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L'ottovolante

Post n°301 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da belf9
 

ottovolante


Di tutte le attrazioni del luna park era quella che gli piaceva di più, e anche  quella che frequentava più spesso. Oramai la conosceva bene, ne conosceva ogni punto. Erano tre anni che ci andava. Eppure, ricordava sempre con emozione la prima volta, quella che aveva tanto aspettato.



Aveva compiuto dodici anni la settimana prima e si era subito fatto accompagnare dal padre alla cassa. E quando la cassiera aveva chiesto al padre:”ma questo ragazzo ha dodici anni?” il padre aveva detto tranquillamente si, e lui aveva finalmente avuto l’accesso a quell’attrazione dove  desiderava andare da quando aveva nove anni. Era stato emozionante. Aveva aspettato che quelli che lo precedevano salissero tutti per prendere un posto davanti, quello dove poteva vedere tutto.



La navicella partì, lentamente. C’era un primo tratto in salita. Sentiva lo scatto degli ingranaggi e si sentiva  tirato su. Poi, un attimo di sosta e infine giù! A capofitto, con il vento  sparato in   faccia che lo faceva sentire senza fiato, e lo stomaco in gola per quel tremendo vuoto d’aria. Poi le curve, una serie di curve in discesa, prima a sinistra, poi a destra, poi ancora a sinistra, tutte in velocità. Poi ancora una salita, ancora più lunga della precedente ed altre tre discese, salite, discese. Quando stava in alto guardava le luci del luna park, le giostre, la gente in fila per entrare. Solo la ruota panoramica era più alta e sembrava dominare tutto il resto.



Anche quel giorno vi andò, ma stavolta era in compagnia. Erano in sei, e c’era anche Roberta, la ragazzina che gli piaceva tanto. Roberta non voleva andare sull’ottovolante, non aveva mai voluto andarci perché aveva paura. Ma lui, dopo mille suoi no  era riuscito finalmente  a convincerla ed  erano saliti su quella navicella. Lui davanti, Roberta  e gli altri quattro dietro.  



Cominciò la salita. Quando arrivarono al culmine Roberta disse: “ho paura”. “Non temere” - le rispose e le tese la mano. Lei si strinse alla sua mano e la tenne stretta.  Fino ad allora aveva sempre  guardato avanti  o sotto.  Quella volta stette per tutto il tempo con la testa girata all’indietro a guardare Roberta. Vedeva il vento che scompigliava quei dei capelli biondi, il suo viso tirato, e sentiva quella mano che gli stringeva forte la sua,  affidandosi totalmente a lui. 



Fu in quel momento che Marco si sentì improvvisamente forte, sicuro di sé,  protettivo. Fu la prima volta che si sentì uomo……..


 

 
 
 
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