LA VOCE DI KAYFA

M5S, PER GOVERNARE CE VO 'A CAZZIMMA!

Dispiace dirlo, le giustificazioni di Di Maio secondo cui sarebbe colpa di una congiura delle lobby e dei poteri forti se l'amministrazione pentastellata a Roma sta avendo grosse difficoltà nella gestione della res publica non convincono.

Non convincono perché il M5S lo sapeva benissimo fin da quando aveva calato sul tavolo la propria candidatura al governo della capitale che se avesse vinto le elezioni, com'è poi avvenuto, il proprio sindaco si sarebbe dovuto scontrare con il mondo intero.

Per interderci, con quel mondo che per oltre un ventennio ha governato Roma, facendone la propria miniera d'oro. Partendo dai cosiddetti palazzinari, passando da coloro che hanno interessi nelle varie municipalizzate, ACEA in primis, finendo a coloro che gestiscono il sistema di smaltimento dei rifiuti praticamente da sempre.

A ragione delle proprie possibilità di vittoria il M5S aveva come sponsor involontario l'inchiesta mafia capitale che metteva a nudo un sistema di corruttele politico- imprenditoriale-criminale i cui interessi svariavano in ogni settore della gestione cosa pubblica capitolina, inclusa quella degli immigrati e dei centri di accoglienza, dove risultavano coinvolti tutti i partiti di vecchi stampo, nessuno escluso.

Senza contare che da alcune intercettazioni telefoniche utilizzate per l'inchiesta, i protagonisti, all'epoca delle ultime elezioni politiche, si auguravano che non vincesse il M5S in quanto i suoi rappresentanti erano considerati incorruttibili e quindi per loro sarebbe stato difficili continuare a fare affari sulle spalle degli italiani.

In virtù di quanto era evidente che se il M5S avesse vinto le amministrative romane, la sua presenza alla guida della città eterna avrebbe significato per molti la rottura di collaudati equilibri illeciti. Di conseguenza era aspicabile che quel sistema di affari loschi difficilmente avrebbe lasciato che il Sindaco pentastallato e la sua giunta lavorassero in tranquillità.

Se a tutto ciò aggiungiamo che già a monte era stato deciso che Roma sarebbe stata candidata per ospitare le olimpiadi del 2024, prescindendo da chiunque sarebbe stato il successore di Marino. E dato che la Raggi e il M5S si sono sempre schierati contro la candidatura sostenendo che Roma ha ben altri problemi cui pensare rispetto alle olimpiadi, è ovvio che il sistema, che già fiutava l'affare, vedendo all'improvviso svanire la gallina dalle uova d'oro, avrebbe fatto di tutto pur di mettere in crisi la giunta affinché cadesse.

Tutto questo Di Maio & c. lo sapevano benissimo tanto da invocare il sostegno dei romani all'indomani della vittoria della Raggi.

Pertanto sorprende che, nonostante tutto ciò, siano stesso i cinque stelle con il loro atteggiamento alquanto improvvisato e caotico nel governo della capitale a darsi la zappa sui piedi.

Le dimissioni di alcuni membri importanti della squadra di governo per incompatibilità con alcuni membri della giunta la dicono lunga su quanto a favore di quel sistema che voleva combattere il M5S stia involontariamente collaborando.

Se io entro in casa del lupo senza alcuna precauzione lo faccio perché o sono più forte del lupo o perché sono un ingenuo che si illude che alzando un po' la voce il lupo si intimorisca e la smette di comportarsi da lupo trasformandosi per magia in agnellino.

Al momento a Roma il M5S sta dimostrando di non essere niente afatto più forte del lupo.

L'ingenuità nella vita, per quanto possa sposarsi con una buona dose di onestà e civismo, non basta per fare bene.

Nella vita per vincere ce vo 'a cazzimma.

Da buon napoletano, Di Maio sa bene a cosa mi riferisco.

Sarebbe il caso lo spiegasse alla Raggi!