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« perseverare è umanoCorrere allo ZEN »

regalino (podistico) quotidiano

Post n°23 pubblicato il 27 Gennaio 2012 da feliperun
 

 

con uno dei kugggini si commentava, a fine allenamento, che anche quel giorno c'eravamo concessi in regalino quotidiano di un'oretta di corsa.

Mollati gli abiti dell'ufficio, salutati i colleghi, molti dei quali in automatico continuano ad augurare buon pranzo pur sapendo che il maratoneta a pranzo corre, lasciata ogni certezza di piedi sotto il tavolo, incuranti del richiamo della forchetta, ci si catapulta al solito luogo e solita ora alla volta dello stadio delle palme (per i palermitani). Cambio d'abito degno del migliore James Bond, per velocità ovviamente, e si è pronti per assaggiare l'asfalto a passo di corsa. Inizia così il regalino quotidiano del podista, ma certi giorni il regalino è con la sorpresa. Infatti nel preparare le gare spesso si seguono delle tabelle, dei programmi e fatalmente ci sono degli allenamenti specifici. Il più delle volte si tratta di un certo numero di km a velocità sostenute e stabilite, o di famigerate prove ripetute.

Proprio queste ricedono impegno e concentrazione. Ripete n volte un certo percorso, affrontare temibili piramidali con distanze ed intensità che variano con regimi inversamente proporzionali, arrancare spavaldi su salite più o meno impervie, trastullarsi in tutte le combinazioni che coach e guru hanno prodotto, è l'unico modo per stimolare l'organismo ad adattarsi a sforzi sempre maggiori. Faticare per potere faticare di più, ma anche correre forte per andare più veloci, più lontano, più coscienti, e divertendosi come dei bimbi.

Ma il programma per essere efficace deve essere sfidante, impegnativo, la fatica si fa sentire e non di rado viene voglia di mollare, rinunciare, fermarsi.

Se ti alleni in gruppo, pensi se ce la fanno loro ce la faccio pure io, se ce la fa tizio... Pensi al fatto che se segui bene il tuo programma i risultati verranno in gara. Pensi a scomporre l'allenamento in ciascuna delle frazioni di cui è costituito. Frazioni ancora ciascuna ripetuta. Non guardi in faccia la cima della montagna, ma il prossimo tornante, e poi un altro ancora, ed un altro. Arrivi ad oltre metà dell'allenamento e per te è come se fosse cominciata la discesa. Quando sei agli sgoccioli delle energie e delle ripetute, pensi che non puoi mollare alla fine, ti sei mangiato l'asino e non puoi confonderti per la coda...

M'hanno detto che tutto questo si chiama rivalutazione positiva, e poi si può anche rallentare, ma lasciare un programma a metà è una cosa che non dovrebbe mai accadere, lascia troppi strascichi e se si comincia a prendere l'abitudine di mollare, alla prima difficoltà allora ogni scusa verrà buona. Ed allora quando si mangia l'asino, mai rinunciare alla coda, è la parte migliore, è la sorpresa (buona) del regalino quotidiano!  

 

 

foto www.rositour.it

 

 
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