« Midnight in Paris | Le idi di marzo » |
E' una di quelle rare volte in cui non sono riuscito a risolvere completamente delle perplessità ma ad un certo punto occorre prendere posizione o quantomeno nota. Il film è, ovviamente, alla Sokurov: estenuante, asfissiante, morboso, faticoso, avvilente. Ma è, veltronianamente, ANCHE affascinante, inebriante, attraente, originale. Interminabili piani sequenza accompagnano Faust e il diavolo nel lerciume umano, nella sua violenza, nella sgradevolezza. Ma anche in immagini strepitose, in una fotografia abbagliante, in una continua scoperta dell'"uomo". |
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