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« LA FELICITÀ È QUESTIONE PROFONDACHI SONO »

STORIE DI CONVIVENZA POSSIBILI

Post n°1107 pubblicato il 17 Agosto 2013 da Convallaria_majalis
 
Foto di Convallaria_majalis

Arriva un bimbo. E il cane?!

 

A maggio, in attesa del royal baby, William e Kate si premurarono di inserire tra i compiti della governante la cura del loro cocker spaniel di nome Lupo.
Per chi non ha una domestica né gli spazi di una casa reale, le cose sono spesso più complicate.

 

Non sono rari i casi di genitori che dopo l’arrivo di un neonato abbandonano il cane di famiglia. È lo spicchio di un fenomeno più ampio: ogni anno in Italia vengono abbandonati 50 mila cani; altri 5 mila vengono affidati ai canili dai padroniche non vogliono (o non possono) più prendersene cura. Molti di costoro sono genitori che hanno appena avuto un figlio.

 

Per le neomamme e i neopapà, le cause dell’abbandono sono soprattutto due: la paura che il cane possa fare del male al bambino e l’improvvisa disaffezione nei confronti dell’animale.

 

È andata così aViviana e Vito, professionisti romani. Per anni hanno trattato come una figlia la loro femmina di springer spaniel. Quando poi hanno adottato una bimba, la cagnolina è sparita dalle loro vite.

 

Una vicenda simile è quella di Francesca e Domenico, napoletani, padroni di un barboncino a cui avevano regalato un guardaroba con una ventina di vestiti. Quando Francesca ha partorito, il cane è diventato un estraneo e dopo un mese è stato regalato. Sono solo due storie. Ludovica Pierantoni, napoletana, veterinaria diplomata al College europeo di medicina comportamentale, potrebbe raccontarne molte altre:

 

«Molte coppie sottovalutano il fatto che la convivenza tra un cane e un bimbo possa essere complicata. E invece di prevenire, si rivolgono a me quando la situazione è degenerata».

 

La molla che spinge all’abbandono è soprattutto la paura il bambino possa essere ferito dall’animale. Un timore non del tutto campato in aria: il rischio esiste e non va sottovalutato. Daniela Oteri, milanese, casalinga di 47 anni, ricorda bene il tentativo di adottare un cagnolino: «Mia figlia era piccolissima e io presi in casa Lillo, un dalmata di 4 mesi che voleva sempre giocare con la bimba. La buttava a terra, lei si faceva male, piangeva, alla fine riportai Lillo in canile».

 

Il momento più critico è quando il bimbo inizia a gattonare e invade gli spazi, scoppiano gelosie tra cuccioli. Altre volte il cane vuole giocare, il neonato non capisce, si spaventa, piange. È a questo punto che molti genitori gettano la spugna. Roberta Oteri (sorella di Daniela),presidente della onlus Canili Milano, conosce bene questo fenomeno: «Quando affidiamo un animale, di solito evitiamo le coppie con figli piccoli: temono per la loro incolumità e dopo un po’ ci restituiscono i cani».

 

In realtà basterebbero alcuni piccoli accorgimenti per favorire una convivenza sicura.

 

1. bisogna abituare il cane all’arrivo del neonato mettendolo in contatto con altri bambini (altrimenti può bastare un bambolotto, esistono persino cd con il pianto registrato di un bimbo). Tutti gli oggetti del neonato — giochi, culle, passeggini — devono apparire in casa il prima possibile, in modo che il cane impari a riconoscerli.

 

2. le regole vanno fissate per tempo. Se si prevede che alcune stanze saranno precluse all’animale o che alcune abitudini cambieranno, meglio introdurre le nuove regole prima che il neonato arrivi in casa.

 

3. bisogna evitare i timori eccessivi senza però sottovalutare i possibili rischi. Quando la mamma è ancora in ospedale, è utile che il papà porti a casa i vestiti del piccolo per farli annusare all’animale. Sull’igiene bisogna stare in guardia ma senza ossessioni. «Il cane può trasmettere al bimbo alcune malattie parassitarie. Per questo deve essere sottoposto a uno controllo veterinario, non deve salire sui letti né sulla tavola», dice Claudio Genchi, docente di Parassitologia alla facoltà di Veterinaria dell’Università degli studi di Milano.

 

Piera Rosati,presidente della Lega nazionale per la difesa del cane, vuole lanciare una campagna di informazione rivolta a madri e padri «per combattere l’ignoranza coinvolgendo pediatri, ginecologi e veterinari». Serena e Giuseppe, neosposi milanesi, non si sono pentiti della loro scelta: «Prima che nascesse nostra figlia avevamo mille paure, ma non volevamo rinunciare ad Anita, la nostra piccola beagle. Ci siamo rivolti ad alcuni volontari dei canili per farci spiegare alcuni trucchi. Ora la bimba e Anita, insieme, si divertono un mondo».

 

 

 

(Pierpaolo Velonà)

 

 

 

 
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