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Post n°4886 pubblicato il 28 Giugno 2015 da simona_780car

Immagini e Parole, alle Scuderie del Castello di Vigevano le foto di Henri Cartier-Bresson vengono accompagnate dai grandi testi della letteratura...

 

Le Scuderie del Castello di Vigevano ospitano fino al 5 luglio la mostra Immagini e Parole. Henri Cartier-Bresson. La rassegna raccoglie una cinquantina di fotografie celebri e meno celebri, accompagnate dal commento di un personaggio della letteratura, come Milan Kundera, Alessandro Baricco e Leonardo Sciascia. L’esposizione, organizzata da Contrasto, Magnum Photos e dalla fondazione Henri Cartier-Bresson, si sviluppa in un’unica sala delle Scuderie, in cui sono disposte, di fianco a ogni foto di Bresson, frasi che spiegano l’immagine o che cercano di far comprendere al visitatore il punto di vista di Bresson, celebre per la sua capacità di riuscire a immortalare l’attimo decisivo, come in una delle opere più famose, Behind the Gare Saint-Lazare, esposta alla mostra di Vigevano

foto di Fotografia - Il nuovo Cassetto.

......In questa fotografia vediamo Alberto Giacometti, il grande sculture svizzero delle figure umane esili e filiformi, trasformarsi egli stesso in una sua scultura, grazie al movimento generato dall’accenno del passo che sta per compiere.

E’ una delle più straordinarie realizzazioni di Cartier-Bresson, nel contrappunto visivo tra la statua in primo piano ("L'Homme qui marche"), congelata nel bronzo di un passo accennato che non potrà mai compiere, e la vitalità umana di Giacometti, che il passo lo sta compiendo.

La stessa fotografia, ma con Giacometti nitido e impietrito nell’azione, sarebbe stata una fotografia dal senso mutilato.
Nel mosso c’è una verità più profonda.

 

 
Rispondi al commento:
mi_piaci15
mi_piaci15 il 28/06/15 alle 15:34 via WEB
Non significa essere disonesti, a voler fondere due scatti. Pensa che c'è anche chi ritiene scorretto ricorrere alle esposizioni doppie o multiple, come se non fossero già contemplate sia nella costruzione intrinseca dell'apparecchio sia nella tecnica fotografica. Tra l'altro, le mascherature in camera oscura, sono vecchie quanto la fotografia. Non ho mai creduto al fotografo 'duro e puro' che non ha mai bisogno di mettere mano ai suoi scatti, almeno non nel senso ideologico in cui s'è sempre intesa la questione.
 
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