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tra Napola e Mokarta - una cronaca più esplicita

Post n°554 pubblicato il 04 Settembre 2014 da feliperun
 

muoversi da un luogo periferico ad un altro altrettanto periferico conduce per località sconosciute e bisogna confidare nel senso dell'orientamento proprio o del gps o in quello di chi si incontra per strada. I nomi delle contrade si susseguono Bruca, Inici, Tangi, Murfi, Piano Neve (in mezzo alla provincia di Trapani sembra un ossimoro) Ballata, fino alla meta Napola e Mokarta. Si tratta di tue frazioni una del comune di Erice e l'altra di Trapani, una strada, una striscia di asfalto e poche traverse, una manciata di case tra i campi di meloni ed i vigneti. Podisti ovunque in calzoncini che vanno e vengono da un punto, quello della distribuzione dei pettorali. Sembrava ci fosse caldo, ma anche questo è relativo visto che un paio di campioni africani si riscaldavano correndo pian pianino ma la tuta a maniche e pantaloni lunghi.
Il sole indugia a calare che la prima batteria è partita, da come sono sudati si direbbe faccia caldo, anche se il giovane fulmine ugandese continua a non farci nulla caso.
Oramai è il caso si avviarsi nella gabbia di partenza, sono così pronti ed impazienti che alcuni partono prima del colpo di pistola. Ma sono amatori e così tornano indietro, finalmente partono regolari, dopo il colpo a salve della rivoltella. Ritmi furibondi, senza timore del caldo, gomiti contro gomiti a cercare spazio, in 400 verso la prima curva. Non sono molti 4 giri, se non fosse per il ritmo forsennato, se non fosse per il sole e l'asfalto caldo, se non fosse per l'alterne discese e salite, in particolare quella salita dritta e lunga. Però il ritmo indiavolato è una scelta personale, tutto il resto è uguale per tutti. Dopotutto è una mezzoretta di corsa, si sorpassa e si viene sorpassati. Il tizio che non ci sta ad essere sopravanzato e poi cede, quello che ha mollato, chi tatticamente tiene a bada il suo riferimento. All'ultimo rettilineo c'è chi spinge al massimo ed anche un po' di più, chi ha già spinto abbastanza e pensa alla prossima gara. Dopo il traguardo tutti a cambiarsi, c'è chi si dilegua inseguendo altri impegni chi resta a vedere quelli che corrono per davvero, come l'ugandese, che però non ha più la tuta e zampetta leggero o il marocchino dal passaporto belga dalle cosce ipertrofiche pronte a saggiare la resistenza di quella striscia di asfalto.

 
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