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PONTE MORANDI: L'ENNESIMA GUERRA TRA GUELFI E GHIBELLINI

Post n°1930 pubblicato il 19 Agosto 2018 da kayfakayfa
 

In questo paese in cui l'eterno conflitto tra guelfi e ghibellini cova sotto le ceneri, per poi ravvivarsi non appena se ne presenta l'occasione, il crollo del ponte Morandi a Genova è stato come soffiare sulle polveri per vivificare la fiamma.

Subito sui social, ma non solo, si è scatenata una ridda di commenti/scontri tra quanti condividono la scelta del governo di revocare seduta stante la concessione della gestione alla società Autostrade spa del Gruppo Benetton, e chi invece ritiene che, così facendo, si crei un precedente pericoloso in quanto si metterebbe discussione lo Stato di Diritto poiché, prima di revocare la concessione, bisogna seguire l'iter previsto dalla legge, anziché scavalcarla malgrado la tragicità dell'evento. Revocare a prescindere da quelli che saranno i risultati dell'inchiesta della magistratura e non attenendosi alle clausole contrattuali  sarebbe un gesto di autoritarismo da parte del governo che, così facendo, infrangerebbe la legge, (essendo il potere legislativo del Parlamento, il governo non potrebbe varare un decreto legge per modificare la legge che regolamenta le privatizzazioni, ponendolo all'approvazione del Parlamento, senza nemmeno porre la fiducia perché è improbabile che qualcuno voti contro un provvedimento teso a tutelare cittadini? In meno di quindici giorni modificarono la legge pensionistica, rovinando la vita a migliaia di italiani, possibile che non si possa fare lo stesso in questo caso?)

È superfluo aggiungere che quanti sostengono questa seconda versione, sposata in blocco dalle opposizioni, accusano di populismo coloro che invece sostengono la revoca a prescindere posta in corso dal governo. Viceversa chi appoggia la tesi delle opposizioni, viene additato come  un "sostenitore dei poteri forti" da parte di chi è  per la revoca a monte.

Cercando di mettere da parte gli istinti di pancia - è difficile davanti a un'immane tragedia come quella di Genova, non solo per i morti e la distruzione derivanti ma anche perché da quel maledetto 14 agosto qualunque automobilista transiti su un ponte o un viadotto autostradale italiano non si sente più sicuro, tirando un sospiro di sollievo ogni qualvlta ne attraverserà uno, magari infrangendo tutti i limiti di velocità, Bertolaso docet - è evidente che il crollo del ponte Morandi, come più di un tecnico ha sottolineato, non può avvenire all'improvviso dalla mattina alla sera; che molto probabilmente c'erano delle condizioni di criticità non rivelate che ne hanno causato il cedimento. Un dato incontestabile è che il ponte, a partire dagli anni ottanta, era in perenne manutenzione a conferma che la sua struttura presentava oggettivamente delle problematiche. Diversamente non si comprende il perché di tali ripetuti  interventi di revisione!

Toccherà ai responsabili dell'inchiesta stabilire cosa, in fase di manutenzione, possa essere sfuggito agli addetti ai lavori, in primis afgli ingegneri, per cui non ci si sarebbe resi conto del reale pericolo che il ponte rappresentava.

Questo punto, a mio avviso, potrebbe risolversi a favore della società Autostrade: se il dipendente di un'azienda, pubblica o privata, commette un'inadempienza nei confronti di un cliente, il cliente non si rivarrà verso il dipendente ma presenterà reclamo ufficiale direttamente all'azienda da cui si sente gabbato; appurato il danno, l'azienda risarcirà il cliente, porgendo le proprie scuse. Quindi convocherà il dipendente inadempiente, attivando azioni disciplinari  nei suoi confronti, giungendo perfino al licenziamento se il danno commesso è incommensurabile e ha leso in maniera irreparabile l'immagine aziendale. Ovviamente il dipendente a sua volta attiverà una procedura di contestazione legale all'azienda, rimanendo comunque sospeso dal servizio e con lo stipendio congelato fino a quando il giudice non si pronuncerà, stabilendo se il licenziamento è giusto oppure se, come sostiene il dipendente, l'errore è conseguenza delle condizioni di lavoro proibitive in cui era costretto a lavorare e quindi l'azienda è corresponsabile, stabilendo il reintegro del lavoratore, il quale potrà scegliere se tornare a lavoro o "accontentarsi" di un congruo rimborso economico.

Poiché a fare i controlli sul ponte non sono fisicamente né i membri della famiglia Benetton, né tantomeno i vertici di Autostrade spa, ma i tecnici e gli operai stipendiati per tale funzione, è presumibile che la società avvierà un'inchiesta interna per risalire ai responsabile della manutenzione per stabilire se hanno commesso qualche errore di valutazione o di negligenza, in particolare gli ingegneri, e, una volta appurate eventuali responsabilità, rivalersi contro di loro legalmente.

Il problema della revoca della concessione, al di là degli aspetti formali in chiave di diritto, apre agli occhi del cittadino comune scenari inquietanti in quanto, a questo punto, viene naturale chiedersi: nell'attesa che la revoca della concessione sarà confermata, chi curerà la manutenzione del tratto autostradale, più dell'80%, gestito dal gruppo Benetton? La stessa concessionaria, aspettando la sentenza definitiva del contenzioso tra Stato e Autostrade spa per la conferma o l'annullamento della revoca? O la gestione di Autostrade verrò congelata e, nell'attesa di conoscere i risultati dell'inchiesta, verrà concessa a terzi con la supervisione del Ministero dei Trasporti?

Aspettando di conoscere gli sviluppi di questa intricatissima vicenda che avrà sicuramente dei lunghissimi strascichi legali e giudiziari, al momento, il conflitto tra guelfi e ghibellini sembra essersi attenuato. soprattutto dopo alcune dichiarazioni di alcuni esponenti della politica e della cultura di sinistra, premesso che in Italia esista ancora la sinistra, che, andando controcorrente, hanno affermato essere "sacrosanta" la revoca della gestione a Autostrade spa - Stefano Fassina di LeU a In Onda su La sette il 17 agosto, con il sostegno di Rifondazione comunista,  e la giornalista Lucia Annuziata che  il 16 agosto sull'Huffingtonpost ha scritto un editoriale di fuoco contro i vertici del gruppo Autostrade in cui, seppure mettesse in evidenza che la revoca della concessione "ha tutte le stigmate di un governo che non vuole fare i conti con i diritti acquisiti, con le regole istituzionali", aggiunge, "Ma, francamente, in questo caso è difficile difendere i diritti di un'azienda che non ha a cuore i diritti di tutti" - gli animi sembrano essersi un tantino sopiti a conferma che molti che si scagliano contro chi sostiene i "populisti", irridendoli e accusandoli di pressapochismo e idiozia, a loro volta orientano le proprie opinioni, non in rapporto a un ragionamento personale ma  a seconda della direzione sueguita dal proprio referente politico; ponendosi di fatto nella stessa condizione di chi irridono che, a loro dire, seguirebbero come topi il pifferaio magico.

Gli applausi di ieri durante i funerali delle vittime al Presidente Mattarella e agli esponenti del governo, unitamente alle contestazioni al Segretario reggente del Pd Martina, sono la conferma di quale sia in questo momento lo stato d'animo di una buona fetta del paese - avrei voluto scrivere "del paese intero", ma ho preferito limitarmi perché qualcuno si sarebbe potuto risentire non riconoscendosi in quella condizione interiore.

Siamo e saremo sempre un paese di guelfi e ghibellini, non dimentichiamolo!

 
 
 
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