A R T E

Ora sei di nuovo libero di volare.. R.i.p....

Grande attore che ha creato un personaggio dove ognuno di noi, una volta nella vita si è rispecchiato. Peccato che abbia "deturpato" la sua immagine con uscite infelici, definendo i fruliani "ubriaconi con il rutto libero", i sardi persone che "si accoppiano con le pecore", i napoletani "Monnezzari" . Spero per lui che sia stata la demenza senile

Fantozzi era un personaggio che lui odiava dal profondo del suo cuore, che è stato costretto a interpretare per campare. Ma lui si sentiva un'artista migliore, un attore da ruoli differenti e questo si evinceva in ogni sua intervista o apparizione televisiva.

Ha rappresentato la tragicità della vita dell'uomo medio! Cioè la stragrande maggioranza degli Italiani! Ciao Villaggio!

Il suo "ragionier" così tristemente veritiero e attuale anche se per molti divertente, grande artista comunque...

Me lo ricorderò sopratutto per io speriamo che me la cavo.

condoglianze ai famigliari.. e buon volo a te, Paolo...

Io non ho mai guardato molto i film di Fantozzi diciamo che ne assaporo alcuni spezzoni quando li guarda mio marito. Però penso che i suoi film rappresentino comunque un'epoca, che siano uno spaccato della vita quotidiana gli altri tempi che molti di noi della nostra età rimpiangono.

Io non l’ho capivo, Fantozzi. Empatizzavo tutta quella sfortuna, quella frustrazione, quella sfiga che si portava dietro e mi faceva una gran tristezza. Forse ero troppo piccola per capirlo.

Metteva in scena l’Italia di allora, la raffigurava nella sua cruda nudità, in un inusuale equilibrio tra neorealismo e comicità. Villaggio raccontava il Paese, piaceva perché non lo faceva attraverso grandi parole difficili da comprendere, fini analisi sociologiche potabili solo per i più emancipati o giri narrativi buoni per gli arricchiti ed arrivati di sinistra che dalla propria villa al mare solidarizzano con il povero popolino.

Ciao Viola, Lo faceva raffigurando in uno le fragilità di molti. Era un tempo passato, ma che ha tragiche similitudini col presente. Perché in fondo, pure adesso, ci sarebbe bisogno di un Fantozzi che racconti le sfighe, le paure, le voglie recondite che ci imbarazzano e vorremmo urlare. Un Fantozzi che racconti, semplicemente, ognuno di noi. Tra lacrime e sorrisi. Che racconti il mondo di oggi, di un lavoro offerto a nero, a voucher, di un licenziamento, di una borsa di studio non finanziata, mentre, a modo nostro, esclamiamo "com'è umano lei". Ciao Paolo.

Faceva ridere , ma lui era la persona più triste del mondo