vagabondaggi

Si prepara un nuovo week end e come al  solito mi ritrovo sgomenta e apatica, ormai è un copione predefinito i cui passi  conosco a memoria.

L’idea  che ho adesso del fine settimana è tuta e pantofole e il nulla, neanche il pensiero degli amici che potrei vedere mi conforta, forse mi sto talmente abituando ad una quotidianità fatta di scuola, studio, casa, tutto nel giro di 5 km, che mi fa anche fatica il solo pensare di uscire da quelle 4 mura per andare poi sempre nei soliti posti.

Scuola e studio sono i posti privilegiati perché mi stanno dando soddisfazioni in quell’ambito che mi riconosco valido che è la professione, ma il resto è nulla.

Mi rendo che dovrei ricominciare ad esercitare la voce ma solo l’idea di ritornare al coro mi deprime, non c’è una loro iniziativa che mi entusiasmi, come non c’è nulla che mi prenda o mi interessi in altre cose.

Ho soltanto ripreso a leggere in maniera compulsiva, finito un libro subito un altro, anche se purtroppo  gli occhi si stancano più velocemente di prima.

Che apatia, ora non vedo l’ora di indossare la mia tuta e le mie pantofole e spegnere il cervello e i suoi pensieri.
Continuo a sentire il ghiaccio dentro, di me  e appassisco a poco a poco. Spero che la primavere mi aiuti ad uscire da questo letargo che però temo sia emotivo e quindi difficile da superare.