Creato da card.napellus il 11/04/2008
L'importante è accorgersene

AUGURI

 

 

Crederò in Dio quando lui crederà in me!

 

ADOTTA A DISTANZA IL CARD.

Adotta a distanza il Card.

Questo semplice e relativamente economico gesto ti darà un senso di beatitudine mai provato prima.

Al solo costo di un Negroni al giorno (servito al tavolino del Danieli di Venezia), potrai avere la gioia incomparabile di contribuire alla crescita, alla salute e all'istruzione del tuo Card. prediletto.

Lui ti manderà tutti i mesi una foto, una letterina e se gli telefonerai ti parlerà con voce suadente dei suoi progressi nello studio e nella vita.

Inoltre se sei una donna, puoi contribuire anche in modo più interessante, e coinvolgente, allo sviluppo e alla crescita del tuo Card. 

E ricorda, un Card. è per sempre.

 

Area personale

 

DISCLAIMER

ATTENZIONE

Questo blog potrebbe sembrare una testata giornalistica visto e considerato il penoso livello della maggior parte dei quotidiani.

Si tratta invece di un contenitore di stronzare ad elevata densità, e come tale è regolato dalla legge n.173 del 29.02.2001 e dai successivi regolamenti attuativi.

Gli argomenti trattati in questo blog dovrebbero offendere pesantemente la sensibilità di tutti quelli che hanno un orientamento politico o religioso preciso. Non escludo che possano anche offendere qualche minoranza, ma il blog non è stato concepito espressamente per questo.

Nel leggere questo blog potreste pensare di essere idioti, o che sia idiota chi ci scrive. Entrambe le ipotesi sono valide e meritano di essere approfondite.

Il tempo perso qui non può esservi in alcun modo rimborsato.

Non ci sono più le mezze stagioni - di questo non può in alcun modo essere considerato responsabile il gestore del blog.

 

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Convegni a Milano.

Post n°724 pubblicato il 19 Gennaio 2015 da card.napellus

Se ne parla, e anche io ne parlo.

Intendo dire del convegno dal titolo "Difendere la famiglia per difendere la comunità".

Mettendo da parte la questione se sia giusto che un ex prete pedofilo sia in platea (se è libero da restrizioni alla libertà personale e ha fatto i conti con la giustizia, si, è un cittadino) e le solite proteste più o meno comprensibili, io ho notato alcune cose:

1) Si continua a ripetere le stesse cose come un mantra, alcune sono anche condivisibili, altre sono assurde. Il voler continuare a ripetere che il matrimonio è uno solo, ecc. ormai ha stancato. Il punto non è una nuova forma di unione civile, è rendere le persone LIBERE di fare quello che vogliono quando la cosa riuarda solo loro. Basta una legge del piffero che dice: una persona può dicidere a chi lasciare i propri beni, chi vuole vicino in caso di malattia, chi ha diritto a succedergli nei contratti di affitto o simili. Punto.

2) Si insiste nell'immergere tutto in un pentolone religioso. Se continuano così - cerchino di capirlo - alla fine avranno fra i loro sostenitori due soli gruppi di persone: i benestanti, che sono sempre i primi a voler mantenere lo status quo, e i più disgraziati che pur di trovare un sostegno economico sono disposti a tutto.

3) Leggendo il discorso di Massimo Introvigne, Presidente Comitato “Sì alla Famiglia”, ho trovato una verità: "...il primo nemico della famiglia non sono i gay. Sono d'accordo anch'io. È il fisco...". In realtà doveva articolare diversamente, ma era forse troppo crudo. Così i suoi ascoltatori hanno subito annuito pensando alla figlia che gira ancora con la Smart già vecchia di due anni o alla moglie che ormai va dalla parrucchiera solo una volta alla settimana. La realtà è che il nemico della famiglia, regolare o convivente, etero o gay, è la famiglia ricca, che il fisco appena la sfiora. 

Dati aggiornati ci mostrano che in Italia la somma dei patrimoni delle dieci famiglie più ricche (Leonardo Del Vecchio, i Ferrero, i Berlusconi, Giorgio Armani, i Caltagirone) è superiore al patrimonio del 30% (in lettere: trenta per cento) della popolazione meno abbiente. 

Dieci valgono più di venti (milioni).

Ecco cosa rovina le famiglie, toglie risorse ai loro figli, rende impossibile a un mortale comprare casa (ma in questo caso anche il fatto che una parte consistente degli immobili sia di proprietà della Chiesa non facilita le cose).

Il primo nemico della società non è il gay e nemmeno il prete pedofilo: è la spaccatura.

E ormai in Italia la spaccatura fra ricchissimi e, non dico morti di fame,ma "normali" è un baratro, tutto questo in presenza di una società bloccata instrati impermeabili che rendono i paria sempre più isolati.

Peccato.

Non per me, per i miei figli.

 
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Commenti al Post:
card.napellus
card.napellus il 27/01/15 alle 09:24 via WEB
Io sono una persona semplice, e non capisco perché un contratto civile - perché di questo si tratta - non possa avere delle clausole stabilite dalle parti, come TUTTI i contratti di questo mondo. Durata, prolungamento, rescissione, diritti e doveri in caso di inadempienza... è cosa normale. Altro discorso è quello religioso, quello è un rito con regole sue. Ma quello civile è un contratto stipulato davanti a un rappresentante dello stato che lo registra al pari di un notaio. Nota bene: io sto con Chiara da 28 anni e conviviamo da 22, sempre tutto bene, mai lasciati, mai problemi seri fra di noi. Ma riconosco che è un caso, io non ci avrei creduto, ed è dovuto alla grande persona che sua maestà il Caso mi ha fatto conoscere.
(Rispondi)
 
 
Vince198
Vince198 il 27/01/15 alle 09:55 via WEB
Resto dell'idea, con tutto il rispetto per le tue (in questo caso bisognerebbe vedere le statistiche che danno un quadro più probante), che il termine contratto già di per sé impegnativo, è a mio avviso sbilanciato (favorevole alla donna nel campo dei figli) e forse per questo motivo molti evitano di contrarre matrimonio civile. Ci vorrebbe dunque maggior equilibrio, viste le finalità di quell'atto e l'elevata litigiosità rilevata in tante cause (con motivazioni spesso risibili), senza arrivare a certi eccessi cui abbiamo assistito ed assistiamo negli Usa. Proprio non si riesce a trovare il bandolo della matassa, il che mi rattrista non poco, sinceramente. Un po' più di maturità, responsabilità ed accettazione di qualche diversità nella tolleranza reciproca potrebbe giovare.
(Rispondi)
 
 
 
card.napellus
card.napellus il 27/01/15 alle 10:24 via WEB
Anche nelle convivenze si può arrivare ai ferri corti, e allora non c'è differenza con un divorzio. Per questo sarebbe bene prevedere nel contratto le voci che riguardano il fine rapporto e le competenze. Ma non si può, la legge deve ricalcare il concetto filosofico-religioso di amore per sempre. Roba da canzonette.
(Rispondi)
 
 
 
 
Vince198
Vince198 il 27/01/15 alle 11:47 via WEB
Certamente può accadere di tutto anche nella convivenza. Se non c'è un solido legame interiore allora non so a cosa possa servire lo stare insieme "contrattualmente", ti pare?
(Rispondi) (Vedi gli altri 5 commenti )
 
 
 
 
card.napellus
card.napellus il 27/01/15 alle 12:21 via WEB
Capisco il "solido legame", ma capisco anche che con il tempo due persone possano non stare più bene insieme come un tempo. Dopo venti anni già penso di essere un miracolato, ma è anche dovuto al fatto che dalle sette e mezza di mattina alle otto di sera siamo separati, nei giorni di lavoro. Nemmeno io capisco come si possa stare insieme contrattualmente, ma il matrimonio questo è. Ma visto che è un contratto, non capisco perché le parti non possano liberamente disporre clausole e variazioni.
(Rispondi)
 
 
 
 
Vince198
Vince198 il 27/01/15 alle 15:33 via WEB
Parto dall'idea che un rapporto di coppia inizia proprio con un legame interiore, non certo di due che si conoscono casualmente al bar e decidono dopo un po' di frequentarsi e poi convivere, mettendo il tutto nero su bianco. Magari pure quante tr.. alla settimana si possono fare.. ahahahaha.. Se poi si vuole disciplinare qualsiasi cosa contrattualmente in quel rapporto nulla contro: a me pare questo un comportamento del tutto risibile che costringe a viaggiare sempre sul chi va là. E se a uno non gli va di farlo qualche volta che accade, si annulla il matrimonio? Quando la vita è permeata da un profondo affetto reciproco non serve proprio a niente metter nero su bianco. Vedo in queste azioni uno svilimento del rapporto di coppia, non altro. Forse sono io che sono fatto alla vecchia maniera, ma per me il matrimonio è ben altro, qualcosa che nasce da dentro e che si concretizza strada facendo in un rapporto egualitario ed osmotico costruito da entrambi i componenti della coppia.
(Rispondi)
 
 
 
 
card.napellus
card.napellus il 27/01/15 alle 16:22 via WEB
Se una coppia nasce con un legame retto dall'amore reciproco, sposarsi non serve a niente. Non c'è bisogno di informare le autorità costituite e la comunità dei propri sentimenti. A me personalmente - fermo restando il rito religioso, che è cosa da rispettare - il fatto che due persone debbano informare del loro amore il sindaco fa ridere. E se lo fanno, firmando un regolare contratto, non si capisce perché non possano decidere durata e clausole. Non tanto quante volte trombare, ma a chi resta la casa, come dividere i soldi, eventuali polizze vita e così via... Scrivi: "Quando la vita è permeata da un profondo affetto reciproco non serve proprio a niente metter nero su bianco". Parola per parola è quel che penso per me (infatti non mi sono sposato), ma non posso pensare che tutti siano come me. Io non ho niente, e con Chiara mettiamo da sempre in un solo conto i soldi di tutti e due...
(Rispondi)
 
 
 
 
Vince198
Vince198 il 28/01/15 alle 12:05 via WEB
Ma perché, una coppia come si forma se non con un sentimento reciproco di attrazione? Che coppia sarebbe se non ci fosse quell'attrazione o "non so che" che ne determina l'unione? Che poi decidano di sposarsi o meno questo è altro e non è detto che debbano o meno sposarsi. E' una decisione del tutto personale che va ponderata, accettata o esclusa. Quello che mi lascia perplesso, scusa se insisto, è questo voler regolamentare tutto e a tutti i costi. Infatti non ci ho neanche minimamente pensato quando nel lontano 1975 io e la mia signora decidemmo autonomamente e consapevolmente di sposarci, sia civilmente che religiosamente. Qui è la diversità in qualsiasi essere umano che va accettata senza volerla a tutti i costi normarla laddove, a mio modesto giudizio, non ha senso. Noi abbiamo sempre avuto conti correnti separati ( a me il conto corrente non è mai piaciuti a dire il vero, adopero anche molto poco carte varie, ma mi ci hanno costretto, ergo..).. Questo tuttavia non cambia niente, credimi, proprio niente.
(Rispondi)
 
 
 
 
card.napellus
card.napellus il 28/01/15 alle 12:14 via WEB
Non ho alcun dubbio, su quello che mi dici metto la mano sul fuoco. Ma la possibilità di adattare una cosa ai propri bisogni non vuol dire che poi si debba fare per forza. L'assurdo è impedirlo, tutto qui. A me per esempio di avere nell'auto le foderine pelose sui sedili non interessa, ma la legge lo permette. Non si capisce perché la legge debba vietare sempre tutto. Anche quando sono cose personali, è illiberale, medievale. Io non ho da lasciare niente, ma non capisco perché la legge preveda come io debba comportarmi con i miei eredi. Se è roba mia, ne faccio quello che voglio. Lo stesso per il matrimonio: se io e lei - per motivi che riguardano e devono riguardare solo noi - decidiamo che il nostro matrimonio dura dieci anni rinnovabili e che alla fine io prendo questo e lei quest'altro, cosa c'è di male?
(Rispondi)
 
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