LA VOCE DI KAYFA

BOSCHI, VOTARE NO NON SAREBBE FASCISMO MA BUONSENSO

Sarebbe il caso che qualcuno spiegasse al Ministro Maria Elena Boschi che il dissenso è il sale della democrazia. Dunque considerare, come ha fatto il Ministro, alla stregua di attivisti di Casa Pound, leggi fascisti, quanti a ottobre voteranno No alla riforma costituzionale che porta il suo nome è un'offesa a tanti milioni di italiani - in primis all'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) che hanno combattuto il fascismo e di cui è figlia l'attuale Costituzione - non la voteranno. O, peggio, non gradendo Renzi al governo, voteranno No con la speranza che, se vincesse il No, il Premier terrà fede all'impegno di dimettersi se gli italiani bocceranno la riforma.

In democrazia le divergenze di pensiero sono indispensabili perché un sistema possa definirsi democratico. E le elezioni o, come in questo caso, il referendum servono a interrogare la volontà popolare per conoscerne l'opinione e adeguarsi alla volontà della maggioranza seppure fosse contraria agli intenti del governo.

Se il Ministro Boschi, anziché spiegare nei dettagli ai cittadini il motivo per cui è giusto votare Sì alla sua riforma, si limita a etichettare come fascisti quanti voteranno No, dà l'impressione di non conoscere Lei per prima i motivi effettivi per cui sia giusto avallarla.

Così come, anziché classificare “gufi” o “professoroni” in senso dispregiativo quei tanti costituzionalisti e professori di diritto contrari alla riforma perché vi riscontrano un reale pericolo di deriva dittatoriale del paese – sono previsti più poteri al Premier per via del premio di maggioranza che dà il massimo dei seggi a una minoranza relativa; vanificando in questo modo la funzione di controllo delle opposizioni limitandone la presenza in Parlamento - sarebbe il caso che il Ministro, il Premier e i loro alfieri andassero in televisione non per fare monologhi o finte interviste senza alcun contraddittorio serio, bensì accettassero di affrontare a viso aperto quanti li criticano, ascoltandoli e rispondendo alle loro obiezioni in maniera argomentativa e convincente.

Solo in questo modo anche i più riottosi alla riforma potrebbero cambiare opinione e votare Sì.

Viceversa rimarrà sempre il dubbio che la riforma in realtà è davvero una schiforma , come qualcuno l'ha ironicamente battezzata.

Di conseguenza votare No non significherebbe essere fascisti ma semplicemente gente di buonsenso!