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Contrada: supplica al presidente della Repubblica

Post n°510 pubblicato il 20 Dicembre 2007 da vocedimegaride
 

dell'avv. Giuseppe Lipera


Catania 20 dicembre  2007
Al Signor Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano
 e p.c.  Al Signor Presidente del Senato della Repubblica Franco Marini
Al Signor Presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti

E' con profonda tristezza nel cuore che decido di rivolgermi alla Sua Illustre persona, avendo pochi giorni or sono avuto occasione di constatare de visu la miserevole e fragilissima condizione fisica in cui versa il Dott. Bruno Contrada, il quale (a prescindere da ogni formale deliberazione della Giustizia) di sé ha sempre e solo detto di essere stato un "servitore dello Stato". Il dramma dell'uomo Contrada angustia ancor più il profondo della mia coscienza poiché, proprio in  questi giorni, registriamo il successo ottenuto dall'Italia nella vicenda della moratoria della pena di morte, tenutasi presso la sede internazionale delle Nazioni Unite; una vittoria di civiltà mi suggerisce il pensiero; certo!, ma una snervante inquietudine agita i miei dubbi. Chiedo a me stesso: come è possibile battersi per un vitale principio, ottenere il meritato riconoscimento mondiale e poi dimenticare, ignorare e sonnecchiare davanti ad un uomo che nella condizione tragica di salute in cui versa attende il sonno nelle patrie galere? Signor Presidente, Bruno Contrada sta morendo consumato dalla senilità e soprattutto da patologie terribili, mentre fuori si festeggia alle eroiche ed etiche battaglie italiane contro la pena  di morte! E' convinzione, non solo mia ma di tanti medici, che poco è oramai il tempo  che resta al povero malandato Dott. Bruno Contrada. Ella, Signor Presidente, dall'alto della Sua profonda saggezza, non può certamente non rilevare come  riesce difficile, per noi, partecipare a questo euforico brindisi, a questo palpabile entusiasmo. "Che non sia un'illusione!" (sulla tomba di Enzo Tortora c'è questa epigrafe, dettata da Leonardo Sciascia. Come dire: un monito, una lezione .). Come spesso accade, infatti, il rischio che si corre in questi casi è quello di curare sempre e solo il quadro generale, la visione macroscopica del mondo e della vita, dimenticando (infausta incuria) il particolare, il singolo dettaglio, che nel nostro caso assume i contorni di una esistenza strappata alla vita, un uomo dello Stato. dimenticato dallo Stato. Signor Presidente, La informo, con estremo rispetto, che la recente relazione sanitaria del Carcere Militare di S. Maria Capua Vetere (non, quindi, una perizia di parte), parlando del detenuto Contrada, riferisce drammaticamente: "nel caso dispecie, tenuto conto della anamnesi e del quadro clinico ipertensivo, esiste un rischio di recidiva di evento lesivo cerebrale, non preventivabile riguardo all'epoca di presentazione ma imprevedibile è iunstabile, dal punto di vista del controllo sintomatologico, soprattutto in un ambiente carcerario, ancorché con adeguata protezione terapeutica. La cardiopatia ipertensiva espone altresì, con modalità analoghe a quelle su riportate, a eventi ischemici cardiaci cui potrebbe conseguire anche un esito infausto... Le ulteriori patologie citate in  diagnosi rendono ulteriormente problematica la gestione clinica del paziente. Tutte le malattie presentate, in un contesto di avanzata senescenza, assumono rilevanze clinica maggiore rispetto alle possibili complicanze. Alla luce di quanto suesposto, ancorché le patologie presentate dal detenuto Contrada Bruno non configurino una condizione di imminente pericolo di vita, si ritiene secondo scienza e coscienza, che lo stato detentivo costituisca una prevedibile causa di grave peggioramento delle condizioni dello stesso, e che pertanto esista una effettiva condizione di non compatibilità con il regime carcerario delle malattie sofferte, suscettibili di cure e trattamenti vari ed  articolati, a carattere di continuità, verosimilmente più efficaci se prestati in ambiente domiciliare esterno, che non nelle istituzioni carcerarie". Di fronte ad un Magistrato di Sorveglianza (dott.ssa Daniela Della Pietra) che interpreta male - a mio avviso - le norme del nostro Codice Penale (l'art. 146 c.p. prevede un obbligatorio differimento della esecuzione della pena quando "una malattia particolarmente grave  per effetto della quale le sue condizioni di salute risultano incompatibili con lo stato di detenzione, quando la persona si trova in una fase della malattia così avanzata da non rispondere più, secondo le certificazioni del sevizio sanitario penitenziario o esterno, ai trattamenti disponibili a alle terapie curative") forse la sola battaglia giudiziaria non basta ed è proprio per tale motivo che mi sono permesso di disturbare l'Eccellenza Vostra. Or deve sapere, anche se certamente Lo immagina, che il Dott. Bruno Contrada non firmerebbe mai una richiesta di grazia: egli è uomo di antico stampo, "frangrar non flectar!", ché sempre ha dichiarato con estrema dignità la propria innocenza e la propria estraneità alle accuse ascrittegli. Però, è altresì vero, che il nostro codice di procedura penale contempla un articolo, il 681 comma 4,  che potrebbe conciliare le "difficoltà" di questa intricata vicenda; la richiamata disposizione normativa recita così: "la grazia può essere concessa anche in assenza di domanda o di proposta". Pertanto, in ragione della Legge, del profondo e acceso senso di umanità che l'Eccellenza Vostra custodisce nelle corde più intime del Suo animo,  La prego di poter valutare la possibilità di un intervento sua sponte, onde poter fare fronte ad una situazione imbarazzante per l'intero nostro Paese. Il Dott. Bruno Contrada sta morendo, Lei può restituirlo, forse per l'ultimo commosso abbraccio, ai suoi cari, all' anziana moglie Adriana e ai due figli (Guido e Antonio), depositari dei suoi affetti. Perché tutti i parlamentari, quali legittimi rappresentanti del Popolo  Italiano, sappiano di questa pubblica supplica, mi permetto di trasmettere copia della presente al Presidente del Senato della Repubblica, Franco Marini, a al Presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti, rivolgendo Loro la preghiera di informare tutti i  singoli appartenenti ai rispettivi rami del parlamento.
Con ossequi Giuseppe Lipera

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
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RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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