Sentimentalmente

Non distruggete il mandala che il Dalai Lama ha autorizzato a conservare-

"Non distruggete il mandala che il Dalai Lama ha autorizzato a conservare", l'appello è netto e arriva da Livia Pomodoro, presidentessa dell'Accademia di Brera, giurista, accademica ed ex presidentessa del Tribunale di Milano. A Genova infatti, in un appartamento del centro storico, in piazza delle Vigne, in un Palazzo dei Rolli che è Patrimonio universale dell'Unesco, è custodito dal 1993 un mandala, realizzato dai monaci che accompagnarono il Dalai Lama nella sua storica visita nel capoluogo ligure. Essi lavorarono alla realizzazione di un mandala nel cortile del Palazzo Ducale, per giorni, davanti agli occhi di turisti e genovesi, fino a terminare l'opera e, come di consueto, a distruggerla, sparpagliando la sabbia colorata con cui era stato composto. Gli stessi monaci però costruirono nell'appartamento, un mandala della Compassione, più piccolo, nella sede dell'associazione Adoi, associazione per la divulgazione delle opere di ingegno, diretta da Pino Cavanna: allora, proprio il Dalai Lama autorizzò, in via eccezionale, a conservare l'opera, un omaggio a chi tanto generosamente aveva accolto e ospitato lui e i suoi monaci durante la permanenza a Genova.

Adesso però il mandala rischia di essere polverizzato: un'intricata battaglia legale che coinvolge il presidente dell'associazione Adoi, ex proprietario dell'appartamento, poi messo in vendita a un'asta e acquistato da un nuovo proprietario, pende come una spada di Damocle sul suo destino. Intorno al prezioso, e bellissimo, manufatto si stanno dando da fare il Segretariato regionale per la Liguria del Mic, il sindaco di Genova, Marco Bucci e l'assessora comunale alla Cultura, Barbara Grosso e anche la Regione, ma finora non si sono trovati appigli normativi che riescano a bloccarne la distruzione, imposta dal nuovo proprietario che vuole entrare in possesso dell'immobile acquisito. Non sono infatti trascorsi i necessari 70 anni perché l'opera possa essere vincolata dalla Soprintendenza e sono diversi i problemi che riguardano la rimozione e il trasporto dell'opera, così fragile, in un altro sito.

Per questo è partita una mobilitazione nazionale per proteggere e salvare il mandala donato dal Dalai Lama, ma anche perché esso sta diventando simbolo di prodotti della cultura e dell'ingegno, recenti, per cui manca una adeguata tutela normativa. "Anche se il mandala della Compassione "non ha l'età" per essere riconosciuto come bene culturale, ha un importante valore spirituale che affonda le radici nella religiosità, nell'antropologia culturale e nella storia degli uomini - spiega Livia Pomodoro - in questi anni e soprattutto in questi mesi il mandala ha mobilitato passioni ed interessi anche nella sfera pubblica della città, perchè potrebbe diventare tappa di un percorso di visite nel ventre storico di Genova. E' vero che il mandala nasce per morire, che il suo destino e il suo messaggio si consumano nella sabbia e nel vento, ma proprio il fatto che questo mandala abbia resistito al suo fine, con una dispensa così speciale, non ne dovrebbe decretare la fine, al contrario rende ancora più preziosa la sua sopravvivenza".