LA VOCE DI KAYFA

La mia passione per i romanzi gialli nacque un'estate di circa trenta anni fa. Con la mia famiglia andai a trovare quella del fratello di mia madre in vacanza in camping a S. Agnello, un paesino a pochi chilometri da Sorrento. In un angolo del vano tenda dove lo zia e la zia dormivano, intravidi poggiata per terra una busta di plastica stracolma di romanzi di spionaggio. Ne restai così attratto che lo zio me ne regalò alcuni. Nonostante all'epoca avessi poco più di dodici anni, nello spazio di pochi mesi li lessi tutti. E ogni settimana presi l'abitudine ad andare in edicola per acquistare l'ultimo numero in uscita che divoravo nel giro di pochi giorni, a volte addirittura tra il sabato e la domenica.  Successivamente scoprì che, oltre ai romazi di spionaggio, esistevano anche quelli polizieschi, i cosiddetti Gialli per via del colore della loro copertina. Per curiosità ne comprai uno e subito, dalle prime pagine, mi resi conto che quel genere di lettura suscitava in me emiozioni diverse, molto più forti di quelle determinate dalle spy story. Abbandonai pertanto gli agenti segreti e iniziai a seguire le indagini degli investigatori privati con un crescente emozionale mai conosciuto prima. Oltre a leggere i gialli, iniziai a collezionarli, ritrovandomi ad averne un numero tanto ingente da avere serie difficoltà sul dove posizionarli visto che lo spazio della libreria di casa che papà mi aveva assegnato era praticamente un'unica macchia gialla verticale/orizzontale! Per soddisfare la mia passione, chiesi ai miei di regalarmi per Natale l'abbonamento al Giallo Mondadori. Per un anno intero ricevetti la rivista a casa, anche se spesso capitava che un numero o più mi fossero recapitati in ritardo. Allora succedeva che mi ritrovavo ad avere da leggere più di un romanzo e ciò mi mandava in tilt perché ero costretto a scegliere a quale dare la precedenza, consapevole che quelli scartati difficilmente li avrei poi letti per dare spazio ai successivi che mi sarebbero arrivati.
Quell'insana passione mi fece scoprire il gusto dell'andare in giro per bancarelle alla ricerca di Gialli antichi, finanche quelli contrassegnati sulla copertina dai numeri romani che indicavano l'anno dell'era fascista in cui erano stati stampati. Intendiamoci, non che nutrissi  e nutra simapatie nostalgiche! Quei numeri avevano un fascino particolare derivante dalla loro copertina multicolore e dal sapore di antico emanante dalle loro pagine a due colonne ingiallite, (oggi purtroppo anche il Giallo Mondadori si è adeguato alla pagina a collonna unica). In seguito scoprii che molti di quei numeri "datati" altro non erano che ristampe risalenti alla mia epoca. Ciò non sminuì comunque l'entusiasmo col quale, da solo o con gli amici, mi recavo in giro per le bancarelle della mia città alla ricerca di numeri che consideravo speciali. Riguardo alle trame delle storie, prediligevo quelle ambientate nell'Inghilterra vittoriana, scritte tra le fine del XIX e gli inizi del XX secolo, pregne di nebbie e atmosfere gotiche. Uno degli autori che in tal senso prediligevo era R. A. Freeman. Tra gli americani Ellery Queen era il mio favorito. Ovviamente non disdegnavo la Christie e le sue storie con protagonisti E. Poirot e Miss. Marple, anche se a volte la trovavo stancante, stucchevole, prevedibile. Tuttavia fu leggendo il suo DIECI PICCOLI INDIANI che una sera, mentre ero concentrato nella lettura in cucina, per l'unica volta in vita mia leggendo un giallo, sobbalzai dalla sedia, lanciando un urlo agghiacciante allorché il mio gatto, la cui presenza non avevo percepito, balzò dalla credenza sul tavolo proprio davanti a me. Mia madre e mia zia accorsero spaventate, convinte chissà che disgrazia mi fosse capitata mentre la bestia si rintanò spaventata sotto il letto della nonna e vi uscì solo il giorno dopo...
Col passare degli anni, crescendo, la passione per i gialli si è sopita, lasciando spazio ad altro tipo di letture più impegnate. Tuttavia la reminiscenza di quella passione giovanile mi è sempre rimasta radicata nell'animo tanto che, saltuariamente, mi capitava di comprarne qualcuno, rivivendo attraverso quel gesto la piacevole sensazione di ritornare indietro nel tempo, a quell'epoca di spensieratezza che è la gioventù!
Alcune settimane fa, a distanza di anni, sono tornato ad acquistare un Giallo Mondadori, attratto dal disegno sulla copertina ritraente il profilo di Dante Alighieri e dal titolo accattivante, I DELITTI DEL MOSAICO il cui autore è l'italiano Giulio Leoni. La storia, ambientata nella Firenze medievale all'epoca dell'incedere delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, vede Dante indossare i panni di detective per risolvere il mistero di due omicidi avvenuti in una chiesa in restauro. Non vado oltre per non rubare il gusto della scoperta se tra di voi c'è qualcuno che ama i Gialli e sta leggendo proprio quello in questione. Dico solo che personalmente considero questo di Leoni è un romazo bellissimo, sia per la qualità di scrittura che per l'intreccio della trama capace di lasciare il lettore col fiato sospeso fino all'ultino rigo.
Ieri mattina, non appena ho terminato di leggere le ultime pagine del romanzo, sono nuovamente tornato in edicola ed ho comprato il nuovo Giallo che ho iniziato a leggere sdraiandomi al sole sul lungomare della mia città, chiedendo alla giornalaia di conservarmene una copia ogni qualvolta uscirà.
Non so se quest'improvviso "ritorno di fiamma" per un genere letterario considerato leggero, (ma per quanto mi riguarda è la conferma di come la matematica si adatti alla letteratura visto che per scrivere un giallo occorre non solo avere fantasia, ma senso matematico affinché gli eventi si succedono in maniera logica al pari di un'equazione, senza scalzare il lettore),  debba imputarsi a un mio bisogno di alleggerire la mente e l'animo dalle letture impegnate che costantemente faccio legate alla filosofia ermetica; alle responsabilità derivanti dal lavoro e dalla famiglia soprattutto; o semplicemente al bisogno di illudermi di poter tornare indietro di trent'anni visto che tra circa un mese compirò 42 anni! Non sta a me stabilirlo: per quanto mi riguarda so solo che da alcune settimane sto riscoprendo un piacere dimenticato e che, fino a quando non me ne sarò saziato, la lettura di un Giallo riempirà nuovamente la mia vita!