elaborando

La notizia riporta un paio di cose che non mi convincono. Comincio con quello che definirei un refuso:
"L'Italia e' il principale importatore di carne di squalo in Europa e il quarto al mondo dopo Spagna, Corea ed Hong Kong". Per quello che mi ricordo la Spagna è in Europa, e quindi dovrebbero essere gli spagnoli ad essere i principali importatori in Europa. Però siamo comunque secondi.
Poi trovo una sorpresa: "Nel 2006 [l'Italia] ha importato piu' di 13.000 tonnellate di prodotti di squalo". In una tonnellata ci sono mille chilogrammi, quindi siamo a 13 milioni di chilogrammi per più o meno 58 milioni di persone. Togliamo qualche milione che odia il pesce, i neonati, facciamo 52 milioni, così il conto torna anche facile: fanno 250 grammi a testa. Nel 2006 io dovrei aver mangiato un quarto di chilo di squalo.

È vero che potrebbe esserci qualcuno che ha fatto fuori la mia razione, le statistiche hanno proprio questo difetto di dire delle cose non vere con una verità dentro. Però devo dire che non ho mai sentito un collega dire: «uhmmm, stasera ho polpette di squalo!», né mia moglie mi ha mai rivelato di aver sentito dire che lo squalo in umido «ha quel certo nonsocché». E nemmeno mi ricordo di averlo trovato in un menù al ristorante; è vero che non ne frequento molti, ma il menù lo scorro sempre con gande attenzione, anche se poi finisco sulle solite scelte: spagnetti allo scoglio o pizza ai peperoni.

E allora? Chi si pappa il mio squalo, che tra l'altro sarebbe in estinzione nel Mediterraneo? Non è che ci arriva travestito da qualcos'altro?
Speriamo di no.
Buona domenica, da noi oggi per pranzo c'è pesce. No, non è squalo, no, almeno non credo.

Nell'immagine: anche le ragnatele servono! Ad esempio a fare strage di parassiti delle rose.