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IN CROAZIA, ALL'OMBRA DEL VESUVIO...

Post n°133 pubblicato il 30 Agosto 2006 da kayfakayfa
Foto di kayfakayfa

E' troppo vivo il ricordo delle vacanze appena trascorse, (sono rientrato solo l'altro ieri, e già ieri ho ripreso a lavorare), per cui nella mente è un susseguirsi convulso di immagini in sovrapposizione l'una sull'altra, in cerca di un'adeguata collocazione nei cassetti della memoria, che è presto per abbozzare un resoconto incisivo e dettagliato dei momenti allegri e emozionanti, e dei luoghi suggestivi che le hanno caratterizzate. Meglio lasciare decantare il ricordo per poi riprenderlo in seguito. Tuttavia un aspetto che mi ha colpito dal primo istante che ho messo piede prima sul traghetto che da Ancona ci portava a Starigrad, il porto di Hvar, e quindi sul suolo croato è stato l'enorme e inatteso afflusso di turisti campani che, come noi ,avevano scelto la Crozia quale meta per le proprie ferie. Tutt'intorno si percepiva in maniera incisiva l'idioma napoletano proveniente dalle strade, dalle spiagge, dai ristoranti e dai negozi che ad un certo punto mi è sorto il dubbio d'essere a Procida o a Ischia anziché in Croazia. Dubbio alimentato già alla partenza quando, eravamo appena salpati, sui teleschermi delle tv sulla nave, per un po', ci hanno proposto un recital canoro di Mario Merola e figlio! Sull'isola di Hvar siamo stati un'intera settimana, girandola sia con l'auto sia concedendoci qualche gita in barca, e, ovunque ci spostassimo, eravamo circondati da turisti partenopei o campani che confabulavano tra loro in dialetto come se stessero for' 'o vico 'e casa, (fuori al viale di casa). Per rendervi meglio l'idea, sappiate che, mentre prendevamo il sole sdraiati su un'ampia scogliera nei pressi di Jelsa, ho conosciuto la sorella della testimone di matrimonio di mia cugina figlia della sorella di papà! Praticamente s'imm’ asciuti a pariente, (praticamente ci siamo riscoperti parenti). Ho detto tutto...

Intendiamoci, non avevo la presunzione né di essere tra i pochi napoletani o campani a scegliere la Croazia quale meta esotica ove trascorrere le vacanze perché offre dei paesaggi stupendi e dei buoni servizi a prezzi contenuti, né l’avevo eletta quale destinazione delle vacanze per allontanarmi un attimo dalla mia terra perché la rinnego. Personalmente sono orgoglioso d'essere NAPOLETANO VERACE, e proprio per questo soffro quando durante un viaggio, all'estero o anche "solo" in Italia, incrocio sui miei passi comitive di turisti campani, (meglio generalizzare in termini regionali tenuto conto che spesso col vocabolo "napoletano" s’intende unicamente l'estrazione regionale dei soggetti che parlano in dialetto partenopeo), che col loro comportamento scomposto rafforzano la stereotipata equazione napoletano = incivile/camorrista! 

Aldilà dell'idioma campano che riecheggiava come una costante nell'aria croata, svelando la nazionalità e soprattutto la regionalità di molti turisti, compresa la nostra, quello che mi ha infastidito è stata la sensazione, condivisa da mia moglie, che molti parlassero volutamente in dialetto, per giunta in maniera sguaiata, senza preoccuparsi di dare un tono aulico all'idioma, quasi volessero così affermare una sorta di supremazia e conquista territoriale. Quest'impressione è supportata dal fatto che, dopo averli ascoltati, quando a nostra volta rispondevamo in italiano, rivelando d'essere napoletani veraci e chiedevamo a costoro dai quale zona di Napoli provenissero, essi si rabbuiavano in viso come se fossero stati scoperti in flagrante reato, precisando che in realtà erano della provincia di Napoli, se non addirittura di un'altra città che con Napoli ha ben poco da spartire; a loro volta sforzandosi di parlare in italiano! Unitamente a ciò, quello che più mi ha infastidito è stato notare, soprattutto nei supermercati, che molti corregionali non hanno perso il cattivo gusto di fare i furbi nel tentativo di evitare le file ai banchi, come avveniva in passato da noi quando ancora i gestori non erano muniti di appositi distributori di numeri per regolamentare le file di clienti da servire. Come animali finalmente liberi dal guinzaglio, li vedevi "smaniare", (agitarsi), davanti ai banchi, senza preoccuparsi di chi li precedeva e educatamente attendeva il proprio turno, (in questo caso mi riferisco al sottoscritto), per farsi servire per primi malgrado la fila fosse composta da una sola persona, (sempre il sottoscritto, per intenderci), la quale, stufa di quell'atteggiamento arrogante e cafone, sbottava a sua volta in dialetto, "ma possibile ca c'amma fa' cunoscere pure all'estero?". Solo a quel punto, sentendosi “sgamato”, (scoperto),  il cafone campano, dopo aver guardato costernato e mortificato il proprio corregionale incazzato, volgeva lo sguardo al pavimento aspettando buono buono il proprio turno! Al pari, l'unica volta che ho dovuto pregare mia moglie di rimettersi il reggiseno del costume fu quando incappammo in una comitiva di turisti campani che avevano letteralmente "invaso" un angolo di spiaggia, rendendone praticamente impossibile l’accesso e l’utilizzo a terzi. Nonostante lì in Croazia il topless e il nudismo siano all'ordine del giorno tanto che, non appena fummo per la prima volta in spiaggia, vedendomi circondato da un infinità di seni al vento, alcuni davvero splendidi!, dissi a mia moglie che, se voleva, poteva mettersi libera anche lei perché a me non dava alcun fastidio; dopo un momento di tentennamento, normale per chi prima d'allora non l'aveva mai fatto, se non nell'acqua lontano da sguardi indiscreti, ella si liberò apprezzando il piacere di prendere il sole a seno nudo. Il gusto che provò fu così intenso che ovunque andassimo per fare il bagno, non appena individuava donne in topless, non si creava il problema di liberare a sua volta il seno. Bene, come dicevo, l'unica volta che fui costretto a chiederle di ricoprirsi fu proprio quando incappammo in quest’orda di tamarri corregionali. Tra di loro ce n'era uno pelato, dal viso rubicondo e con una tale panza la cui circonferenza ricordava un enorme mappamondo da salotto, (quelli che all’interno contengono le bottiglie di liquori!), il quale, senza alcun pudore, a braccia conserte e con aria allupata, fissava il seno di mia moglie come se non avesse mai visto prima un bel paio di tette.
 E che cazzo!!!  
Quasi quasi, davvero l'anno prossimo me ne vado in villeggiatura alla spiaggia della Ghiajolella, a Procida! Di certo non troverò la stessa acqua limpida delle coste croate ma allo stesso tempo non troverò nemmeno le orde di tamarri, furbi e allupati che purtroppo continuano a caratterizzare una buona parte della mia regione, visto che ad agosto migrano come animali all’estero, esportando con sé il loro “modo di vivere” che continua a far conoscere i “napoletani” in tutto il mondo, purtroppo! 
                  

 

 
 
 
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