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« la protesta dei ristoratoriKhodorkovsky il caso »

navalny e modernismo

Post n°1193 pubblicato il 25 Gennaio 2021 da garden8
 

L'assalto a Capitol Hill per motivare un

impeachment e mettere in chiaro la forza 

dell' ala democratica modernista riformista in America.

Iniziano   i diktat a favore di una

“reazione democratica” (e clericale, perché il

“despota” russo sta spingendo la Chiesa

Orientale verso traguardi mai raggiunti prima,

proprio a scapito del neo-francescanesimo

modernista e romerista, con la nuova teologia

dell’Altaismo Eurasiatico); prima con le

elezioni in Bielorussia, con la sesta elezione

di Lukashenko (dato per perdente da tutti

i sondaggisti e giornalisti occidentali, e questo

li ha resi furibondi), che i due “garantisti”,

i compagni socialisti Michels (Presidente del

Consiglio Europeo), e Sassoli (Presidente

del Parlamento Europeo) hanno subito tacciato

di “brogli”; e poi con la vicenda del 

Alexej Navalny, l’unico oppositore di Putin a

livello politico (nelle ultime elezioni ha raccattato

circa 1,5 milioni di voti contro i 37,5 del

Presidente), che tutto il “cerchio magico”

europeista ha accusato di tentato omicidio

(avrebbe ordinato di avvelenarlo!). Ma la

Russia non demorde: la motivazione della

intangibilità di Lukashenko (appoggiata anche

dalla Cina) è lapalissiana: le basi missilistiche

rivolte verso la Nato (in risposta a quelle rivolte

verso Mosca); né, per Navalny, esiste valida

giustificazione a questo eventuale gesto imbecille,

dato che quest’uomo, e il suo teatrino politico,

ammantato di vetero-comunismo, fa solo comodo

a chi mantiene il potere senza alcuno sforzo!

 Quest’ottica, la Russia del dopo Putin

si aprirebbe ai “diritti umani”, alle riforme

politiche amministrative, al comunismo sovietico. 

Navalny rappresenta l’ideologia liberal-globalista

che impugna i ” diritti civili” degli omo-transessuali.

Nella Russia di Putin, permeata di spirito organico,

religioso, comunitario, il cui baricentro è

costituito dai valori forti dell’ ortodossia,

Navalny intenderebbe importare l’ individualismo

borghese dell’ Occidente disperato di senso.

Per esempio in italia Conte che è liberale globalista 

mondialista socialista popolare è sorretto da politici

cinquestelle e pd .

In Russia Putin ha una maggioranza coesa legata 

alla destra europea e italiana .

Grazie a dio nella temperia putiniana

l’ideologia liberal-globalista nasce sconfitta,

esattamente come nascerebbe sconfitto

l’ ateismo nel corso del Medioevo.

Vladimir Putin usciva allora dal suo secondo

mandato (gli sarebbe succeduto Medvedev)

e in entrambi i mandati si era ingegnato

a impedire la penetrazione di quella cultura

liberale da lui definita ” caos” che aveva

segnato gli anni 90′. Tale cultura liberale

si caratterizzava per il nichilismo e relativismo,

la perdita dell’ etica a fondamento della

politica, il disprezzo del welfare state

da parte dell’ oligarchia eltsiniana, l’avvio

alle privatizzazioni in economia, l’insensibilità

verso le crescenti sperequazioni sociali

tra ristrette élites benestanti e stragrande

maggioranza che il crollo dell’ impero

sovietico aveva gettato nella miseria.

Navalny incarna il sogno comunista il sogno

di un modernismo vaticanista dall' aborto 

al relativismo e gnosticismo accentuato .

Essendo una minoranza non attecchirebbe 

se non fosse per aiuti di Biden e aiuti europei.

Il mainstream occidentale costantemente

diffondeva il messaggio che gli anni Novanta

fossero segnati da fermenti culturali positivi

che il popolo russo avrebbe di buon grado assimilato

ipotizzare che Navalny possa accattivarsi

il favore del popolo; l’ occidentalismo,

l’ affarismo, il mercatismo, il pensiero debole

e l’ atomismo sociale, tutti aspetti che

l’ ideologia liberaldemocratica di Navalny

intende veicolare non possono far breccia

nell’anima del popolo russo.

 il mainstream Occidentale ( meglio occidentalista)

la dipingeva come foriera di

emancipazione dalla barbarie totalitaria

appena trascorsa, quanto la stragrande

maggioranza del popolo russo la respingeva

e la considerava estranea al proprio tessuto

di tradizioni.

Soltanto una sparuta minoranza,

destinata a non aver grande’ incidenza

pratica, poteva definirsi liberal globalista

e per giunta recentemente ha perso Navalny,

la sua principale guida ( sulla responsabilità

di agenti del Cremlino per quanto riguarda

il suo avvelenamento esistono forti indizi,

ma non è possibile attualmente trarre deduzioni certe).

Sta di fatto che il popolo russo considera

la temperie degli anni 90′ ” una parentesi

contraddistinta da caos, per di più da

mancanza di trasparenza,

disuguaglianza e disonesta’”.

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SEX CRIMES

la visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.

Personalmente sono molto soddisfatto, il programma è stato equilibrato, non ha avuto paura di mostrare i casi scabrosi di pedofilia che riguardano il clero, non ha evitato di mostrare integralmente Sex Crimes and Vatican, ha usato la giusta sensibilità e prudenza nel mandare in onda il filmato solo dopo la prima interruzione pubblicitaria avvertendo più volte che si trattava di argomenti che potevano urtare la sensibilità dei minori lasciando ai genitori la scelta di far vedere o meno ai loro figli questo documento.

Sono reduce dalla visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.

Gli interventi di Don Di Noto e Monsignor Fisichella sono stati garantiti nel pieno rispetto di un equo contradditorio. La presenza in studio di Colm O'Gorman, autore dell'inchiesta è stata preziosa, soprattutto per chiarire il punto più controverso e meno sostanziale della vicenda, quello riguardante il famoso documento segreto, il Crimen Sollicitationis. Non sta certo a me dire chi è risultato più credibile fra i contendenti, ma certamente il fatto che il confronto non si sia svolto essenzialmente su un'interpretazione giuridica, formale degli articoli del documento redatti in latino, bensì sul problema delle vittime, delle mancanze della Chiesa nella collaborazione con la giustizia ordinaria, sulla prassi di trasferire in altre parrocchie preti già accusati dalla polizia di abusi su minori, è innegabilmente positivo.

Credo, e resto convinto, che la bagarre politica generata prima della trasmissione di questa puntata, il fatto che politici si siano addirittura sbilanciati sostenendo in diretta tv che "il documentario non andrà in onda", che il consiglio d'amministrazione abbia tentato in ogni modo di limitare la libertà d'espressione e di censurare preventivamente Santoro e la sua redazione, resti un fatto grave. Un precedente pericoloso ed inquietante che lascia un interrogativo piuttosto deprimente: quanti giornalisti, in Rai come in Mediaset, che non hanno la "forza" e il seguito di Santoro, si sentiranno liberi di trattare argomenti tanto delicati in futuro?

Questa è la mia opinione, la parola va ora ai lettori, ovviamente sperando che coloro che votano siano anche stati spettatori della trasmissione e che il risultato - seppur dal valore relativo- non venga inquinato da quanti possono votare guidati da un semplice pregiudizio ideologico.
Cosa ne pensate?

 

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