LA VOCE DI KAYFA

Approfittando di un problema al sistema informatico che da martedì mattina tiene in stallo l'azienda presso cui lavoro, riducendo praticamente a zero le mie funzioni lavorative, costringendomi ad inventarmi di tutto pur di non stare con le mani in mano, (cosa che tremendamente odio!), ieri ho preso mezza giornata di permesso e, nel primo pomeriggio, mi sono recato a scuola a trovare i ragazzi con cui ho fatto dieci settimane di laboratorio di scrittura. Quindi sono andato ad assistere a una sfilata di costumi d’epoca confezionati in maniera artigianale da una mia amica, cui seguiva l’inaugurazione di una mostra di pittura artistico/spaziale. Ma andiamo con ordine.
Uscito dall’ufficio, sono passato da casa per cambiarmi e prendere la macchina fotografica digitale. Da giovane amavo molto fotografare, e ancora oggi, quando posso, metto a tracolla la borsa contenente  la reflex e gli accessori per andarmene un po’ in giro a immortalare il mondo. La digitale l’acquistai circa due anni fa per inviare alle riviste con le quali collaboro i pezzi corredati di foto. Tuttavia devo ammettere che fotografare con la reflex è tutto un altro tipo di emozione: scegliere l’inquadratura e l’obbiettivo da utilizzare; regolare la messa a fuoco e il tempo di esposizione, (la mia reflex è una semiautomatica) sono piaceri insostituibili per chi ama l’arte della fotografia. Giunto a scuola sono stato accolto con entusiasmo dai ragazzi e dalle maestre che mi hanno raccontato quel che è accaduto a Ischia durante un breve “campo” scolastico di tre giorni svoltosi alcune settimane fa. Ascoltare con quanto calore i bambini mi narravano la loro esperienza mi ha molto intenerito perché percepivo nei loro gesti e parole affetto sincero verso di me. Addirittura, non appena sono entrato in classe, le maestre mi hanno fatto leggere un breve resoconto scritto da uno dei primi della classe in cui si parlava in maniera superficiale delle varie attività integrative svolte durante l’anno di scuola, dedicando altresì ampio spazio al laboratorio di scrittura che hanno svolto con me. Leggendo mi ha fatto molto lusingato notare che le indicazioni che ho dato loro, da alcuni sono state ottimamente metabolizzate, entrando a far parte del proprio “DNA” letterario. Se davvero un domani qualcuno di questi bambini facesse carriere come giornalista o scrittore, avrei un valido motivo per sentirmi fiero, essendo stato io quello li ha avviati al piacere e alla fatica della scrittura.
Terminata la visita a scuola, sono andato alla sfilata di costumi d’epoca. Mi ha molto colpito notare che le persone che sfilassero, anagraficamente, fossero un contesto eterogeneo. Si andava dal bambino di tre anni all’individuo anziano. Malgrado ciò lo spirito goliardico che si respirava era tale che subito mi sono fatto coinvolgere, e ho preso a scattare foto a destra e a manca tanto che una piacente signora in là con gli anni, vestita tutto di rosso stile anni cinquanta, convinta fossi il fotografo ufficiale della manifestazione, mi si è accostata porgendomi la sua macchinetta perché le scattasse qualche foto. Dopo le prime due pose, le ho proposto timidamente se ne volesse fare un’altra seduta sul divanetto mostrando la coscia. Per nulla scandalizzata dalla mia richiesta, la signora si è subito accomodata, tirando su il vestito, mettendo a nudo la bella coscia, (ah ‘ste tardone…).
La sfilata è durata circa un’ora. Al termine si è svolto l’incivile, massacrante rito dell’assalto al bouffet. Nemmeno fossero affamati del terzo mondo, tutti i presenti, pubblico e modelli, si sono gettati a capofitto sui tavoli per “spazzolare” ogni cosa c’era da mettere sotto i denti, confermando quanto sostiene un mio amico ex ristoratore: quann’ nun se pava, ‘a gente se magn’ pure ‘a merda!, (credo sia superfluo tradurre…).
Alle 18 in punto, come aveva promesso, cosa insolita per un politico, è giunto l’assessore alla cultura per inaugurare la mostra di pittura. Mentre scattavo delle foto al lui e all'artista, ascoltandolo commentare col pittore i quadri esposti, mi ha sorpreso la notevole competenza che dimostrava in campo artistico, supportandola con una breve dedica posta in calce sul registro delle presenze. In passato qualche politico l’ho conosciuto anche io, in particolare alcuni anni fa ebbi modo di ritrovarmi, durante una cena culturale, faccia a faccia con l’assessore alla cultura della mia città. Tra di noi ci fu un pungente scambio di battute. Quello che mi stupì in negativo mentre l’ascoltavo parlare per cercare di giustificare tutta una serie di manchevolezze sul piano culturale relative alla città in cui vivo e opero, sorprendendo anche alcuni dei presenti, fu la facilità con cui ad un certo punto ammise di non avere nemmeno il tempo di leggere i giornali, tanto che, quando si allontanò dal tavolo, il commento unanime fu, MA COME FA QUESTO A FARE L’ASSESSORE ALLA CULTURA SE NON LEGGE NEMMENO I QUOTIDIANI?…
Insomma ieri è stato davvero un bel pomeriggio di simpatia, allegria e cultura, anche culinaria allietata dalla piacevole vista di una coscia d'annata!

P.s.
Pur utilizzando da tempo il pc, non avevo mai trattato le foto. Grazie alle indicazioni di un collega e al suggerimento di una carissima blogger, finalmente corredo il post con una foto scattate alla sfilata di costumi d'epoca!