo incerti piccoli passi, ricordiamo compianti signori della comunicazione, come Zeffiri, Mastrostefano, Fayad, Guarino. Compagnone. Quelli si. che forgiatisi nell’officina della parola e dello carta stampata, e non costituendo alcun gruppo di potere, era utile, proficuo, leggerli, ascoltarli, seguirli, cercando alla larga di imitarli.

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/06/07 alle 11:20 via WEB
Caro Umberto rispondo al tuo quesito "A che ed a CHI serve l'Ordine dei Giornalisti" con questo articolo di oggi pubblicato su IL GIORNALE. Come vedi, da Napoli a Milano l'ITALIA E' UNITA dalla lobby dei "giornalai"! "Io, licenziato dall’Ansa per la notizia su Visco" di Gianluigi Nuzzi - domenica 03 giugno 2007, 08:00 Direttore Pierluigi Magnaschi, l’estate scorsa l’Ansa per prima diffuse in rete la notizia dell’imminente trasferimento dell’intera gerarchia della Guardia di finanza di Milano. Erano passate da poco le 22 del 16 luglio 2006: lo scoop aprì un durissimo scontro politico. «E determinò anche il mio licenziamento». Scusi? «Il mio licenziamento da direttore dell’Ansa, avvenuto, non senza difficoltà (perché molti soci erano contrari) alla fine di novembre 2006, è dovuto alla pubblicazione, da parte dell’Ansa, della notizia che il viceministro Vincenzo Visco aveva chiesto la decapitazione del vertice della Guardia di finanza di Milano». Direttore sta avanzando delle accuse gravi di ingerenza dell’attuale governo sulla prima agenzia di stampa italiana. «Io mi limito ai fatti. E che il mio licenziamento sia proprio connesso al caso Visco-Gdf lo dimostrano i fatti». Queste sono valutazioni personali. «No, perché oltre ai fatti ebbi la conferma anche da diversi leader politici della maggioranza. A suo tempo mi hanno riferito che il mio licenziamento era dovuto a quella pubblicazione». Ma scusi l’Ansa mica è di proprietà di Palazzo Chigi o del governo. Mica possono chiedere la testa del direttore dell’agenzia per uno scoop non gradito. E poi lei lasciò l’agenzia per raggiunti limiti d’età. «Guardi non diciamo fesserie e torniamo ai fatti». Ovvero? «Subito dopo la pubblicazione degli avvicendamenti della Guardia di finanza di Milano, notizia che era vera e verificata, il presidente dell’Ansa, Boris Bianchieri, 77 anni, scoprì improvvisamente che, cinque mesi prima, avevo compiuto 65 anni e quindi dovevo andare in pensione». Non è previsto nel contratto come il Corriere? «Il contratto non lo prevede tassativamente ma lo consente solo come opzione. Ma non è finita. Biancheri, in pubblico, aveva precedentemente e ripetutamente lodato la mia direzione e aveva detto che i bravi professionisti sono una risorsa e con essi l’età non conta. E in privato, sia pure alla presenza di altre persone, alla vigilia della sua ultima conferma triennale come presidente dell’Ansa, avvenuta alla fine del 2005, Biancheri aveva chiesto il mio sostegno perché la nostra, disse lui “era una squadra vincente”».
 
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Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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