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“Riflessioni del mio cane nella notte di Natale”

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Nella notte di Natale ho sognato il mio cane Lillo, capobranco dei miei tre cani. Mi osservava con un’espressione di curiosità e di perplessità. Non ho potuto fare a meno di chiedergli del perché del suo sguardo. Ha cominciato a scodinzolare e mi ha detto:

<< Ma perché ti vedo spesso pensieroso? A cosa pensi? A che ti serve pensare? Lo so che voi umani non potete farne a meno per via di quel po’ di corteccia cerebrale in più che avete! Ma a che vi serve se non la usate per vivere appieno nel presente? Scommetto che pensi al passato ed al futuro.  Io sono qui! Mi vedi? Sono sempre vicino a te perché impiego tutta la mia energia per gustarmi la tua presenza, le carezze che mi dai e tutte le cure che hai per me. Ma tu riesci a sentire del tutto la mia devozione per te? Sei distratto dai tuoi pensieri; io sono invece qui! Ora! Godi della mia presenza e lascia perdere tutto il resto! Se ti distrai, non godrai mai appieno dell’amore che ho per te ed io sentirò le tue carezze meno cariche di affetto nei miei confronti. Voi umani dite che noi cani soffriamo spesso di depressione; io ti dico che noi invece soffriamo di delusione per tutte le occasioni che ti perdi a godere del tutto della nostra presenza, essendo preda dei tuoi pensieri che non cambieranno il tuo passato e non renderanno il tuo futuro come tu lo pensi. Ti ho mai portato il broncio per tutte le volte che mi hai sgridato perché ti ho fatto la pipì sulle tue piante? Mi sono mai fatto prendere dall’ansia ogni qualvolta tu esci con la tua auto senza sapere se mai ritornerai? Tu sai che io litigo con mio figlio Bobby che vorrebbe essere lui capobranco; ma quanto dura? Qualche minuto al massimo e poi più affettuosi di prima fra noi! Stabiliamo le nostre regole e tutto si ricompone senza inutili riflessioni e rancori. Non sarebbe più semplice per voi umani che non steste lì a rimuginare per ore, giorni e mesi su come far valere le vostre ragioni sugli altri? Affrontate i problemi ad uno ad uno e di volta in volta stabilite, aggiustandole se è il caso, le regole. So che un giorno mio figlio Bobby, essendo più giovane di me, sarà lui il capobranco; quando non ce la farò, cederò il passo senza mugugni e rancori. Noi animali rispettiamo le regole della natura e soprattutto non pretendiamo di avere il controllo sul futuro.

Ti ricordo che qualche migliaio di anni fa nacque “Un Particolare Umano” che aveva il dono dell’umiltà. Dove sono finiti i suoi geni culturali e spirituali ? >>

(DES)