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CRONACA

Post n°10 pubblicato il 26 Aprile 2010 da gli_internauti
 

Quello che segue è un racconto dal titolo "CRONACA" realizzato da Sergio Romeo di Tuosto, ospite della Comunità Dedalo.

CRONACA

A Maria  avevano detto che il suo nome significava “dono di Javhè”. Mentre sostava innanzi al quadro della Vergine, non riusciva a stare ferma come gli altri. Era assalita dai pensieri, turbata dai suoi peccatucci, la facevano esitare davanti alle statue dei santi e alle immagini sacre.
Così ora un braccio, ora una gamba, ora le mani congiunte, le tremavano, mentre pregava davanti al quadro santo.  Aveva quindici anni, era figlia di un detenuto e la vita era stata dura con lei.
Improvvisamente ricordò quando la polizia era entrata nel “basso” e le aveva portato via il papà contrabbandiere, ricordava le grida di lui e il pianto del fratellino, aggrappato alle gambe del papà, che non voleva mollare. Era stata lei, che l’aveva preso e portato nell’altra unica stanzetta, l’aveva messo a sedere e gli aveva asciugato gli occhi.

Ma a lei chi pensava ora che anche la madre era in cielo? Di ciò che fu nei mesi successivi a quell'episodio ricordava solo qualcosa.

Un giorno quella “generosa signora" l'aveva portata nella casa di accoglienza dove era cresciuta sentendosi più piccola di quello che era, la sua condizione non le consentiva di avanzare pretesedel resto.
“La madre continuava ad esistere nel suo cuore” aveva letto sul Vangelo.

Il rumore della porta che si aprì la riportò al presente e accadde qualcosa che ricordò spesso poi.
Nella saletta delle offerte, un uomo di circa quarant’anni, vestito modestamente, ripose qualcche moneta nella cassetta, poi ritornò sui suoi passi e sbucò nuovamente nella navata laterale, fece qualche passo e si fece il segno della croce; uscendo curvò leggermente le spalle e i loro sguardi si incrociarono per un istante.
“Preghiamo per i nostri donatori ”ripeteva spesso la suora al convitto.
Ora uno di loro aveva un volto e lei sentì la consolante sensazione di aver condiviso in quello sguardo fugace, i suoi pensieri con lui. Maria fece un ultimo giro della chiesa prima di far rientro in comunità e quando giunse ai piedi della croce 
non tremava più, si inginocchiò e pianse di gioia , accomodando i fiori rosa che qualcuno aveva lasciato lì.

 

Proprietà letteraria riservata.
Questo racconto è stato realizzato interamente da Sergio Romeo di Tuosto, il quale si riserva ogni conseguente diritto ai sensi della normativa vigente e ogni possibile utilizzazione commerciale dei suoi contenuti autentici.
La riproduzione anche di sole parti del racconto è vietata con qualsiasi mezzo, digitale o analogico, senza il consenso espresso dell'autore.

 
 
 
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