Apprendo dal blog "Verba Volant" di Luca Spinelli che, in seguito all'ondata di protesta emersa nella blogosfera contro il Disegno di Legge Levi, ormai ribattezzato "legge ammazza blog", cominciano ad emergere anche in Parlamento le prime voci di dissenso. Più di un semplice dissenso, si auspica il vero e proprio ritiro di questo disegno di legge che, se approvato nella sua attuale stesura, farebbe precipitare i cybernauti italiani in pieno medio evo, costituendo un grave attentato alla libertà di espressione dei Cittadini.
Vincenzo Vita (vice presidente della Commissione Cultura del Senato) e Giuseppe Giulietti (membro della Commissione Cultura della Camera) si sono così espressi:
"alla Commissione Cultura della Camera è arrivato un vecchio testo presentato da Levi che, effettivamente, pone alcuni rischi per il futuro dei blogger. L’impegno congiunto da parte nostra sarà quello di chiedere allo stesso Levi il ritiro di quella proposta e di elaborare insieme un nuovo ddl che tenga presente le richieste e le necessità provenienti proprio dal mondo dei blogger che, con il loro lavoro quotidiano, riempiono di contenuti la rete e di informazioni talvolta mancanti. "
Bruno Murgia (membro della Commissione Cultura della Camera) a sua volta, interviene nel proprio blog e, dopo aver ricordato "la sonora risata del New York Times" all'indomani della prima presentazione del Disegno di Legge Levi, riconosce che "l’esclusione a favore dei blog dell’art. 8, n. 3 sia quanto meno evasiva, per i problemi che in rete sono stati ampiamente sollevati". In tal senso Bruno Murgia auspica, a livello personale, dei correttivi al DdL, anzi, precisamente afferma: "Posso dire che per quanto mi riguarda si può intervenire per cercare di rendere meno evasiva l’esclusione a favore dei blog. Magari reintroducendo il principio che il blog è un’attività non organizzata, dunque occasionale e discontinua."
La conclusione di Murgia è inequivocabile "Servono parole chiare, al di là delle intenzioni del legislatore, confermate nella relazione. E sono ovviamente disponibile a chiarire questi punti, direttamente in Parlamento. Se e quando ci sarà la discussione."
Dunque i blogger non sono improvvisamente impazziti, i blogger che sostengono la campagna contro la Legge Ammazza Blog non stanno facendo disinformazione, bensì hanno saputo, più di altri, leggere tra le righe del testo di legge ed intravederne la pericolosità al punto da voler reagire e protestare.
Per quanto mi riguarda la mia campagna continua, sino a quando non sarà fatta chiarezza, sino a quando non sarà operato un distinguo chiaro tra blog - siti - forum - a carattere amatoriale e prodotti editoriali. Fatemi capire...se ho tre banner adsense nelle pagine del mio blog, Blog Penna Calamaio può essere considerato "prodotto editoriale" alla stregua di Metro, di Epolis, di vere e proprie testate giornalistiche fruibili gratuitamente dai lettori? Ma non diciamo sciocchezze! Sui nostri blog non ci sono dipendenti, non esistono redazioni di giornalisti iscritti all'Albo, non esistono vincoli di periodicità nello scrivere e pubblicare, non esistono strutture imprenditoriali e forme di organizzazione del lavoro.
Ricordo a tutti coloro che fossero interessati ad esprimere il proprio dissenso, che da domani, Martedì 18 Novembre, avranno inizio le INIZIATIVE CONCRETE DI PROTESTA organizzate dal gruppo di facebook "Salva i Blog".
Potrete contribuire anche voi attingendo informazioni sul da farsi nel blog ufficiale:
http://ammazzablog.wordpress.com/
Ribadisco in questa sede, come già nei commenti che participerò a tutte le iniziative già programmate, esclusa quella prevista per il 26 Novembre che non incontra il mio consenso.
Tre voci contrarie in Parlamento sono un inizio...ma non è il risultato che intendiamo raggiungere.
Non Molliamo!!!
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