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L'arte coperta...

Post n°2986 pubblicato il 01 Febbraio 2016 da g1b9
 

 Si legge, a seguito di quanto è successo a Roma ai Musei  Capitolini, che sta diventando usuale coprire opere d'arte, non solo per deferenza, ma soprattutto perchè rifiutate da una città, oppure perchè politicamente troppo critiche . Questo ultimo caso accade a Londra, dove  l'ultimo murales di Bansky  è stato coperto.Si è ispirato a Victor Hugo per raffigurare i disperati di Calais: i “miserabili” del nostro tempo . Questa volta nel “mirino” dell’artista anonimo Banksy sono entrate la Francia e la sua polizia, per il modo in cui vengono trattati i rifugiati che dalla città portuale sulla Manica cercano – il più delle volte invano – di raggiungere la Gran Bretagna.



Il graffito ,apparso su un muro di fronte alla sede dell’ambasciata di Parigi nel Regno Unito, a Knightsbridge, nel centro della Londra bene,è stato subito coperto. Alcuni mesi fa Banksy aveva disegnato nei panni di profugo un giovane Steve Jobs, il genio informatico americano ‘importato’ bambino dalla Siria, ricorda l’Ansa. Questa volta ha tratteggiato in lacrime una versione di Cosette, personaggio dell’opera di Hugo, alle sue spalle un tricolore francese sfrangiato e ai piedi una bomboletta e una nube di gas che simboleggiano i lacrimogeni sparati dagli agenti francesi per respingere i migranti di Campo Giungla. Il murale è stato dipinto sul pannello d’un cantiere addossato all’edificio dirimpetto all’ambasciata.
 
Chi è Banksy?




È stato chiamato “l’invisibile dell’arte moderna”, “il rivoluzionario dei graffiti” e “l’artista senza nome”. Sulla sua identità non si hanno notizie certe .In ogni caso, Bansky è soprattutto uno street artist, un graffitista di fama mondiale: le sue opere sono tracciate sui muri, dalla Gran Bretagna alla Palestina.
Guarda la gallery con le sue opere: Bansky, il re dei graffiti.




La Street Art nasce di fronte all’immobilità della comunicazione e al torpore dei cittadini rispetto ad argomenti sociali particolarmente caldi.









 Gli attivisti no-global trovano un nuovo linguaggio per proporre le proprie idee. I nuovi artisti della strada  elaborano un nuovo codice espressivo. I nuovi messaggi hanno nuova forma,sono originali e saltano subito all’occhio,  diversi dai messaggi in cui siamo immersi. L’arte della strada ha carattere di abusivismo: non  è all’interno  dei media tradizionali, non ha risorse e intenti economici, ma trova come supporto il suolo comune, il paesaggio metropolitano. Diventa in tal modo strumento di comunicazione  in tutto il mondo

 

 
 
 
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