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Un blog creato da vocedimegaride il 09/11/2006

La voce di Megaride

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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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Quel Totò poco noto

Post n°267 pubblicato il 16 Aprile 2007 da vocedimegaride
 

segnalatoci da Claudia Spagnuolo di Cittadinanza Attiva che condivide con noi grande amore e rispetto per le creature abbandonate e straziate dalla crudeltà "umana"  e viva ammirazione per quell'uomo d'altri tempi, Totò, del quale tutti nutriamo immensa nostalgia e che ci piace ritrovare in questo ritratto insolito, sperando sia d'esempio a chi dice di onorarlo.
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LA STAMPA
15/4/2007 (8:21)

Totò, un principe tra i cani
L'attore dedicò gli ultimi anni della vita a curare gli animali abbandonati

(LIETTA TORNABUONI)

Vedrà che accoglienza. Quei cani mi vogliono bene», prometteva Totò. L¹attore meraviglioso morto quarant¹anni fa, il 15 aprile 1967, accompagnato dal dolore italiano e da una semplice benedizione perché le autorità ecclesiastiche non gli perdonavano d¹aver vissuto anni con Franca Faldini senza sposarsi e d¹essere massone, non era un uomo d¹amore. Gli piacevano le donne, ne apprezzava la dedizione quando c¹era, era legato alla figlia, era sentimentale alla napoletana, ma voleva bene a pochi: però amava i cani, moltissimo. Nel 1960, per accogliere cani sperduti o sfortunati, fece costruire l¹«Ospizio dei trovatelli», un canile moderno e attrezzatissimo che gli costò quarantacinque milioni. Anche prima, finanziava diversi piccoli canili artigianali, spendendo molto.
Li visitava tutti regolarmente, a turno. Quella domenica andavo con lui e con un fotografo a uno di questi rifugi, sui prati tra la periferia romana e Ostia. Totò appariva non si dice elegante (risultava sempre troppo azzimato) ma impeccabile: cappello, bel cappotto, scarpe lucide, sceso dalla macchina venne accompagnato dall¹autista alla rete metallica che circondava il terreno di giochi dei cani, aiutato a entrare. Una festa: gli si precipitarono addosso tutti insieme abbaiando, mugolando, scodinzolando, puntandogli le zampe sul cappotto. Lo riconoscevano, mentre Totò aveva la vista troppo danneggiata per riuscire a individuarli, né avrebbe potuto distinguerli dal nome. Ai cani quasi mai attribuiva un nome («Mica sono figli»). Li chiamava tutti «cane» e basta, sin dall¹infanzia nel rione Sanità vicino alla stazione ferroviaria di Napoli, quando Totò portava il cognome della madre nubile, Clemente (sarebbe diventato De Curtis soltanto nel 1928, dopo il matrimonio della madre con il marchese De Curtis, reso possibile dalla morte dell¹ostile padre dello sposo). Detestava l¹aggettivo «randagio», non lo usava mai. Nelle diverse case che ebbe a Roma, sempre ai Parioli quartiere di ricchi, ospitava cani raramente («Vogliamo farli soffrire in un appartamento?»). Nei film non li gradiva, a parte qualche barbone sporco o volpino spelacchiato che restavano anche loro «cane», senza nome. Quanto a Totò, più nella vita privata, per via di adozioni o simili, il suo nome diventava altisonante, nobiliare, principesco, imperiale, più i suoi nomi cinematografici si facevano ridicoli: Totokamen, Cacace, Totonno, La Trippa, Sgargiulo, Posalaquaglia, Ciancicato, Canarinis, mentre la sua «spalla» Mario Castellani poteva chiamarsi Za la Mortadelle.
Con i cani Totò giocava alla pari: loro facevano salti, lui si torceva e scattava in uno dei suoi numeri fisici geniali (anche per far piacere al fotografo). Li carezzava tutti, sul muso: «Visto che vita, che energia?», chiedeva. Poi si mise a parlare di gestione con la signora responsabile dei cani: conti, animali malati, interventi burocratici dei vigili, veterinario... Totò si annoiava, diventava di cattivo umore come quando in un film (era «Totò le Mokò»?) guardava Algeri dall¹alto e sospirava: «Sempre in Casbah, sempre in Casbah...». Tornò a giocare coi cani. Poi tese le braccia come un bambino piccolo, in atteso che qualcuno andasse a prenderlo e lo portasse via, piano piano.

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

IL MEZZOGIORNO CHE DIFENDIAMO

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vuoi effettuare un tour virtuale e di grande suggestione tra le numerose bellezze paesaggistiche, artistiche ed architettoniche di quel Mezzogiorno sempre più obliato dalle cronache del presente?
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I consigli di bellezza
di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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