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Contrada capro espiatorio di gelosie politiche

Post n°523 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da vocedimegaride
 

 

RISPOSTA ALLE INCAUTE ESTERNAZIONI DEL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE ANTONIO DI PIETRO SUL CASO BRUNO CONTRADA

 

Ho appreso dall’Ansa che il Ministro Antonio Di Pietro è intervenuto sul suo blog  per esprimere la propria autorevole  opinione  sulla concessione di grazia a Bruno Contrada, manifestando (e questo  c’era da aspettarselo) tutto il proprio dissenso, criticando le parole (mai pronunciate) del Ministro della Giustizia Mastella , accusato di aver definito la grazia per Bruno Contrada un “atto dovuto”,  ed asserendo perentoriamente, al termine della sua reprimenda, che “la grazia non può essere una scorciatoia per sfuggire ad una condanna per associazione mafiosa”. Di primo acchito, avevo deciso di evitare di scendere in polemica con il più illustre ex P.M. d’Italia, il quale, evidentemente, forte dei meriti acquisiti nei suoi trascorsi preparlamentari, non perde letteralmente occasione per far sentire alta la sua voce in tutto ciò che ha a che fare con la Giustizia, ritenendosi probabilmente Ministro Onorario della materia, e non volevo pertanto contribuire anch’io ad alimentare detto convincimento. Ma poi, melius re perpensa, non ho potuto fare a meno di constatare tutta l’erroneità e la inconducenza delle espressioni utilizzate dal Ministro per le Infrastrutture, tali da distorcere del tutto il senso della realtà dei fatti; ho quindi ritenuto necessario ed opportuno intervenire per ripristinare il primato della verità ed avanzare le dovute precisazioni. In primis, risulta  assolutamente inesatto affermare che il Presidente della Repubblica ha ricevuto una domanda di grazia da parte dell’Avv. Giuseppe Lipera, quale difensore di Contrada, e che tale richiesta sia sbagliata nel merito perché motivata dalle condizioni di salute dell’istante. Il sottoscritto non ha mai presentato alcuna domanda di grazia per Bruno Contrada, ma ha solo rivolto al Presidente una accorata supplica affinché prendesse in considerazione la possibilità di concedere la grazia, sussistendone i presupposti, anche in assenza di una specifica domanda da parte del condannato; il tutto ai sensi dell’art. 681 comma 4 c.p.p. che testualmente recita: “la grazia può essere concessa anche in assenza di domanda o di proposta”. Non siamo affatto in presenza di una lieve sfumatura e la distinzione è realmente pregna di significato giuridico ed etico, laddove si consideri che Bruno Contrada, proclamandosi da sempre del tutto innocente e condannato ingiustamente, non ha mai inteso (e mai lo farà) intraprendere alcuna “scorciatoia” per sfuggire il suo iniquo  giudicato, come inopinatamente ed incautamente asserito da Antonio Di Pietro. Un’altra eclatante inesattezza, proferita con eccesso di approssimazione dal politico, riguarda il periodo di detenzione scontato da Contrada. Questi infatti non ha scontato sino ad ora solo sette mesi presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, come ha erroneamente puntualizzato il disinformato ex P.M., avendo invero già sofferto un periodo di carcerazione preventiva della durata di 2 anni 7 mesi ed 8 giorni, esattamente dal 24/12/1992  (giorno in cui venne arrestato) al 31/07/1995. Successivamente in data 11/5/2007, all’indomani cioè della pronuncia della Corte di Cassazione, di cui ancora si attende la motivazione, che ha confermato la sua condanna definitiva, il dott. Bruno Contrada, rendendosi parte diligente per farsi notificare l’ordine di carcerazione definitivo dalla Procura Generare della Repubblica di Palermo, pagandosi il suo biglietto di aereo,  si è presentato presso la struttura carceraria che attualmente lo accoglie e, conseguentemente, ha scontato fino ad oggi  una detenzione complessiva di “soli” anni 3 mesi 2 e giorni 25, a dispetto di chi (come Antonio Di Pietro) vorrebbe pure ridimensionarne il periodo trascorso in vinculis.  Proseguendo, appare anche superfluo da parte del Di Pietro rimarcare la menzionata differenza tra richiesta di differimento della pena  per gravissimi motivi di salute e provvedimento di grazia, trattandosi di istituti completamente diversi ed autonomi, come già esaurientemente chiarito dallo stesso Presidente della Repubblica, al quale non è mai stata invocata alcuna ingerenza nei confronti della Magistratura di Sorveglianza competente, e come ampiamente ribadito dal sottoscritto cui certamente non sfugge tale diversità di istituti procedurali. Ciò non toglie però che l’eventuale (e per me inderogabile) concessione della grazia a Bruno Contrada trova la sua ragion d’essere anche in forza delle disastrose condizioni di salute in cui versa il mio assistito che, in uno alla sua avanzatissima età, possono rendere ogni momento che passa fatale. Non si comprende il perché, ed in nome di quale assurdo ed ingiusto accanimento giudiziario, bandito dalla nostra Carta Costituzionale e contrario ad ogni senso di umanità, la concessione della grazia non  possa e non debba scongiurare il pericolo di una morte in carcere pressoché annunciata (leggansi in proposito le relazioni mediche -  di cui da contezza nel suo provvedimento reiettivo del 12 dicembre scorso il Magistrato di Sorveglianza di Sorveglianza Daniella della Pietra - che univocamente ritengono l’assoluta incompatibilità del regime carcerario con lo stato di salute di Contrada) e mi preme sottolineare che nel nostro Paese un provvedimento di grazia per gravi motivi di salute non sarebbe affatto il primo (vedasi il caso di Ovidio Bompressi, condannato per l’omicidio del Commissario di Polizia Calabresi). A nulla vale obiettare, mi consenta Antonio Di Pietro, che per Bruno Contrada non sussisterebbero i presupposti della grazia in quanto non vi è stato alcun pentimento da parte dello stesso né una sua fattiva collaborazione con la Magistratura. Queste sono affermazioni veramente vacue e fuorvianti che potrebbero essere rivolte soltanto a chi si professa del tutto colpevole dei reati  ascritti. Di cosa mai dovrebbe pentirsi Contrada se da oltre quindici anni va gridando disperatamente la propria innocenza? Quale immaginifica collaborazione dovrebbe accordare ad una cieca e sorda Magistratura, quella stessa Magistratura che non ha minimamente tenuto conto, durante il suo processo, delle moltissime alte cariche istituzionali che hanno testimoniato in suo favore, sostenendo la sua dirittura morale ed il valore del suo integerrimo servizio reso allo Stato, ma ha di contro preso per oro colato le dichiarazioni dei pentiti (rectius: criminali reo confessi) che lo accusavano, questi sì veri professionisti del pentitismo? Pertanto, Ministro Di Pietro, ex P.M., ex Commissario di P.S.,la invito a riflettere sul senso delle sue esternazioni e a rivedere la congruità delle stesse, assicurandole, stia pur certo, che fino a quando la vita non lo abbandonerà, Bruno Contrada, che io difendo non assisto soltanto (immagino che intenda la differenza del lessico), si batterà sino all’ultimo respiro per riabilitare se stesso da questa infame onta che lo ha umanamente distrutto.

Roma 28 dicembre 2007

Avv. Giuseppe Lipera

Patrocinante in Corte Suprema di Cassazione

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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