LA VOCE DI KAYFA

Così fan tutti

Ammettiamolo sinceramente, in pochi, dopo tangentopoli, ci illudevamo davvero che l’intervento della magistratura nelle vicende politiche avesse spazzato via per sempre il malcostume dalla politica italiana! Gli eventi di questi ultimi mesi dove da una serie di intercettazioni telefoniche risulterebbe che alcuni politici della cosiddetta Seconda Repubblica ricalcano con passo sicuro il cammino tracciato dai loro predecessori nella Prima, lascia poco spazio a dubbi: il Guardasigilli indagato col Capo del Governo in una vicenda legata alla gestione ambigua di fondi europei; due leader del massimo partito del centrosinistra investigati per un presunto loro diretto interessamento concernente l’acquisizione di una banca da parte di un gruppo finanziario vicino al partito; il Guardasigilli costretto a dimettersi perché sotto inchiesta, insieme alla moglie agli arresti domiciliari per lo stesso reato con alcuni rappresentanti del suo partito, in una vicenda in cui gli si contesta il reato di concussione; il leader dell’opposizione accusato di corruzione per aver segnalato al Direttore di RAI Fiction cinque attricette, tra cui una legata a un senatore del centrosinistra in cambio del suo passaggio nelle fila del centrodestra; non ultimo lo scandalo rifiuti in Campania in corso da ben 14 anni, dove l’estensione a macchia d’olio sul territorio regionale di cumuli di munnezza testimonia l’inettitudine di chi era preposto ad amministrare la regione malgrado nel corso degli anni siano stati investiti complessivamente tra fondi statali e europei ben 2 miliardi di euro per ripulirla. Insomma a rileggere le cronache di questi ultimi giorni, sembra di essere tornati indietro di quindici anni! Quel che più di ogni altra cosa fa arrabbiare il cittadino è che sia il dimissionario Guardasigilli che il leader dell’opposizione in più di una dichiarazione a seguito dei reati loro contestati hanno lasciato ad intendere che in politica e in certe aziende funziona così, tu dai una cosa a me, io poi dò una cosa a te! Addirittura pare che il leader dell’opposizione si sia fatto stilare una lista dove compaiono cinquanta nomi di funzionari RAI, presenti e passati, le cui amanti, o quelle che un tempo lo furono, lavorano nell’azienda di Stato, minacciando che se mi fanno arrabbiare lo tiro fuori, giuro che lo faccio… (Corriere della Sera del 19 gennaio 2008, pag. 6).

Sia bene inteso, qui nessuno vuole ergersi a moralista, ognuno nel suo piccolo, nella vita quotidiana, vuoi o non vuoi, è costretto ad agire in un certo modo, a sottostare a tacite regole non scritte per ottenere qualcosa, quanto meno garantirsi il pane quotidiano per sé e per i suoi.

Il punto è che questo atteggiamento, criticabile per quanto comune possa essere, praticato da chi, dichiarandosi con fervore vicino ai valori della Chiesa tanto da associare la propria sventura giudiziaria con quanto avvenuto all’Università La Sapienza di Roma al Papa, dando ad intendere che nella nostra società sia in atto un attacco alla cristianità,  dovrebbe garantire che non solo i doveri ma anche i diritti siano comuni tra i cittadini, lascia un attimino interdetti!