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Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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Nei giovani il futuro da programmare...

Post n°4849 pubblicato il 25 Gennaio 2021 da g1b9
 

 

Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce. A costruire un’identità capace di avvertire una comunanza di destino dove si può fallire e ricominciar senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo. In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta,che occupa il potere, che scippa il presente,figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell’apparire, del diventare….A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E’ un esercizio che mi riesce bene: mi riconcilia con il mio sacro poco.

Pier Paolo Pasolini


Il Friuli, con i suoi “monti trasparenti e un filo di ebbre nevi”, con le sue “vette incolori”, come lo definiva Pasolini, è  lo sfondo per lo scrittore  della sua vocazione pedagogica che lo accompagnerà per tutta la vita. Infatti  la scuola e l’insegnamento hanno incrociato le varie tappe dell’esistenza di Pasolini, accompagnandolo nel suo percorso di formazione e maturità. L'esordio didattico si muove sulla novità di un metodo educativo teso a non creare o far emergere separazioni tra il maestro e i suoi alunni, ma  capace di favorire un equilibrato interscambio tra alunno e insegnante. Egli voleva trasmettere ai ragazzi non solo quello che lui sapeva, ma voleva insegnare loro  un pensiero ed un ragionamento libero in un periodo in cui la cultura sembrava destinata a standardizzarsi in quegli anni difficili  del dopoguerra. Odi nuovi  e antichi tendevano a trasferirsi nelle giovani menti. Egli voleva una libera cultura e menti che si formassero per convincimento ragionato e non solo per indottrinamento, che allora era quotidiano condito da facilitazioni sociali, che purtroppo paiono essere endemiche in ogni tempo ed in ogni luogo.

 

Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 25/01/21 alle 18:26 via WEB
Che dire? Una visone che sembra generata oggi, ovvero, una foto scattata guardando la nostra società. In realtà i tempi in cui sono state scritte quelle riflessioni sono lontani e non sospetti. La verità è una sola, è quella e fa molto male. L'unica cosa che mi fa star male veramente, è che gli anni passano, in tanti hanno visto giusto anticipando il futuro e pochi ne abbiano fatto tesoro ed esperienza. Intanto la società va, i giovano pagano prezzi salati e la società va a ramengo con il solo tentativo di essere salvata da belle parole e pochi fatti, anzi, senza fatti concreti, visto che il tempo trascorre senza dare speranze. Ciao Giovanna, dolce serata.
 
neopensionata
neopensionata il 26/01/21 alle 02:16 via WEB
Tutte le cose vivono e splendono alla luce del giorno e alla maestà della notte (Khalil Gibran).
 
prolocoserdiana
prolocoserdiana il 26/01/21 alle 07:09 via WEB
Buongiorno...L’aderenza psicologica alle nuove tecnologie è così elevata che non ne siamo coscienti. Abbiamo bisogno di realizzare un esercizio di riflessione in merito e di iniziare a ridurre il tempo di esposizione. Bisogna evitare che i social network ci rubino il nostro tempo, ma anche la nostra salute mentale. Di conseguenza, sarebbe molto meglio stabilire dei momenti specifici della giornata dedicati alle notizie. Anche rispondere solo ai messaggi più importanti è un’altra valida strategia. Per esempio, evitiamo che controllare il telefono sia la nostra prima azione quando ci alziamo al mattino o l’ultima quando andiamo a dormire. Sorriso, by Sal
 
paperino61to
paperino61to il 26/01/21 alle 08:44 via WEB
Educare i giovani, i propri figli deve partire prima dalla famiglia e poi dalla scuola rintroducente la veccia Educazione Civica. Ma se ahimè le famiglie se ne fregano per tanti motivi ( non solo per impegni lavorativi) dove vuoi che vadano sti giovani? ciao
 
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