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Quando il lavoro è un inferno ...

Post n°385 pubblicato il 05 Marzo 2008 da morton0
 

Che la vita non sia rose e fiori, ma un continuo movimento verso la ricerca, spesso faticosa e non poco dolorosa, di equilibri instabili, credo sia un dato scontato e del quale ognuno di noi, in un modo o nell'altro, può vantare una certa esperienza. Spesso si incontrano problemi  di varia natura, la maggior parte dei quali ha a che fare con la qualità dei rapporti con gli altri: tensioni, incomprensioni, conflitti, barriere comunicative ... Ma quando la sorte colpisce sistematicamente sempre le stesse persone e nello stesso ambiente di vita quotidiana, allora si rende necessaria una riflessione un po' più approfondita.
Mi riferisco al fenomeno del mobbing, sul quale sono stati consumati litri di inchiostro, ma nei confronti del quale poco è stato messo concretamente in atto, se non altro per contenerlo in intensità e frequenza.
Tutti sappiamo cos'è il mobbing: sostanzialmente è il corrispettivo "adulto" e lavorativo del bullismo, altrimenti definibile come "una forma di terrore psicologico esercitato sul posto di lavoro da uno o più individui su di un altro, con lo scopo di espellerlo dal proprio posto di lavoro" (Ege, 1996). Già, terrore ... con l'aggravante dell'intenzionalità, altrimenti non si spiegherebbero i ripetuti attacchi.
Che sia una prepotenza attuata dai colleghi o una abberrante "strategia aziendale", il mobbing produce danni psicologici e all'organismo anche immediati: cefalea, dolori muscolari, disturbi a carico dell'equilibrio (vertigini), malattie della pelle (psoriasi) ed altri quadri sintomatologici che rispecchiano una forte sofferenza psicologica (depressione). Il mobbing non è una malattia, certamente non è un infortunio sul lavoro.

Viene comunque naturale pensare come mai, a differenza di altri stati della Comunità Europea, in Italia si versi ancora in una condizione di totale arretratezza e vuoto legislativo.

Certo non stupisce ... i morti della Thyssen e altre vittime dell'incuria e dell'omissione sarebbero i primi a testimoniare su quanto la sicurezza in luogo di lavoro sia un aspetto totalmente e colpevolmente misconosciuto ...!
Però viene lo stesso da riflettere: stress e conflitto sono fattori ad elevato grado di rischio! Una persona vessata, umiliata, rifiutata e a volte schiavizzata ("mobbizzata", per usare un neologismo che, ahimè, si sta facendo largo nelle pagine dei nostri vocabolari ...) è una persona a rischio, è una persona che sta male e che può ammalarsi ... allora, come mai non vengono messi in atto (ma, prima ancora, "pensati"), tutti i dispositivi di tutela legali vigenti in alti paesi? Come mai le aziende non vengono indotte a promuovere una cultura di mediazione del conflitto, anzichè sviluppare unicamente la logica dell'efficenza e del profitto? O forse, ancora più a monte, dovremmo interrogarci nuovamente sul significato e sul valore della Persona? Quando penseremo ad essa come ad una misteriosa unione di Mente e Corpo, Pensieri ed Emozioni, e non come braccio per sollevare o dita per martellare sopra una "produttiva" tastiera?
Scusate per le ingenue considerazioni, ma non mi viene da fare la psicologa, ma di esprimere rabbia e condividere dolore ...

Roby

Scritto da morton0     

Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 05/03/08 alle 09:20 via WEB
scusatemi ho digitato abberrante invece di aberrante ed in questo momento non posso correggere il post. Non mandatemi dietro la lavagna eh! Buona lettura :-D morton0
 
aupaz
aupaz il 05/03/08 alle 14:16 via WEB
sono d'accordo sul mobbing, ma attenzione... Se nel lavoro non sai ritatgliarti gli spazi, non sia mai dire di no, non alzi mai la voce, allora il mobbing un po' te lo cerchi da solo oppure, ti capita anche se non vuoi... Il carattere e le palle aiutano nel lavoro e nella vita... Se una situazione pesa, invece di mandre giù la si affronta, tanto come rischio che c'è, un licenziamento ?! Meglio quello di un esaurimento... Per il resto, certo, ci devono essere delle regole ben scritte e fatte rispettare, chi approfitta troppo del prossimo deve essere punito!
 
 
Earthlessheartless
Earthlessheartless il 05/03/08 alle 15:47 via WEB
Ciao Aupaz, vorrei porti qualche domanda perché non ho ben compreso alcune cose:"Cosa vuol dire ritagliarsi gli spazi? Intendi spazi fisici?" " Se non ti fanno lavorare, non ti assegnano compiti, perché è loro intenzione emarginarti, rubi le pratiche di qualcun altro e le sbrighi tu?" "Cosa intendi per alzare la voce? Avere un comportamento poco civile?" A proposito del saper dire no, il mobbing spessissimo viene perpretato proprio ai danni di chi ha detto no, magari denunciando abusi, al di fuori dell'azienda: allora in azienda si cominciano ad adottare comportamenti di violenza, per lo più psicologica che, quasi mai arrivano ad essere reato ma che, portano la vittima ad un costante stato di tensione emotiva. Altro comportamento è l'adozione della prolungata attribuzione di compiti dequalificanti, rispetto al proprio profilo lavorativo o addirittura la non assegnazione di un qualsivoglia compito. Il mobbing può essere una ritorsione: ad esempio può capitare che ti venga fatta una proposta sessuale(capita ad uomini e donne), questa non viene accettata e allora scattano comportamenti umilianti: tipo sei laureato ed io ti mando sempre a fare fotocopie, ti faccio svolgere lavori ripetitivi di poco conto, ti tratto da pezza da piedi. Il tutto sempre velatamente, in modo insinuante. O, al contrario, l'assegnazione di sempre più eccessiva mole di lavoro con la motivazione che la vittima è l'unica capace di svolgere quel compito. A cosa potrei paragonare il mobbing? Vediamo un pò: Facciamo un esempio: hai una donna e la ami: Ok? Ora per motivi che non stiamo a discutere, lei decide di volerti schiacciare psicologicamente (ma tu questo non lo sai): ogni volta che fate l'amore, ti lascia intuire ma, non dice che, le tue prestazioni non la soddisfano, mica te ne accorgi subito: cominci pian piano a crearti dei dubbi, cominci a sentirti inadeguato, pensi di avere un problema, cominci a somatizzare, magari ti viene l'ansia da prestazione, magari poi ti ammali... Abbiamo detto che la ami, non puoi fare il macho con le palle e urlarle contro la prima volta che lei non raggiuge l'orgasmo e dire 'ma vaffa'! Ecco il meccanismo del mobbing è questo: può capitare che qualcuno, oltre ad essere bravo, sia stato assunto "grazie" al fatto di essere diversamente abile, ti viene imposto in azienda dalla legge e tu che fai? Cominci col mobbing, ovviamente. Oppure sei una donna e il tuo capo pensa che dovresti stare a casa a fare la calza: cosa succede? Viene rimarcata continuamente la cosa, in maniera larvata, inizia un lavoro di demolizione della tua sicurezza ma, bada bene è lento e lungo: non a caso, si può parlare di mobbing, quando questi comportamenti sono reiterarti per periodi di almeno sei mesi. Sai che facciamo? Ci informiamo meglio e magari poi con Ross e morton ne riparliamo. Io nel frattempo rifletterò su quello che hai scritto. :)
 
   
redazione_blog
redazione_blog il 05/03/08 alle 16:53 via WEB
Scusami Earth, riparlare di cosa? Approfondire l'argomento o riparlare del commento di aupaz? Se la risposta è la seconda, mi sembra evidente che pur essendo io l'admin di questo blog e pur essendo aupaz un (gradito) collaboratore dello stesso, io non operi alcuna censura sui contenuti dei commenti nè mi sognerei mai di farlo. Aupaz ha una visione distorta del fenomeno o forse si è espresso in modo superficiale? Bene hai fatto ad esprimere la tua, più rispondente anche alla casistica giurisprudenziale. Credo però sia sufficiente quello che gli hai chiarito tu proprio col tuo commento...mica io e morton ce lo dobbiamo "mangiare" perchè non è ferrato in materia di mobbing? La stessa morton ha affrontato il tema più sul piano psicologico, io magari avrei potuto tranquillamente farlo sul piano lavoristico. Ma di base è che dovremmo tutti vivere in modo più sereno lo strumento blog. Non ci trovo proprio nulla di eclatante nel fatto che si possa commentare senza cognizione di causa. Può capitare a tutti, stiamo qui per confrontarci e nessuno ha la presunzione di spacciare le proprie opinioni per verità assoluta.
 
     
Earthlessheartless
Earthlessheartless il 05/03/08 alle 17:26 via WEB
Ne riparliamo insieme perchè così possiamo approfondire un problema che diventa sempre più di vaste proporzioni: dopo il commento sono andata a guardare degli appunti della C.G.I.L. che avevo e ho letto quanto sia difficile riuscire a far riconoscere un caso di mobbing. Mi dispiace essere stata fraintesa da te, non ho bisogno che tu avalli ciò che ho scritto ad Aupaz. E' come per l'elettroshock: siamo andati tutti a leggerci qualcosa e abbiamo scoperto cose che non sapevamo, ne abbiamo riparlato e la discussione è continuata costruttivamente. :)
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 05/03/08 alle 17:48 via WEB
benissimo e mi spiace earth di averti frainteso. Cercherò anche io di dare il mio contributo stasera ammesso che riesca a liberarmi delle scartoffie lavorative da cui sono sommersa. Scusami ancora . Ross
 
 
morton0
morton0 il 05/03/08 alle 18:16 via WEB
E' proprio questo il punto, come giustamente sottolinei tu: un conto sono le "normali" scaramucce sul luogo di lavoro, un conto la vessazione reiterata ed intenzionale allo scopo puro di danneggiare. Il mobbing è altro e le persone, per questo, possono anche seriamente ammalarsi ... Magari, come precisato più sotto, le stesse persone che hanno provato a mostrarsi forti e a dire di no ... grazie per il tuo contributo :-)
 
   
morton0
morton0 il 05/03/08 alle 18:18 via WEB
il mio ultimo commento era di risposta ad aupaz ... ogni tanto litigo con gli spazi dei commenti o, meglio, sono loro che ce l'hanno con me e continuano a mobbizzarmi ... :-D
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 05/03/08 alle 15:08 via WEB
Non sempre basta avere le palle sul lavoro...Ho collaborato col mio sindacato di categoria e con i loro legali e posso dirlo con cognizione di causa avendo esaminato molto materiale tratto dalle denuncie di chi lo subiva.Il mobbing è qualcosa che va molto oltre...bimbayoko
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 05/03/08 alle 15:15 via WEB
acc...scusate l'errore di battitura dovuto alla solita fretta:-)Volevo dire denunce.Buon pomeriggio a tutti,Martina
 
 
morton0
morton0 il 05/03/08 alle 18:24 via WEB
Niente se paragonato al mio "abberrante" ... hai ragione, Martina. In molte realtà sono stati istituiti degli sportelli di ascolto per persone vittime di mobbing, ma io credo che il problema debba essere affrontato all'interno dello stesso luogo di lavoro, dove la gramigna si insedia in tutta la sua naturalezza ... Tra l'altro, anche volendo ridurre il problema ad un'ottica puramente produttiva, se le politiche aziendali dessero spazio alla mediazione del conflitto e alla costruzione di un buon clima affettivo, il gruppo di lavoro potrebbe guadagnarci anche sul piano dell'efficienza, garantendo in tal modo anche una maggior profitto ...
 
kayfakayfa
kayfakayfa il 05/03/08 alle 16:45 via WEB
IL MOBBING è UNA SORTA DI STRATEGIA AZIENDALE PER LIBERARSI IN MANIERA "PULITA" DELLE PERSONE CHE DANNO FASTIDIO PER CUI, SE UN DIPENDENTE SUBISCE VESSAZIONI DA PARTE DEGLI ALTRI, SE RIENTRA TRA QUELLE PERSONE DI CUI L'AZIENDA FAREBBE VOLENTIERI A MENO PERCHé HA CARATTERE, I CAPI FANNO FINTA DI NIENTE. ANZI NON SI PUò ESCLUDERE CHE SPESSO SIANO STESSO LORO A FOMENTARE GLI ALTRI DIPENDENTI A MOBBIZZARE UN COLLEGA PER METTERLO NELLA CONDIZIONE DI ANDARE VIA USCENDONE PULITI COME AZIENDA! IL MARCIO è CHE SIANO GLI STESSI COLLEGHI A SCHIERARSI CONTRO UNO COME LORO, ALLA FACCIA DELLA SOLIDARIETà SOCIALE!
 
 
morton0
morton0 il 05/03/08 alle 18:36 via WEB
Certo, Enzo, a volte le manovre sono decisamente più subdole e nascoste. Possono essere deplorevoli i richiami scritti o, peggio ancora, i ricatti aziendali, ma quando il datore di lavoro manipola il gruppo, scatenando dinamiche preesistenti o soffiando su fuochi già accesi, motivando la fine in termini di "non era integrato nel gruppo, non era affiatato con il suoi colleghi". Qui ci sarebbe da aprire una riflessione forte sulla leadership e sulla relazione, a volte manipolatoria, che si crea con il gruppo, in particolare con alcune persone che ricoprono certi ruoli ... Perchè al di fuori dei ruoli dichiarati, sappiamo benissimo come in gruppo si possano costituire, attraverso un patto di natura perlopiù inconscia, ruoli impliciti e posizioni sociali accreditate dal gruppo stesso, come i leader del gruppo, il gregario, il controleader, l"eminenza grigia" ... tutti personaggi che, se si coalizzano contro qualcuno, possono fare davvero dei danni ... è dura poi riuscire a dire di no ...
 
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