LA VOCE DI KAYFA

Pozzuoli muore 

Pur essendo un luogo caro alla cristianità e alla storia per l’importanza che il suo porto ricopriva in epoca romana (ivi sbarcò San Paolo per intraprendere la sua opera di evangelizzazione in  occidente e avviarsi al martirio; fino a quando non venne costruito quello di Ostia, era il primo collegamento commerciale via mare dell’impero romano), nonché famosa perché vi è vissuta Sophia Loren, Pozzuoli è una cittadina con tante difficoltà (da due anni è commissariata a seguito dello scioglimento del consiglio comunale pr infiltrazioni camorristiche). Non bastasse tale mortificazione a ferire questa splendida città in cui storia e leggenda si confondono nelle sulfuree emanazioni della Solfatara, attirando frotte di turisti che, diretti alle isole, non disdegnano di visitarne l’anfiteatro romano, il Tempio di Serapide che con le sue colonne funge da termometro per il bradisismo, gli scavi del Rione Terra, lì dove sorse Diciarchia, l'antica Pozzuoli, a darle l’ulteriore colpo di grazia, se così si può dire, si assommano i cumuli di munnezza accatastati da tempo per le vie e sul lungomare, rendendo impossibile la vita ai cittadini, ai ristoranti al commercio. Per non parlare dei cumuli di spazzatura ammassati nei giardinetti di Via Terracciano, dove ogni mattina si tiene il mercato, che hanno trasformato uno spiazzo dove le mamme, fino a poco tempo fa, portavano a giocare i bambini in una discarica  a cielo aperto, luogo di mensa e di festa per i gabbiani. Così come non sono risparmiate dai rifiuti le aree antistanti i luoghi di culto quali la Chiesa di San Gennaro e quella del Carmine, malgrado l'impegno fattivo dei parroci nel  sensibilizzare le autorità e tenere a bada la rabbia dei cittadini umiliati.
A nulla fino a ora sono valse le proteste degli abitanti, (l’ultima, ieri mattina, ha praticamente paralizzato la viabilità urbana) perché anche a Pozzuoli sopraggiunga finalmente l’esercito (nemmeno fossimo occupati e aspettassimo i liberatori!)  per ripulirla e donarle un aspetto più civile. Oddio, qualche sera fa, sempre dopo una protesta spontanea di cittadini esasperati che appiccarono il fuoco alla spazzatura, qualcuno è intervenuto a ripulire una parte della città sostenuto da un gruppo di giovani volontari della zona, ma è stata “acqua che non leva la seta!”. La spazzatura è ancora là!

Quel che preoccupa di più è che la primavera, almeno da queste parte, è quasi alle porte. Prima che l’aumento delle temperature faccia fermentare i rifiuti, ponendo le condizioni ideali perché si attivino focolai epidemici, non sarebbe il caso che qualcuno intervenisse in maniera drastica per salvare la città e i suoi abitanti da un disastro peggiore della mancata raccolta dei rifiuti?