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Dalle 8,00 alle 14,00 : un "Camel -Trophy" in giro per l'ASL

Post n°307 pubblicato il 09 Maggio 2007 da vocedimegaride
 

di Marina Salvadore

Vi prenderanno le convulsioni nel leggere. Mettetevi nei panni dell'anziana signora che ha vissuto quest'altra quotidiana odissea.

 

immagineNapoli - Un’intera giornata presso la Asl di via San Gennaro Antignano, per visite ed esami diagnostici ambulatoriali prenotati più di due mesi prima. La paziente … perché davvero dotata di tanta santa pazienza… è una 85enne signora ormai single, diabetica, ipovedente, al momento affetta anche da ipertensione, cattiva circolazione venosa ed arteriosa, malferma sulle gambe. Sulle impegnative stampate al p.c. del “sistema operativo” interno della Asl alla data remota della prenotazione, alla signora è attribuito il n. 2 per la visita cardiologia e per l’elettrocardiogramma; il n. 3, per l’ecocardiogramma  presso il confinante ambulatorio sullo stesso piano dell’edificio. La signora è in ritardo di circa tre minuti sull’orario prefissato – le 8,00 – per cui la sua accompagnatrice si premura di accompagnarla direttamente alla zona ambulatoriale, prima di passare alla cassa al piano ammezzato, per il pagamento dei relativi ticket. Al piano, una folla è già in attesa, malamente distribuita di fronte ai vari ambulatori. Probabilmente, è gente munita della sola impegnativa del medico di base e non della prenotazione anzitempo presso la Asl: gente che si sarà fatta tenere un “posto” in fila da qualcuno molto mattiniero, poiché si scopre, amaramente, che l’ordine progressivo assegnato dal computer a chi ha prenotato anzitempo la visita non è tenuto in considerazione alcuna. Penosamente, ci si deve rimettere in fila dinanzi alle porte chiuse degli ambulatori di interesse, per  “cuccare” al volo, tra spintoni e furbizie, un altro numero progressivo di prenotazione, quando (e “se”) il paramedico che assiste lo specialista farà “cucù” dalla porta serrata, come l’uccelletto del pendolo tirolese… L’aggravante è che non essendo – quasi tutti – dotati di poteri paranormali e di capacità di bilocazione, risulta comprensibilmente difficile ottenere in contemporanea il numero progressivo, quando si hanno due o tre visite specialistiche diverse cui sottoporsi. A saperlo, visto l’andazzo, ci si sarebbe presentati solo un po’ prima delle 12,00 a “passare le visite”, visto che la levataccia delle 6,30 per essere puntuali alle 8,00 come da prenotazione non vale un piffero! Complimenti vivissimi all’organizzazione della Asl! Per giochi di prestigio ed abilità da ginnasta dell’accompagnatrice della “paziente”, avvantaggiata dall’avere almeno trent’anni in meno degli assistiti presenti, si riesce ad ottenere per i due ambulatori i numeri progressivi 4 e 6 che annullano i precedenti, legittimi, 2 e 3… come concorrere al “Musichiere” della buonanima di Mario Riva, coetaneo degli astanti… Orbene, per avere diritto alla visita, occorre consegnare allo specialista non solo l’impegnativa del medico di base ma anche il ticket prepagato alla cassa della Asl, che pretende anch’essa di visionare l’impegnativa del medico di famiglia nonché la prenotazione remota laddove è anche bel bello prestampato l’importo del ticket. Che fare?… La “ginnasta” decide di lasciare in attesa davanti all’ambulatorio del cardiologo (progressivo utente n.4) l’anziana PAZIENTE e di correre alla Cassa al piano ammezzato a pagare i vari tickets , consigliando all’anziana che qualora fosse invitata ad entrare col suo numero “4”, di non avere remore, di accedere all’ambulatorio e di avvisare lo specialista ed il paramedico che la sua accompagnatrice di lì a poco consegnerà presso il loro ambulatorio la ricevuta di cassa, in tempo quasi reale: ciò che ha più valore di certificazione, in procinto di godere dell’assistenza pubblica, è l’impegnativa del medico di base. O, no?… Alla Cassa, la lunga fila procede con lentezza estrema. L’operatore di sportello, il solito “travet” che non è pagato per pensare, non ha avuto nemmeno l’accortezza di munirsi di un dindarolo di monetine, considerato che non si può pagare con il Bancomat ne’ – figuriamoci – con la Carta di Credito, come avviene, per esempio, presso la Asl lombarda, e che ognuno solitamente tira fuori dal borsellino pezzi da dieci, da venti e da cinquanta euri… Esattamente ciò che accade alla signora che precede nella fila la “ginnasta” e che viene mandata in giro per il mondo (la zona è priva di esercizi commerciali) a cambiare la banconota in monetine, sospendendo l’accesso allo sportello degli altri utenti fino al rientro in sede della  predetta. Maledetti “travet” che sfogano le loro frustrazioni sui più indifesi, seduti dietro una scrivania come fossero dei colonnelli… ma… invecchieranno anche loro, gli toccherà d'andare in pensione anche a loro… e di essere ripagati con egual moneta. Come si dice? Sputa in cielo ché in faccia ti viene!… Alla Cassa chiedono alla “ginnasta” anche l’impegnativa del medico di base ma riesce diplomaticamente a mediare, di fronte all’evidenza che sta per pagare (e non per incassare) un servizio tanto bene specificato sulla prenotazione! Amen! Risale al secondo piano e si avvede che in “cardiologia” c’è il “paziente” n. 6; la sua anziana n.4 è stata scavalcata, perché non era munita della ricevuta di cassa! Inflessibili paramedici, simili ai “travet”, quando ci sarebbe da fare uso di buonsenso e di compenetrazione, specie quando ci sarebbe da aiutare uno sprovveduto e stanco anziano!… La ginnasta, intanto, continua a fare la spola tra i due ambulatori, per non perdere anche il bis-turno acquisito presso l’altro specialista, augurandosi che qui non chiamino la sua anziana nel mentre è in accertamento presso l’altro ambulatorio, a rischio di dover progressivamente finire ultima in lista d’attesa! Dopo qualche ora, l’85enne signora si sottopone, finalmente alla visita cardiologia ed all’ECG. Si passa, ormai  più “sereni”, in attesa per il progressivo n. 6 presso l’altro ambulatorio, potendo così evitare di diventare forzosamente strabici. In questo ambulatorio si effettuano esami diagnostici un po’ più complicati, per cui ogni paziente vi sosta a lungo. C’è dentro il numero “4”… ad occhio e croce si farà in tempo per salire al terzo piano, diabetologia, dove più di due mesi prima era stata prenotata una visita domiciliare MAI eseguita. Si fa “trenta e uno: trentuno!”, visto che la giornata è andata, e  si porta “al domicilio” del diabetologo la signora, visto che è qui in carne ed ossa, no? La “maratoneta” sale al terzo piano, attende di poter profferire le sue intenzioni al medico. Il solito paramedico fa autoritariamente da “filtro” , poi cede e chiama il medico che asserisce di essersi recato per ben due volte, come da richiesta, al “domicilio” dell’anziana in via Altamura al 4 ma di non aver trovato il civico perché – testualmente -  “non esiste il civico 4 in via Altamura!”… “Ma lei veramente dice? Io ci sono nata al civico 4 – sbotta l’accompagnatrice della signora – Ecco qua: questa è la fotocopia della Carta d’Identità della paziente, c’è scritto Altamura 4 e non l’ho scritto io ma l’anagrafe di questo Comune che sovrintende pure all’urbanistica e alla toponomastica cittadina!”. “Io, ho trovato solo il civico 1”, fa il medico. “Il civico 1 è all’ingresso di un parco e sotto il numero civico c’è un bel tabellone dov’è scritto civici dal n. 1 al n. 8, dotto’!”, sbotta ormai annichilita da tanta ipocrisia (o scemità?) la maratoneta. “ Io sono venuto due volte ed il 4 non l’ho mai trovato”… Ci è o ci fa?… “Ah! Pure recidivo, eh?” – tuona la gentile accompagnatrice – “E non si è accorto, quand’era davanti al civico 1 che c’è pure una bellissima, vastissima portineria, dove informarsi sulle sorti del civico 4?”. “La Portineria era chiusa!”. “Ah! Allora lei è venuto pure fuori orario di visite legali e fiscali!… Mi scusi, ma al secondo tentativo non poteva dare un colpo di telefono al recapito segnato dietro l’impegnativa?”. “Non siamo tenuti a far questo!… Comunque, il civico 4 non esiste!”. “Dottore, mi scusi, ma se legge l’impegnativa del medico di base, il timbro apposto sotto la firma dice addirittura di via Altamura 6 ovvero il medico abita nello stesso parco dell’assistita… o sbaglia pure lui e da’ informazioni false?”…. Dopo una tiritera di circa venti minuti, finalmente il medico acconsente a visitare ambulatorialmente la signora. La gentile ed ormai idrofoba accompagnatrice, scende, così, al secondo piano. In attesa con l’anziana paziente di poter finalmente procedere alla seconda visita ambulatoriale prevista, furibonda inizia ad arringare la folla circa la disorganizzazione di un servizio che spetta a tutti, nel migliore dei modi perché rientra nei diritti del contribuente, ai quali, per giunta, la Sanità Campana impone anche, oltre il ticket, un vessatorio pagamento di ulteriori euri dieci (ventimila delle vecchie lire!) quale non meglio identificabile ma scandalosa “quota ricetta”  prevista di sostegno alle ASL sfasciate d’Italia dalla eccellentissima, “socialissima”, “umanissima”, “compagnissima” Finanziaria 2007. Una vera presa per i fondelli!Dopo qualche ora - sono ormai le 12,30 passate – completato l’iter al secondo piano si sale al terzo. Considerato che sono “empiricamente” prive di prenotazione per l’ambulatorio di diabetologia, le nostre eroine sono costrette ad attendere che anche l’ultimo in coda sia visitato dal medico… A questo punto, l’anziana che ogni mattina assume un diuretico contro l’ipertensione umilmente chiede di cercare nei pressi un bagno… che si trova, da indicazioni, esattamente dall’altra parte del fabbricato… Si incamminano alla ventura nei meandri del terzo piano dela ASL. Finalmente, intravedono un camice bianco per cui l’accompagnatrice si tuffa a pesce chiedendo “Scusi! Scusi, signora….” “Non vede che sto parlando con un’altra persona?” risponde in malomodo la spocchiosissima, quasi sexy, paramedico. “Vabbe’, d’accordo! Signora Maria, la faccia pure qui la pipì, visto che non la trattiene più, così impara ‘sta spocchia a fare tanto la “TuMiStufi"… Cavoli! Volevo solo chiedere dov’è la toilette! E’ dalle 8 stamattina che non si riesce a trovare un bagno qui dentro o qualcuno che ti dica dov’è. E’ complicato pure trovare qualcuno che lavora qui!”…. si ritorna infine dal diabetologo che “diabetologa” di routine la signora Maria, appuntando però sulla vecchia impegnativa di avere effettuato “visita domiciliare”! L’anziana signora trova ancora la forza di sorridere e di essere gentile e formula pure un cortese “Grazie” come se avesse ricevuto un favore… Ma non finisce qua. La signora era in possesso da circa tre mesi di un modulo per l’esenzione datole dal medico di famiglia, compilato scrupolosamente dalla figlia ed in attesa d’essere consegnato nel competente ufficio ASL  che – non si capisce il perché –  pur funzionante quotidianamente come qualsiasi altro ufficio pubblico, aveva partorito la bella iniziativa di procedere al ritiro di quei moduli solo nel pomeriggio dei giorni dispari, costringendo gli assistiti esenti, ovviamente quasi tutti anziani, a recarsi nuovamente nell’infernale ASL al di là degli orari di ambulatorio… Che bella pensata! Veramente un’ ulteriore  mano tesa agli anziani… perché desistano, forse, dal fare istanza per un diritto acquisito. Complimenti anche alle direttive Ministeriali che continuano ad oberare di burocrazia ed obblighi i più deboli! Chissà se quella pavoncella della “ministra”, qualche congiunto di Bassolino o Jervolino, hanno mai fatto una coda in qualche ASL…. Comunque, si è nel giorno dispari ed ormai è scattato l’orario amministrativo pomeridiano. Un altro pizzico sulla pancia e si sistema anche quest’altra incombenza! Primo piano, paradiso dei travet… “sanitari” (in ogni senso). La porta della stanza deputata all’istruzione di tal pratica è socchiusa; l’accompagnatrice, da un colpetto con le nocche sulla porta e lancia un cortese “Si può, è permesso?” ma viene investita da un trucido, scostumatissimo “NOO! Siamo occupati! Aspetti fuori!” e due secondi dopo la porta le viene letteralmente sbattuta in faccia. “Mah! Forse ci sarà qualche altro utente, lì dentro. Aspettiamo, signora Maria”… Passa il tempo… Giunge trafelata un’altra signora che viene informata dalla solidale accompagnatrice che non si può ancora accedere a quell’ufficio, perché gli “impiagati” sono impiegati nelle loro funzioni. La signora desiste, deve andare a prendere la bambina a scuola e fa retromarcia, incocciando il poliziotto al quale aveva chiesto poc’anzi ove fosse ubicato l’ufficio in questione. Costui si meraviglia nel veder andar via la signora e, probabilmente consapevole degli usi e costumi di quei travet, spalanca egli stesso la porta di quell’ufficio, invitando le signore ad entrare. Nella stanza non v’era alcun altro utente; solo i tre “impiagati” a chiacchierare seduti dietro le loro belle ed autorevoli scrivanie! La semplice consegna del modulo è stata altrettanto complicata e laboriosa, a causa della poca prontezza di spirito dell’”impiagata” dallo sguardo assente, inconsapevole di essere anche un pubblico ufficiale quando siede bellina bellina dietro la sua autorevole scrivania. In cambio del modulo accompagnato dalla presentazione brevi manu della tessera sanitaria della signora Maria, lì in carne, ossa e documenti originali e non su delega, l’amministrativa avrebbe dovuto apporre un timbro tondo sul retro della tessera sanitaria, comprovante l’iscrizione alla lista degli “esenti”…(Solo l’età anagrafica della signora Maria dovrebbe, senza altri pastrocchi, iscriverla tra gli esenti, o no?)… Si vede che “non è giornata”, “non butta bene”… perché la piccola “travet” strappa il modulo, dicendo ch’è segnato dalla “sbavatura di una cancellatura” (pensa, forse, di avere tra le mani una scheda elettorale?) E’ una tipa dai riflessi lenti e non ritiene di dover fornire di un altro modulo le astanti. Le viene gentilmente richiesto ma, per cortesia, insieme al modulo che ha distrutto poiché l’accompagnatrice deve ricopiarne i dati che non conosce. Fatto! Oh! Cavolo, cosa manca adesso? “Vada a fare una fotocopia della carta d’identità della signora”. “E..dove vado?” . “In via Mario Fiore!” “Dall’altra parte del circondario? A quest’ora? Per  la  fotocopia di un documento che lei ha in originale tra le mani della sua titolare, presente al suo cospetto?… Ma non ce l’avete una fotocopiatice, qui? Paghiamo la carta e l’inchiostro…Dove vado?” . Inflessibile. Tosta. Perfida!… Fino a quando la povera signora Maria, previdente come sa essere previdente solo chi ha passato di peggio nella vita…la guerra, le foibe, druse Tito, la fuga all’estero, malattie e lutti….. tira fuori da una cartellina colma di carte un paccotto di fotocopie di tutti i suoi documenti! No comment.

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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