Creato da kiwai il 24/12/2009

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I SEGRETI ISTRUTTORI DI PULCINELLA

Post n°776 pubblicato il 23 Maggio 2012 da kiwai
 

 

C’è una circostanza nella tragedia dell’attentato di Brindisi che dovrebbe far riflettere.

Ancora una volta, per l’ennesima volta, dobbiamo registrare “una strana fuga di notizie”, anzi di documenti.

Si, perché ancora una volta quel perverso meccanismo fatto di pressapochismo, corruzione e falso diritto all’informazione  ha funzionato alla grande.

Mi riferisco alla diffusione del video del presunto attentatore.

Non è degno di un paese civile che a poche ore dal fatto e dal rinvenimento del video, questo sia già in mano alla stampa, che ne ha sbandierato la notizia e subito dopo anche il contenuto.

In questo caso è evidente il danno, forse irreparabile, di questo scoop idiota: informare il responsabile che lo si è individuato e forse riconosciuto è demenziale.

L’attentatore  avrà il vantaggio di nascondersi meglio, oppure lo ritroveremo “eliminato” per recidere il filo che lo lega ai mandanti, in ogni caso avremo dato una bella mazzata alle indagini … in nome della “libera informazione”.

Ma non è certo una novità che esista un filo diretto tra gli inquirenti e certa stampa … basta ricordare gli eclatanti casi di “diffusione” degli atti giudiziari delle Procure antiberlusconiane, il “metodo” è sempre lo stesso: lo scoop paga e per averlo si paga, magari non in denaro ma in attenzione mediatica … del danno alle indagini, alle persone, alla giustizia … chi se ne frega!

Gli autorevoli parrucconi responsabili delle indagini, invece di minimizzare, dovrebbero vergognarsi della loro ignavia, mettere finalmente in atto dei provvedimenti seri per evitare questa che è diventata una squallida abitudine e, soprattutto, risponderne in prima persona.

Ho voluto scrivere questo post proprio oggi, oggi che si ricorda la figura di Giovanni Falcone, un magistrato che nel suo eroico impegno contro la mafia, non ha MAI cercato la visibilità mediatica, svolgendo il suo lavoro con una capacità ed una serietà che troppi suoi "postumi incensatori" ignorano totalmente. 

 
 
 
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CUBA LIBRE

QUANTO COSTA
LA LIBERTA'???




La morte di un prigioniero di
coscienza, una persona in
carcere per le sue idee, senza
aver commesso alcun reato.
Orlando Zapata Tamayo,
42 anni, fù arrestato durante
la primavera del 2003 e condannato
a tre anni di carcere.
Durante la prigionia a causa della
sua attività di dissidenza nel
carcere, gli furono aggiunti altri
anni di detenzione fino a un totale
di 30 anni di reclusione.
BASTA YA!

 


 

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani  
ARTICOLO 19  
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di sostenere opinioni senza condizionamenti e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo ai confini.

 
 

 
 
 

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