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PAPA FRANCESCO E RENZI METTONO A DURA PROVA LA STAMPA

Post n°1586 pubblicato il 18 Gennaio 2015 da kayfakayfa

Che la stragrande maggioranza della stampa italiana non fosse “libera”, non lo scopriamo certo oggi. Tuttavia, se qualcuno sperava il contrario, quanto è accaduto nella settimana appena conclusasi ha ulteriormente accentuato questa triste realtà. Mi riferisco a due eventi apparentemente distanti tra loro eppure con un denominatore comune, il silenzio dei media italiani.  Sto parlando delle dichiarazioni del papa sull’attentato a Cherlie Hebdo e della magra figura di Renzi, selfie incluso, al Parlamento Europeo.

Ma andiamo con ordine. Iniziamo dal Pontefice.

Durante il viaggio in aereo dallo Sri Lanka alle Filippine, Papa Francesco, tanto amato da una parte della sinistra italiana per molte sue affermazioni e per molti suoi gesti in sintonia con la politica di sinistra, parlando ai giornalisti dell’attentato a Parigi ha testualmente dichiarato: “è aberrante uccidere in nome di Dio. Ma se il dottor Gasparri dice una parolaccia alla mia mamma gli aspetta un pugno. Ma è normale, è normale”.

Com’era prevedibile un vespaio di polemiche s’è subito levato all’indirizzo del Papa. Molti, interpretandone le parole come una sorta di giustificazione dell’attentato, hanno inserito Papa Francesco nella lista di quanti non sono Charlie, JE SUIS NE PAS CHARLIE! Dimenticando che alla manifestazione di domenica scorsa a Parigi in nome della Repubblica e della libertà di stampa mancava una delegazione ufficiale del Vaticano, seppure molti rappresentati ecclesiastici erano presenti a titolo personale. Mentre in prima fila erano schierate tante delegazioni straniere di paesi dove la libertà di stampa è soffocata con la galera, la violenza o “l’esilio giornalistico”. (Ci siamo dimenticati dell’editto bulgaro con cui Berlusconi fece fuori dagli schermi RAI, Biagi, Luttazzi e Santoro? O della Santanché che vorrebbe pubblicare in Italia Charlie, proprio lei che durante una puntata di Anno Zero lasciò anticipatamente lo studio perché indignata dalla vignette di Vauro su Berlusconi fidanzato d’Italia?...)

Per riparare allo scatafascio provocato dalla parole del Papa, molta stampa italiana ha preferito gettare acqua sul fuoco, dedicando giusto una finestra all’evento; forzando i titoli in modo che chi leggesse, non sapendo a cosa esattamente si riferissero,  magari vi sorvolasse . Mentre la stampa ecclesiastica, come ad esempio l’Osservatore Romano, ne ha completamente taciuto o, come è il caso di Avvenire, ne ha alterato la natura con titoli vaghi senza espliciti riferimenti all’evento.

Contemporaneamente molti credenti e non, che da quando Francesco è stato eletto al soglio pontificio nutrono verso la sua persona una sincera venerazione perché gli ascoltano dire e gli vedono fare cose che vorrebbero dicesse o facesse un leader politico, sono rimasti scalzati, delusi. Dimenticando che, prima di essere Papa, Francesco è un uomo è come tale anch’egli è preda dei sentimenti. Per quanto dovrebbe tenerli sotto controllo, visto il ruolo che occupa. Magari evitando di parlare come se stesse al bar, come ha dichiarato ieri in un’intervista a Il Fatto il teologo Vito Mancuso.

Così come ha cercato di annacquare le imbarazzanti parole del Papa sulla strage di Parigi, la stragrande maggioranza della stampa italiana allo stesso modo si è adoperata per tacere sulla misera figura raccolta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi al Parlamento Europeo. Evidentemente memore di un suo illustre predecessore che in un consesso internazionale fece aspettare la Merkel perché impegnato in una conversazione telefonica,( ovviamente parliamo di Berlusconi con cui Renzi va particolarmente d’accordo), non volendo essere da meno, il nostro capo del governo si è a sua volta distinto per una commediola di pessimo gusto dando modo al resto dell’Europa di ridire una volta ancora di noi: ha fatto aspettare il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz,  che lo attendava nel palazzo, perché doveva prima telefonare e poi farsi un selfie con delle stagiste, nemmeno fosse in vacanza al mare.

Ciliegina sulla torta, durante la conferenza stampa, mentre Schulz parlava,  Renzi sbadigliava elegantemente nel miglior stile cafonal!

Di tutto ciò la stampa italiana o ha completamente taciuto oppure ha cercato di sdrammatizzare. Così come,  a parte il Fatto, tutti i grossi giornali, dopo averne data notizia perché diffusa il 18 settembre dall’ANSA, stanno completamente tacendo sull’inchiesta che vede indagato il padre del premier italiano per bancarotta fraudolenta.

Che da sempre la “grande” stampa italiana fosse particolarmente attenta a non solleticare la suscettibilità dei “potenti”, tacendone i tanti lati oscuri, non lo scopriamo certo oggi.

Solo che dopo la manifestazione pro Charlie Hebdo cui hanno aderito molti giornali italiani - qualcuno addirittura pubblicando alcune vignette, quelle meno offensive, del settimanale francese, o diffondendo gratuitamente la rivista integrale, come ha fatto Il Fatto - credevamo che anche in Italia la stampa avesse deciso finalmente di fare fino in fondo il proprio dovere di informazione, senza guardare in faccia a nessuno.

Ci sbagliavamo!

In Italia i poteri forti, laici e clericali, vanno difesi fino alla morte in barba alla libertà di stampa, essendo la loro forza tale da poter affossare un giornale, dopo averlo portato all’empireo nazionale e internazionale.

Con buona pace di Cherlie Hebdo!

 
 
 
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