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"ARGO" (dim.di LETARGO) il caporedattore de "LA VOCE DI MEGARIDE"/blog, coraggioso foglio indipendente, senza peli sulla lingua... ne' sullo stomaco!
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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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Accozzaglia di "cose turche" pazientemente assemblate

Post n°474 pubblicato il 06 Ottobre 2007 da vocedimegaride
 

La legge è uguale per tutti!...seh...seh!
Piancone, o la barbarie giuridica - Maurizio Blondet -  Intervistato, il magistrato che ha messo in libertà il terrorista Piancone, pluri-omicida, ripete che ha «la coscienza tranquilla». Che, «stando agli atti», non poteva che concedere la semilibertà. Un altro magistrato dice che, in base alla «legge», se Piancone avesse commesso i delitti «dopo il 1978», quando fu aggiunta l’aggravante dell’omicidio per terrorismo, sarebbe ancora in galera; ma purtroppo, ha ammazzato fino a un anno prima, e la «legge» non è retroattiva. Il pubblico sentirà che qui è in atto la confusione - filosofica, prima ancora che morale e mentale - portata dal trionfo del diritto positivo? Il pubblico, confusamente, lo sente: lo stesso omicidio compiuto nel ‘77 o compiuto nel ‘79 comportano una pena diversa, in quanto ciò stabilisce una legge «positiva», ossia posta dallo Stato da una certa data. E’ un arbitrio,e  la gente lo sente: diritto «positivo» è diritto «arbitrario». La gente sente che il «diritto», qui, ha violato la giustizia. Ma non sa reagire, non ha le parole e i concetti per reagire. «Di fronte a queste smagliatura della giustizia, la gente finisce per chiedere la pena di morte», dice l’intervistatore, «l’allarme sociale è alto». Altra manifestazione di demenza giuridica. «Gli atti», ossia le pratiche burocratiche, «le aggravanti» inserite nel codice in risposta a un «allarme sociale», sono evidentemente sintomi dello stesso male, la perdita - da parte del diritto e dei suoi «operatori» - del sentimento di giustizia. Ma né gli operatori né il pubblico hanno il modo di dare il nome di questa malattia sociale.
...però, però... Bruno Contrada, il più fedele servitore dello Stato, il più bravo "Serpico" d'Italia, a quasi 80 anni di età, ammalato gravemente, vilipeso e ingiuriato dalla menzogna mafiosa dei soliti "pentiti"... è in GALERA e le sue 21 patologie accertate non sono così gravi come l'ulceretta di Sofri che per motivi di cagionevole salute fu graziato!!! Meditate, genti!
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TG-COM - 70 udienze, ma l'imputato era morto - Roma, 10 anni di processo senza di lui
Ci sono volute 70 udienze, in dieci anni di tempo, per arrivare alla conclusione che l'imputato del processo era morto da tempo. L'uomo, come racconta il Messaggero, era deceduto all'inizio del procedimento, nel '97. Il tribunale di Roma lo aveva dichiarato contumace nominadogli un avvocato d'ufficio, senza preoccuparsi di capire perché non si fosse mai presentato in aula. Ora una ricerca all'anagrafe ha risolto l'arcano. L'uomo è morto proprio all'inizio del processo nell'estate del '97. Aveva nominato un avvocato d'ufficio e poi non si era presentato in aula. Era stato dichiarato contumace dai giudici. Poi, dopo la prima udienza c'era stato il decesso. Nelle udienze successive non vedendo né l'imputato in aula né il suo difensore, i giudici hanno continuato a dichiarare l'uomo contumace assegnandogli un difensore d'ufficio. E così via, per ogni udienza. Ad ogni convocazione veniva assegnato un nuovo difensore d'ufficio che però non si presentava mai e mai verificava la reale esistenza del suo assistito. La lentezza dei procedimenti penali ha fatto il resto. Il processo si è trascinato per 10 anni con la solita indifferenza verso l'assenza di quell'imputato. Alla fine ad insospettirsi è stato il pubblico ministero che ha fatto fare una ricerca all'anagrafe scoprendo che l'imputato era morto in concomitanza con l'inizio del processo. Complimenti vivissimi ai tanti avvocati d’ufficio!!!...
…però, però… capita pure che….
E il giudice fa riassumere il morto - Cristiano Gatti - Giustizia è sfatta. Dodici anni dopo il licenziamento, il Tar di Sardegna sancisce solennemente che il licenziato non merita un simile trattamento. Con decisione perentoria e insindacabile, il tribunale ordina che il suddetto sia immediatamente reintegrato nel suo posto di lavoro. Il problema è comunicargli la lieta notizia: da undici anni riposa in pace, sotto la pietra tombale di una pietà negata. All'epoca, nel 1995, questa storia viene catalogata sotto la voce assenteismo. Il titolare della pessima fama è Gianpietro Caredda, un docente di educazione artistica nella scuola media «Dante Alighieri» di Selargius, a pochi passi da Cagliari. Effettivamente, il professore manca parecchio dalle aule: purtroppo per lui, è vittima di depressione. Molti sanno bene che cosa significhi svegliarsi la mattina con la prospettiva di andare al lavoro, magari in mezzo a classi di ragazzini scatenati, quando un tarlo devastante toglie persino la forza di uscire dal letto. E chi non lo sa deve solo augurarsi di non saperlo mai. Il professore è in gravissima crisi per un problema molto serio: quattro anni prima, sua moglie è morta giovanissima, lasciandolo solo con due figlie ancora ragazzine, Marzia e Manuela, di dieci e di quindici anni. Una vita difficile. Di sacrificio, di solitudine, di dolore irrisolto. Nella nazione degli assenteisti professionali che nessuno impallina mai, soprattutto quando si assentano per viaggi ai Caraibi e settimane bianche, il professor Caredda ha motivi quanto meno plausibili per assentarsi. Semplicemente, è malato. Finisce pure in ospedale. Come previsto dalla legge, chiede un periodo d’aspettativa. Poi un altro. E si arriva in questo modo al giugno ’95, fine dell'anno scolastico. Il preside, che ovviamente deve badare anche alla regolarità delle lezioni e garantire agli studenti una continuità di insegnamento, decide di risolvere definitivamente il problema. Chiede al Provveditorato di licenziare il professore. Una determinazione che ha del paranormale, in questa nostra comunità che tollera e comprende tutto, soprattutto le manfrine e le recite dei furbastri di talento. Caredda no, non merita più d'essere sopportato: la scuola italiana, che non licenzia mai nessuno, tanto meno gli sfaticati e gli idioti, se ne libera per decisione ferma dello stesso Provveditore. Via, con la simpatica patente dell'assenteista. «Decadenza per ingiustificata assenza»: a partire dal 2 giugno 1995, festa della Repubblica. Proprio una bella festa, proprio una bella Repubblica. Pochi mesi dopo, la vita del professor Caredda si presenta come un affresco dai toni idilliaci: vedovo, due orfane da allevare, malato di depressione, senza lavoro. Poco tempo dopo, nel '96, si ammazza. Arduo provare che si tratti solo di una disgraziata coincidenza. Al povero professore di disegno sopravvive il dolore delle due figlie e un ricorso tentato contro il licenziamento. La figlia più grande, che nel frattempo si è fatta maggiorenne, decide di continuare la battaglia, perché al papà siano restituiti almeno la dignità e l'onore, brutalmente sfregiati con l'odioso epitaffio firmato dalla burocrazia: «Fu assenteista». Una battaglia dai tempi biblici. Ma forse è meglio smetterla di tirare in ballo la Bibbia: è semplicemente una maledetta e avvilente battaglia dai tempi italiani. Dodici anni dopo il licenziamento, undici anni dopo il suicidio, il professor Caredda accoglie la riabilitazione postuma. Per come sta messo ora, per dove sta messo ora, non sarà una notizia tale da sconvolgergli la vita. Le parole che si leggono sulla sentenza, annunciata dal quotidiano Sardegna tra lo stupore generale, sono pietre: con quel buonsenso troppo a lungo sparito da questa storia, semplicemente la giustizia sostiene le ragioni del professore, sottolineando come sarebbe bastato metterlo in aspettativa. Cioè aspettarlo. Che poi il Tar stabilisca il reintegro del docente nel suo posto di lavoro, è solo un elemento di amarissima riflessione generale. In primo luogo sulla paurosa schizofrenia del nostro apparato scolastico, e pubblico in generale, tanto umano e comprensivo nei confronti dei parassiti veri, tanto zelante e spietato nei confronti di uno sventurato. In secondo luogo la riflessione amara è ancora e sempre sui tempi della nostra giustizia, ma da questo punto di vista poco resta da dire, perché tutto abbiamo già detto. Se non altro, un applauso al talento e alla creatività, che spostano ogni volta più in là i limiti ritenuti insuperabili: dodici anni per reintegrare un professore licenziato è qualcosa di sovrumano. Un po', anche disumano…..
…però però….
Professoressa malata Il certificato medico firmato alle Bahamas – Il Giornale - da Viterbo - Assolta perché il fatto non sussiste l’insegnante di un istituto tecnico di Viterbo che, mentre era in malattia, è andata in vacanza alle Bahamas. Assolto anche il medico che aveva attestato la malattia. La sentenza è stata emessa dal Gip del tribunale di Viterbo. La donna, nel corso del processo con il rito abbreviato, ha esibito un certificato medico da cui risulta che aveva effettivamente eseguito gli accertamenti prescritti, ma in una clinica di Nassau. I fatti risalgono all’aprile del 2005, quando l’insegnante inviò al suo capo d’istituto un certificato con cui le venivamo prescritti cinque giorni di riposo e accertamenti diagnostici. Il preside dispose una visita fiscale nei suoi confronti ma la donna non fu trovata in casa dall’incaricato. Emerse così che era partita per le Bahamas. Lo stesso preside il giorno successivo presentò una denuncia per truffa nei confronti dell’insegnante e del medico che aveva certificato la sua malattia. Nell’udienza dell’altro giorno, il difensore dell’insegnante ha esibito un certificato medico rilasciato da una clinica di Nassau, presso la quale la donna ha effettivamente eseguito gli accertamenti diagnostici prescritti. Il legale del medico ha invece sostenuto che il suo assistito rilasciò il certificato in buona fede e che non può essere ritenuto responsabile qualora la paziente non rispetti le sue prescrizioni e, tanto meno, del luogo scelto per eseguire gli accertamenti clinici. Il Gip quindi ha assolto entrambi perché il fatto non sussiste.
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VOCE DI MEGARIDE - Ascoli Piceno - Sei anni e sei mesi di reclusione. Arresti domiciliari in una località balneare. Questa la condanna inflitta al giovane rom che travolse e uccise 4 ragazzi ad Appignano del Tronto. Marco Ahmetovic, 22 anni, la sera fra il 22 e il 23 aprile scorso uccise, guidando ubriaco il suo furgone, i quattro giovani fra i 16 e i 18 anni.( Nel novembre precedente fu anche “preso” per una rapina a mano armata). La sentenza è stata pronunciata dopo meno di un’ora di camera di consiglio. Il pm Carmine Pirozzoli aveva chiesto una condanna complessiva a quattro anni di reclusione e 20 giorni di arresto…..…però però.. .per  il signor  Giovanni Grassini di Napoli, comune cittadino senza precedenti penali, portatore di una TIBBS ed in attesa di trapianto di fegato, aggredito dal branco, in crisi di ammoniemia conclamata all’atto dell’aggressione e che per sfuggire al branco ha urtato in retromarcia con l’auto un motorino sul quale sedeva uno dei ragazzi che, cadendo, ha picchiato il capo (senza casco) sul marciapiedi, si sono generosamente inflitti altri 14 anni di reclusione nell’ultima udienza. Trattammo abbondamentemente il caso. Ultimi riferimenti alla vicenda al link  http://blog.libero.it/lavocedimegaride/3275947.html
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La «Polizzia» deve buttare le divise fatte in Romania - Gabriele Villa Sapete come si scrive Polizia in rumeno? Se non lo sapete, poco importa chiedete ad un agente della Stradale di girarsi e lo potrete leggere tranquillamente senza l'ausilio di lenti correttive sulla sua schiena: «Polizzia». Il correttore di bozze è cortesemente pregato, per una volta, di non correggere. Sarebbe uno sforzo vano, una battaglia persa in partenza. Perché, per sistemare migliaia di giacconi in Goretex, appena arrivati da Bucarest e destinati alla nostra Polizia (quella vera, quella con una zeta sola) più che un correttore ci vorrebbero ettolitri di «bianchetto» e centinaia di omini volenterosi. Quindi. «Quindi adesso ce li teniamo, anzi li buttiamo così come sono arrivati», ammette, confida e denuncia Filippo Saltamartini segretario del Sap, il Sindacato autonomo di polizia. Certo che il Viminale, forse perché sedotto e traviato dai vari serial tv tutti perfettini tipo, Gente di mare e Distretto di Polizia, ultimamente in fatto di look e abbigliamento ne sta infilando una dopo l'altra. Di figuracce, non di giacconi. E nemmeno di scarpe, come vedremo tra poche righe. Perché i giacconi in Goretex appaltati, pensate un po' per risparmiare, in Romania, e arrivati con quell'eccellente svarione che diventa, per giunta, fosforescente nella nebbia e nella notte, certo non si possono infilare. Come non si possono infilare le scarpe, è storia altrettanto recente, che, sempre il ministero degli Interni, ha pensato bene di ordinare in Slovenia per aggraziare con un tocco sexy i piedi delle circa quindicimila poliziotte d'Italia. In questo caso i conti si possono già fare, anzi sono già stati fatti dal Sap: valore della commessa, oltre 600mila euro. Peccato che quando sono arrivate un paio di settimane fa al Veca, cioè al magazzino vestiario della Polizia, le poliziotte che hanno provato a indossarle stiano ancora cercando di togliersele visto che tutte le taglie erano e restano sbagliate. Perché, a parte la pelle dura che fa rima con tortura, con cui le scarpe sono state realizzate, su questi nuovi décolleté anche se c'è scritto 35 non bisogna fidarsi. Non bisogna nemmeno provare a intingere il piedino perché il 35 della Slovenia non corrisponde al 35 dell'Italia e della Cee. E così via per tutti gli altri numeri a scendere o a salire. Si butta e si ordina. Si ordina e si butta, dunque. Libero scialo o libero Stato? Del resto anche i poliziotti e le poliziotte veri, non quelli di Distretto di Polizia (Polizzia, ovviamente, nella versione che verrà programmata in Romania) del resto possono scialare grazie alla nuova Finanziaria che, navigando tra tagli e controtagli, operati soprattutto nel mare periglioso della sicurezza del Paese, ha concesso loro ben cinque euro di aumento mensile. Meglio farsi un giro in auto. Di pattuglia. Con l'unico inconveniente che l'agente a fianco del guidatore non gode della sicurezza di cui dovrebbe godere un qualunque passeggero: non può contare sull'airbag. Perché l'airbag passeggero, ammette, confida e denuncia sempre Filippo Saltamartini del Sap, non è stato fatto montare su gran parte delle volanti per risparmiare. Eppure le volanti dovrebbero servire ad inseguire. E se si insegue si corre. E se si corre si rischia oltre a qualche pallottola del mariuolo di turno anche un incidente. Ma insomma che succede al Viminale? Giacconi con lo svarione, scarpe strette. Manca qualcosa? Sì, cervello «poco» fino.
...però, però...lo Stato a noi napoletani vuole un bene particolare, come ci racconta:

Gennaro Capodanno - Evviva, in Campania arrivano i computer rottamati! Gioite, gioite, studenti e docenti delle scuole campane. Arrivano i primi "regali" del nuovo corso targato Fioroni. No! Non sono fondi aggiuntivi per pagare i centuplicati carichi imposti al personale della scuola, a partire dai corsi di recupero da tenersi anche nei mesi estivi di luglio ed agosto, con gli stipendi bloccati ancora al dicembre 2005, bensì, stando alla circolare allegata, a firma del Direttore generale dell'USR della Campania, i computer rottamati dal Ministero delle Infrastrutture e dal Ministero dei Trasporti. C'è anche un pezzo d'antiquariato, un AMD 486, che farà felice la scuola che ne entrerà in possesso, la quale potrà organizzare visite guidate, estese anche al circondario per visionare l'oggetto da museo, oltre a 32 computer con processore "non dichiarato" ( saranno taroccati? ). Dopo le scuole insicure, abbiamo finalmente anche le scuole degli scarti. Grazie Fioroni! Leggete la nota col "pingue" regalo, per la vostra gioia e per i dovuti "ringraziamenti". Con un invito: qualcuno sa fornire una spiegazione plausibile del motivo per il quale " il dono " ministeriale viene elargito alla sola regione Campania?

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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DEDICATO AGLI EMIGRANTI

 

NOMEN OMEN

E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

IL MEZZOGIORNO CHE DIFENDIAMO

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vuoi effettuare un tour virtuale e di grande suggestione tra le numerose bellezze paesaggistiche, artistiche ed architettoniche di quel Mezzogiorno sempre più obliato dalle cronache del presente?
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per i video:
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I consigli di bellezza
di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


Il libro del mese:



 

 
 
 
 

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