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PENSIERI E PAROLE
 

W. Allen

NON E' CHE HO PAURA DI MORIRE.

E' CHE NON VORREI ESSERE LI'

QUANDO QUESTO SUCCEDE.

W. Allen

 

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CANZONE

Che giorno è

E' tutti i giorni

Amica mia

E' tutta la vita

Amore mio

Noi ci amiamo noi viviamo

noi viviamo noi ci amiamo

E non sappiamo cosa sia la vita

Cosa sia il giorno

E non sappiamo cosa sia l'amore

Jacques Prévert

 

I ragazzi che si amano si baciano

In piedi contro le porte della notte

I passanti che passano se li segnano a dito

Ma i ragazzi che si amano

Non ci sono per nessuno

E se qualcosa trema nella notte

Non sono loro ma la loro ombra

Per far rabbia ai passanti

Per far rabbia disprezzo invidia riso

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno

Sono altrove lontano più lontano della notte

Più in alto del giorno

Nella luce accecante del loro primo amore.

Jacques Prèvert

 

DALLA - CANZONE

 

N. de Chamfort

CHE COSA DIVENTA UN PRESUNTUOSO

PRIVO DELLA SUA PRESUNZIONE?

PROVATE A LEVAR LE ALI AD UNA FARFALLA:

NON RESTA CHE UN VERME.

N. de Chamfort

 

GLI APOSTOLI DIVENTANO RARI,

TUTTI SONO PADRETERNI

A. Karr

 

 

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CARO IL MIO DIARIO 58

Post n°321 pubblicato il 20 Gennaio 2011 da enca4

                 Caro il mio Diario,

e’ questa, per me, una di quelle notti che preferirei fosse cancellata dal calendario. Il sonno, nonostante gocce, pillole e tisana, proprio non accenna a venire permettendomi così di riposare la mente.

                La mente. La mia mente, caro amico mio, è pregna di cattivi pensieri. E’ zeppa di ricordi dei quali farei volentieri a meno, almeno in questo periodo. La mia mente, da qualche giorno, ha ripreso a funzionare a corrente alternata. Passo da momenti di estrema lucidità, che mi permettono di fare dentro di me delle, anche se piccole, pianificazioni per il futuro, a momenti in cui preferirei essere un vegetale, così da non pensare troppo e, forse, nel modo sbagliato.

                Da qualche giorno ho ripreso a sentire in modo insistente, continuo,dolori sempre più forti  alla parte interessata alla mia malattia. A volte, come stasera, sono talmente violenti che mi impediscono di stare sdraiato a letto.

                Mi aspettavo, dai medici che l’altra settimana mi hanno tenuto in osservazione per qualche giorno, che oggi mi comunicassero il responso della Tac che ho fatto l’altra settimana. Non c’è stato verso di sapere qualche cosa. Il primario, e solo lui, comunica certe cose ai pazienti. E se il primario si ammala? E se manca per un lungo periodo? Niente da fare. Devo, per forza di cose, aspettare lunedì prossimo per sapere qualche cosa che, a questo punto, non credo proprio sia positiva.

                Puoi capire facilmente il mio stato d’animo. L’attesa sta logorando il mio sistema nervoso. E’ inutile che abbia degli incontri con il medico psicologo, quando la cosa che mi sta più a cuore non mi viene comunicata, non trovi?

                Ho cercato, oggi nel pomeriggio, di distrarmi un po’ scrivendo nel mio blog un post polemico nei confronti del mio caro nemico Berlusconi. Mi è venuto così, di getto, senza pensare troppo a quello che scrivevo. Quando ho finito, per qualche minuto, ho riso per ciò che avevo scritto e per come lo avevo scritto. Poi, passato velocemente il momento di allegria, tutto è tornato come prima. Anzi, peggio di prima.

                Mi dispiace di questa mia situazione che, inevitabilmente, sta logorando anche il rapporto con Fly. Lei ha i suoi di problemi. Non può avere vicino qualcuno che ne ha talmente tanti da venderne al miglior offerente. Vorrei, nei suoi confronti, essere più disponibile, meno critico, più affettuoso, ma, un po’ perché non sono abituato a certi modi di amare, un po’ perché, come dicevo prima, la mente prende il sopravvento ricordandomi chi sono e, più di tutto, come sono in questo momento.

                Ecco, questo è un altro problema che mi sono creato e che non riesco a sminuire come invece sarebbe giusto che facessi. Non mi accetto fisicamente. Il male ha segnato il mio corpo. Non sono più l’uomo che vedi nella foto. A volte ho pietà di me stesso.

                Lei, Fly, non ha problemi per questo mio stato, ma io si. Io so di non essere come vorrei essere. So che non lo sarò più. E questo mi fa male. Mi rende triste, non mi permette di avere quel po’ di serenità di cui avrei estremamente bisogno.  

                Mi chiedo: “Sono io in particolare che sono fatto male, o è l’essere umano in generale che non si accontenta mai? “ Perché mi chiedo molte volte nell’arco della mia giornata proprio questo: devo accontentarmi di essere quello che sono o posso ancora aspirare a tornare ad essere, almeno in parte, quello che ero?

                Come è difficile amarsi. Io, sicuramente, non mi amo come dovrei. Ho amato tanto nella mia vita. Ho amato tutti coloro, uomini o donne, che mi hanno donato affetto, stima, fiducia. Ma non riesco ad amare me stesso come, invece, sarebbe giusto che facessi.

                Penso spesso alle tante cose che, in certi momenti, ho voglia di fare. Un hobby da curare, un libro da leggere, una lettera da scrivere. E mi chiedo perché non riesco più a dare un significato concreto a queste che sono certamente delle piccole cose, ma sono molto importanti perché mi consentirebbero di lasciar chiusi nei loro cassetti in soffitta, i pensieri tristi e dedicarmi, così, a qualche cosa di più allegro.

                Non ci riesco. E’ più forte di me. Non sono quel guerriero che tanti amici credono io sia. Forse lo ero una volta. Ora non più. Ora sono una persona qualsiasi, con i suoi pochi pregi e con i suoi tantissimi difetti dati da una situazione non certo allegra.

                Amarsi significa, innanzi tutto, rispettarsi, ed io certamente non mi sto rispettando come dovrei.

                D'altronde, a pensarci bene e con un po’ di raziocinio, la vita è questa. E non lo è solo per me, anche se il “mal comune mezzo gaudio”, non è stato mai il mio proverbio preferito.

                A domani, forse, amico mio. Spero con un po’ di allegria in più e con un po’ di malinconia in meno.

                                                                              Enrico

 
 
 
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