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LA SCORTA A SAVIANO E' IL PREZZO PER LA LIBERTA'

Post n°1914 pubblicato il 23 Giugno 2018 da kayfakayfa

È proprio vero, noi italiani abbiamo la memoria corta, anzi cortissima. L'ulteriore conferma di questa particolarità nostrana è la polemica in atto da alcune settimane tra il Ministro degli Interni Matteo Salvini e lo scrittore Roberto Saviano, nata prima dal veto del Ministro all'approdo in un porto italiano della nave ong Aquarius con 629 migranti a bordo e successivamente dalla sua proposta di censire i rom.

Com'è nel suo stile, l'autore di Gomorra le cose non le manda a dire e senza giri di parole ha tacciato di fascismo il Ministro degli Interni il quale, per tutta risposta, ha dichiarato che valuterà se ci sono gli estremi per cui Saviano continui a usufruire della scorta  - lo scrittore è sotto scorta da quando pubblicò il bestseller mondiale Gomorra in cui rivelò come fosse strutturata l'organizzazione criminale dei casalesi che, per questo motivo, lo condannò a morte.

Da quando è iniziata la querelle Salvini-Saviano/scorta sì-scorta no, come accade sempre in questo paese, si sono formate due tifoserie, ossia persone che ragionano di pancia: da una parte quella dello scrittore, dall'altra quella del Ministro.

Quella dello scrittore attacca a testa bassa Salvini e chi ne difende l'operato, definendoli, nel migliore dei casi, razzisti. Accostando il censimento dei rom proposto da Salvini alla schedatura degli ebrei attuata dal fascismo 80 anni fa, cui seguirono le leggi razziali e poi lo sterminio degli ebrei.

Viceversa chi difende il Ministro, dipinge come buonisti Saviano e i suoi seguaci, attribuendogli la colpa di spendersi solo a parole per i migranti ma di non fare concretamente nulla per loro. Aggiungendo, a ulteriore sostegno delle proprie posizioni anti-migranti, e dunque anti-Saviano, le pessime condizioni igienico-sanitarie in cui versano sia i centri di prima accoglienza dei migranti sulle nostre coste, sia i campi rom; nonché fa presente che, laddove migranti e rom mettono radici - strade e piazze a ridosso delle stazioni ferroviarie e periferie urbane ed extra urbane -, ci sarebbe un incremento esponenziale della prostituzione maschile e femminile e della criminalità.

Lascia perplessi che molti di coloro che sono schierati con lo scrittore appartengono al PD, ossia a quella forza di governo il cui Segretario dell'epoca, Renzi, in un suo libro affermava che i migranti andavano aiutati a casa loro, suscitando l'ira di Saviano che replicò, " quanta ipocrisia da parte di chi vende armi ai regimi."

Che Saviano non susciti particolari simpatie finanche nell'ambiente culturale di sinistra è cosa ben nota. Non è un caso se lo scrittore fu uno dei pochi intellettuali di sinistra a scagliarsi più volte contro l'allora segretario e poi premier Renzi. Senza contare che fu sempre lui a denunciare il conflitto di interessi dell'allora Ministro Boschi nella vicenda Banca Etruria, chiedendone le dimissioni.

È legittimo che Saviano possa non piacere come scrittore, i gusti letterari sono personali. Così come è probabile che l'antipatia che lo scrittore suscita in maniera trasversale da destra a sinistra derivi non tanto dal suo atteggiarsi a tuttologo, quanto dai suoi successi economici in termini di  vendite dei suoi libri nel mondo - si sa, i vincenti alimentano l'invidia degli altri.

Ma gli va riconosciuto il merito che quando il governo Renzi iniziò a fare politiche di destra, le denunciò apertamente. Viceversa, tanti intellettuali di sinistra, nel momento in cui Renzi assurse al potere e si mosse in sintonia con i precedenti governi Berlusconi, né dissero nulla, né mossero un dito per denunciare quanto stava avvenendo. Mentre quando in precedenza quelle stesse politiche  voleva attuarle il centrodestra berlusconiano, non si fecero scrupoli di scendere in piazza, organizzando girotondi intorno ai palazzi del potere o scrivendo articoli al vetriolo contro il governo; mentre i loro giornali uscivano con un postit giallo sulla prima pagina in segno di protesta contro la legge "bavaglio" che il governo stava varando per limitare l'informazione, poi non se ne fece più nulla. Quando poi la stessa proposta di legge, ma più restrittiva, la presentò Renzi, tutti zitti.

Bene, quegli stessi intellettuali - dall'onestà intellettuale a corrente alternata, verrebbe da dire -, sono gli stessi che oggi attaccano Salvini per le sue politiche "fasciste". Ma tacquero quando Minniti, Ministro degli interni del governo di centrosinistra a guida Gentiloni sostenuto dal PD, per ridurre gli sbarchi, stipulò un patto con la Libia, istituendo centri di accoglienza sulle coste libiche al fine di bloccare le partenze di quanti erano pronti a imbarcarsi per l'Europa, pur sapendo che quei centri di accoglienza in realtà sono dei veri e propri lager dove  contro i "detenuti" vengono perpetrate violenze di ogni genere.

Essere in disaccordo con Saviano va benissimo, purché alle sue ragioni si contrappongano di valide. Diversamente se si è contro di lui solo per partito preso, magari perché risulta antipatico, meglio tacere.

Invocare che gli si tolga la scorta per via delle sue idee, non è né di destra , né di sinistra: è una tale meschinità che si commenta da sola. magari con un vocabolo che in questi giorni è quanto mai abusato, fascismo!

Vivere sotto scorta per aver avuto il coraggio di scrivere ciò che precedentemente altri avevano taciuto, seppure scrivendolo si è diventati benestanti, è segno che la libertà ha un prezzo.

E che prezzo!

 
 
 
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