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BUTTIAMOLA IN CACIARA !!!

Post n°781 pubblicato il 28 Maggio 2012 da kiwai

 

Una caratteristica di chi ha poche idee e molto ben confuse è quella di sfuggire alla logica, tuffandosi nell’oceano del qualunquismo demagogico sindacaleggiante.

 

“Dice anche che non esistono imprenditori pubblici, a questo punto mi chiedo che lavoro fa perché non sa nemmeno quello che dice. Siccome che [aih aih aih !!!] da imprenditore, così come dice di essere, si sente onorato di appartenere alla categoria dei 'self made men', e spero per lui che sia così, vorrei parlare di quelli che invece riescono a mandare in fallimento intere aziende magari facendosi pagare dalla azienda i lavori di casa propria ..”

 

Se tu parli di “rape”, lui ti risponde con una sgangherata dissertazione sulla “dieta dissociata” … confesso la mia abissale incompetenza, ma ignoro se ci sia una correlazione tra le rape e una simile dieta … un fatto però è certo:

NON ESISTONO IMPRENDITORI PUBBLICI.

 

E siccome “non è mai troppo tardi” … (a questo punto è indispensabile un po’ di “squola serale” per il nostro) vediamo di precisare la definizione giuridica di imprenditore e gli aspetti caratterizzanti dell’impresa:

1. è imprenditore una persona fisica o giuridica, che svolge un’attività economica volta ad utilizzare i fattori produttivi (capitali, lavoro e materie prime) per ottenere un prodotto (bene o servizio);

2. i beni e servizi che costituiscono il prodotto dell'impresa sono solo quelli che hanno un valore economico; i beni o servizi privi di un valore di scambio non costituiscono "prodotto" in senso economico;

3. sull'imprenditore ricade il rischio d'impresa ovvero il rischio del risultato economico dell'attività intrapresa;

 

Ne discende senza possibilità di strumentali confusioni, che:

laddove il “prodotto non ha valore di scambio”, come nella “pubblica amministrazione”è ridicolo parlare di “imprenditori pubblici”;

laddove non esiste “rischio d’impresa”, come per i carrozzoni a partecipazione statale, è ridicolo parlare di “imprenditori pubblici”;

 

Sgombrato il campo dal sindacalismo d’accatto di chi confonde strumentalmente gli “imprenditori” con “i manager da carrozzone”, voglio ribadire un concetto che suscita devastanti crisi di orticaria proprio negli scalda sedie sindacalizzati ..   lo Stato non può e non deve essere imprenditore.

 

Lo Stato non può essere imprenditore , perché il “rischio d’impresa” ricade sui cittadini …

Lo Stato investe le risorse della collettività, in attività che sono estranee al mandato istituzionale, affidandone la gestione a soggetti che non rispondono dell’esito economico delle proprie scelte.

 

È di fatto una catena di scelte arbitrarie:

è arbitraria e determinata solo dalla politica, la scelta degli interventi, di cui poi nessuno risponde, neppure politicamente;

è arbitraria e determinata solo dalla politica, la scelta del management, di cui poi nessuno risponde, neppure politicamente;

sono arbitrarie e determinate solo dalla politica, le scelte aziendali, di cui poi i manager non rispondono, neppure politicamente;

gli unici a rispondere dell’esito economico (DISASTROSO) dell’imprenditoria statale sono i cittadini.

 

Lo Stato non deve essere imprenditore , perché deve fornire servizi senza valore di scambio …

Lo Stato deve investire le risorse della collettività, in attività che sono proprie del mandato istituzionale,, per fornire servizi di supporto alle attività dei cittadini, attraverso un sistema di controlli della regolarità dei rapporti privati e sociali, affidandone la gestione a soggetti che DEVONO garantirne l’efficienza, la tempestività  ed il buon funzionamento, rispondendo dell’esito.

 

E dell’esito DEVONO rispondere TUTTI gli operatori del pubblico impiego, dal “manager” all’ultimo degli uscieri, checchè ne dicano certi parassiti, difensori di fannulloni e scaldasedie, è con l’incentivazione del “lavoro”.. non con la difesa assistenzialista del “posto di lavoro” .. che si consente (attraverso una macchina burocratica snella ed efficiente) agli imprenditori veri (quelli che non hanno sedie da scaldare e rischiano in proprio) di far crescere il benessere ... di TUTTI.

 

P.S.

Ovviamente l’elenco riportato nella vignetta è larghissimamente incompleto .. ma rende l’idea.

 

 

 
 
 
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CUBA LIBRE

QUANTO COSTA
LA LIBERTA'???




La morte di un prigioniero di
coscienza, una persona in
carcere per le sue idee, senza
aver commesso alcun reato.
Orlando Zapata Tamayo,
42 anni, fù arrestato durante
la primavera del 2003 e condannato
a tre anni di carcere.
Durante la prigionia a causa della
sua attività di dissidenza nel
carcere, gli furono aggiunti altri
anni di detenzione fino a un totale
di 30 anni di reclusione.
BASTA YA!

 


 

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani  
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