Creato da enca4 il 15/02/2010
PENSIERI E PAROLE
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La sindrome di DOWN non è una malattia. Le persone con la sindrome di DOWN non cercano una medicina,vogliono solo essere trattate come tutti gli altri!!!
Il 93% dei contatti non copierà questo messaggio... ma spero che tu che ora stai leggendo voglia far parte del restante 7% che metterà questo messaggio nella sua bacheca...
ENYA - MAY IT BE
LA FRASE DEL GIORNO
Si dice che fino a quando si bestemmia si è vivi e che si inizia a morire guando si pronuncia una sola parola "DIO"
anonimo
Enca4
W. Allen
NON E' CHE HO PAURA DI MORIRE.
E' CHE NON VORREI ESSERE LI'
QUANDO QUESTO SUCCEDE.
W. Allen
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CANZONE
Che giorno è
E' tutti i giorni
Amica mia
E' tutta la vita
Amore mio
Noi ci amiamo noi viviamo
noi viviamo noi ci amiamo
E non sappiamo cosa sia la vita
Cosa sia il giorno
E non sappiamo cosa sia l'amore
Jacques Prévert
I ragazzi che si amano si baciano
In piedi contro le porte della notte
I passanti che passano se li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
E se qualcosa trema nella notte
Non sono loro ma la loro ombra
Per far rabbia ai passanti
Per far rabbia disprezzo invidia riso
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Sono altrove lontano più lontano della notte
Più in alto del giorno
Nella luce accecante del loro primo amore.
Jacques Prèvert
DALLA - CANZONE
N. de Chamfort
CHE COSA DIVENTA UN PRESUNTUOSO
PRIVO DELLA SUA PRESUNZIONE?
PROVATE A LEVAR LE ALI AD UNA FARFALLA:
NON RESTA CHE UN VERME.
N. de Chamfort
GLI APOSTOLI DIVENTANO RARI,
TUTTI SONO PADRETERNI
A. Karr
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SPERARE NON COSTA NULLA ...
Post n°313 pubblicato il 08 Gennaio 2011 da enca4
In questa Italia dove non c’è una cosa che è una che non scenda sempre più in basso; dove, per esempio, non si vende più una macchina italiana; dove la credibilità a livello internazionale del nostro beneamato Presidente del Consiglio è scesa ai minimi storici; dove le pensioni, come gli stipendi, perdono giornalmente una buona parte del loro potere d’acquisto; dove … e potrei continuare all’infinito, una cosa tende a salire sempre più in alto: la disoccupazione giovanile. “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro …”, queste sono le prime parole riportate nella nostra Costituzione. Fra un po’ di tempo dovremo, per forza di cose, cambiarle, e scrivere che l’Italia è una Repubblica (democratica non lo è più da molto) fondata sulla disoccupazione. Il 28,9% dei giovani è alla ricerca di un lavoro. E’ questo la percentuale più alta dal 2044 ad oggi. C’è da vantarsi di come vanno le cose, vero? E pensare che qualche tempo fa il mini-ministro Brunetta chiamò “bamboccioni” i giovani che, a 30 anni, vivono ancora in casa con i genitori. E dove vuole che vadano? Per strada? Sotto i ponti i nostri ragazzi non possono andare perché sono tutti già occupati da extra comunitari senza un tetto. Gli archi del Colosseo non sono praticabili, in quanto potrebbero crollare da un momento all’altro (vista la fine che sta facendo Pompei …). I portici delle vie nei centri storici sono anche loro già occupati da poveri disgraziati senza alcuna dimora. Dove li mandiamo, allora i nostri ragazzi? Potremmo istituire di nuovo la leva obbligatoria, così almeno per un anno, avranno una occupazione. Potranno andare in missione nei Paesi dove, giornalmente, ci sparano addosso. Insomma, i nostri politicanti che cosa hanno in mente di fare per risolvere, almeno in parte questo gravissimo problema? E’ mai possibile che non si riesca ad incentivare, almeno fiscalmente, le aziende private in modo che il mercato del lavoro possa riprendere quota? Forse non ci rendiamo conto che se i nostri giovani non lavorano non guadagnano, e se non guadagnano, nemmeno spendono. E se non spendono le aziende non vendono e se non vendono neanche assumono nuovi lavoratori. E’ una catena. Le aziende non assumono, vendono sempre di meno, molte chiudono i battenti contribuendo così ad aumentare sempre più il numero dei disoccupati in cerca di lavoro. Di promesse ne sono state fatte tante. Alle promesse dovevano seguire i fatti, che non ci sono stati. La nostra maggiore azienda, la FIAT, ha ricattato platealmente, per mezzo del suo maggior esponente, Marchionne, sia i lavoratori che lo Stato italiano. D'altronde lo ha sempre fatto. Per anni tutti noi che paghiamo le tasse, abbiamo pagato anche mesi e mesi di cassa integrazione ai dipendenti FIAT. Loro, i dipendenti, non centrano per niente in tutto questo. Certo è che Gianni Pecori quando si trattava di spendere miliardi per l’acquisto di qualche giocatore di calcio per la sua Juventus, non si tirava certo indietro. Tanto gli stipendi FIAT li pagavamo noi tutti. Continuiamo a sperare che succeda qualche cosa che inverta questo stato di cose. Il fatto è che, come dicevano i nostri vecchi “chi di speranza vive, disperato muore”. Enrico (pubblicato anche su: caen6 - il mio nuovo blog |