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Il festival dei film porno a Bolzano

Post n°56 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da gabrt07gm
 
Foto di gabrt07gm

dal Corriere.it
Polemica per i contributi del Comune

Forza Italia: assurdo usare i finanziamenti pubblici. Unitalia: il sindaco
faccia marcia indietro

Libera, laica, sessualmente disinibita. Bolzano — dicono le statistiche — è in
vetta alla classifica delle vendite degli anticoncezionali. Ma poi succede che
nel capoluogo sudtirolese, dall'atmosfera mitteleuropea, un programma di
cineforum dedicato alle opere pornografiche venga duramente contestato. Al grido
«il comune neghi la sala e i contributi». Trovando scandaloso e anticulturale il
fatto che si possa aprire un dibattito su film come L'Albero delle zoccole.


«Chiacchiere! Il ciclo è ben calibrato, ci sono anche film
importanti», taglia corto Michele Capozzi, regista di Pornology, New
York
, la pellicola che, stasera, inaugura la rassegna. Sarà. Ma i crociati
di Unitalia (partito a destra di An) non apprezzano star come Rocco Siffredi,
protagonista di Pornocrazia, sul grande schermo giovedì prossimo. Che
succede, dunque, a Bolzano? Qualche settimana fa, a dare scandalo fu il
manifesto dell'Arcigay (giovanotto a torso nudo con preservativo in mano e,
sotto, una scritta così esplicita da risultare volgare), affisso sui muri, per
il lancio della campagna anti-Aids. Ancora: nei mesi passati, tenne banco la
«blasfema» rana di Kippenberger, opera di un artista tedesco, esposta al
Museion. Ma, almeno in quel caso, c'era di mezzo la campagna elettorale con
relative strumentalizzazioni politiche. «Certe sortite di bigottismo spinto
danno un'immagine della città che non corrisponde al vissuto — osserva il
radicale Arnold Tribus, direttore del quotidiano Tageszeitung —. Qui, infatti, libertà e
promiscuità sono costume corrente ». «E' vero, però — aggiunge— che esistono
frange politiche agguerrite, specialiste in campagne oscurantiste e
sessuofobiche. Solitamente collocate a destra, ma c'è anche il bigottismo di
sinistra».



 
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