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Ordinamento feudale della Giustizia in Italia

Post n°452 pubblicato il 18 Settembre 2007 da vocedimegaride
 

di Maria Venera - Roma

C’è... si applica... la Giustizia in Italia? Spero di sì… ma qualche caso mi lascia piuttosto scettica. Bisogna dire, però, che certe rappresentazioni negative di cui si viene a conoscenza ci indignano perché è innegabile che - saranno pochi - ma anche se pochi sono sempre troppi e troppo eclatanti i casi in cui le leggi vengono applicate in modo... diciamo “originale”, come se la Giustizia fosse un ordine dinastico, applicata nei Feudi d’Italia a seconda della famiglia regnante. Un decentramento antropomorfo della Legge... E questo non dovrebbe accadere mai. Anche un solo caso di ingiustizia a carico di un innocente è fattispecie di gravità enorme, se proposto alla coscienza ed al buonsenso dei senzienti. Mi riferisco in questo momento alla vicenda kafkiana del signor Giovanni Grassini, imputato giudicato in Napoli, perché quello che è successo a lui potrebbe capitare in futuro a chiunque di noi. C’è un gruppo di giovani, nell'escalation del fenomeno accertato delle baby-gangs napoletane in quel ben preciso momento storico, che impedisce il passaggio e non si muove alla richiesta di “strada”, di spostarsi per permettere di fare una manovra ed uscire dall’ingorgo tradale: possibile che non sia capitato a nessun magistrato o a qualche suo parente o conoscente? A me è successo!… E’ inutile nascondersi dietro un dito:  i "ragazzi" quando sono in gruppo sovente diventano arroganti, devono far vedere che sono “dei duri” ai loro compagni di avventure e non spostandosi, nell'arroganza si sentono potenti. Tengono così in ostaggio il malcapitato automobilista in base al capriccio del momento, per avere il proprio momento di “gloria” di fronte ai compagni. Ma il signor Grassini aveva, quella sera, grande urgenza di rientrare in casa, dove aveva dimenticato le sue medicine salvavita e per velocemente rientrare a casa, al capezzale del proprio padre, inabile, di 90 anni, lasciato temporaneamente solo ed impossibilitato a provvedere a se'... Purtroppo, nel cercare di farsi strada e dopo essere stato insultato e schiaffeggiato, non si accorgeva del fatto che uno dei “guaglioni” si era messo proprio dietro la sua automobile, ritto sul motorino, per meglio impedirgli la manovra e, al primo movimento dell’auto in retromarcia, il ragazzo malauguratamente cadeva e, a causa della brutta caduta, picchiando il capo sprovvisto di casco sul marciapiede, perdeva la vita. Verrà detto, in sede processuale, che il Grassini gli è passato due volte con l’auto sul corpo, mentre gli esami autoptici sulla salma del malcapitato non rilevano tracce visibili, nemmeno una ferita, un livido, relativi al falso dichiarato dai “compagnelli”. Fatto sta, il Signor Grassini fu immediatamente arrestato con l’accusa di omicidio volontario, alla stregua di un killer della “mala” e subì una condanna a ben 16 anni di carcere. All’epoca, egli era in attesa di trapianto di fegato che gli è stato praticato durante la detenzione: anche da ciò si evince che non di "alibi" si trattava: egli aveva realmente necessità urgente di prendere le sue medicine e di correre a casa, pena un'ammoniemia peraltro stimolata dal brutto incontro occorsogli. Detto questo, alla luce dell’ultima sentenza dei magistrati napoletani in capo al signor Gianni Grassini, mi chiedo come fa un magistrato a credere a dei “guapparielli” che sa benissimo non essere stinchi di santo i quali affermano che il Signor Grassini ha di proposito urtato, arrotato e fatto morire il ragazzo e non alle giustificazioni di una persona per bene e per giunta in pessime condizioni di salute? Sarà stata, come evidente durante l'ultima udienza, l'antipatia personale del collegio giudicante verso l'avvocato difensore dell'imputato, offeso più volte durante l'udienza? Giovanni Grassini avrà sicuramente presentato la propria documentazione medica (ma è stata messa agli atti…e..i magistrati ne hanno preso visione?) e dalle indagini è risultato che la sua fedina penale è immacolata…eppure, egli non è stato creduto; è stato condannato per omicidio volontario e non colposo: lui, aggredito dal branco! Ha, così, iniziato il suo calvario che… chissà quando avrà termine, mentre i guapparielli sono liberi e pronti a fare di peggio perché hanno imparato che di fronte alla Legge loro sono credibili qualunque cosa dichiarino, in nome del buonismo montessoriano e del garantismo imperante... e che per loro c’è, insomma, un’ accertata libertà di delinquere senza pagare pegno. Chiunque, ogni cittadino, potrebbe incappare in questa assurda anomalia del Destino e vedersi stravolta la propria immacolata vita! Assistiamo, poi, a casi dell’ultim’ora; casi in cui ubriachi o drogati al volante uccidono delle persone con l’auto e vengono scarcerati con estrema velocità. Ci si chiede se la legge è UNA SOLA, valida per tutti e che impone regole uguali per tutti e sanzioni uguali per tutti… oppure se ce ne sono tante di leggi, ognuna tagliata su misura per ogni cittadino d’ogni singolo Feudo d’Italia. Non vorrei che qualcuno avesse imparato da un mio vecchio Dirigente, ora in pensione, che proclamava tranquillamente, senza remore: “La legge si applica ma si interpreta per gli amici”. Mi appello a chi prossimamente dovrà giudicare in appello, all’ultimo grado, il signor Grassini affinché con la massima obiettività giudichi il fatto per quello che è: un involontario incidente che ha avuto un esito che già di per sè è - per il Signor Grassini, altra parte lesa - un peso insopportabile e, per gli italiani, nel cui nome è stata impropriamente pronunziata questa assurda sentenza da magistrati ben consapevoli del particolare substrato sociale napoletano, un’infamia!

Sul " caso Grassini" la Voce di Megaride ha precedentemente manifestato contro le deduzioni della Corte d'Appello di Napoli, con contributi ai link:
http://www.vocedimegaride.it/html/Feuilleton/BillyBauscia.htm
http://blog.libero.it/lavocedimegaride/2834211.html
Esprime solidarietà a Giovanni Grassini la redazione tutta!

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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