Sgosh!

La primavera si sa, ha mille implicazioni di vario genere. Tornano gli uccellini a cinguettare, l'aria sa così tanto di fiori e colori che qualcuno smette quasi di respirare e il mercato si riempie di tedeschi che si denudano come fosse agosto.

Pare inoltre che gli ormoni si risveglino improvvisamente dal loro torpore invernale per manifestare apertamente la loro presenza in ogni circostanza (in realtà sono dell'idea che non si siano mai addormentati, ma la tradizione vuole che la ricerca di accoppiamento selvaggio diventi pressoché folle all'arrivo del primo tepore primaverile). Che cosa comporta questo nella mia insignificante vita da zitella?

1) Mentre per tutto l'inverno nessuno si è mai accorto della mia appartenenza al genere femminile, ecco che ad un tratto comincio a ricevere inviti a uscire, telefonate, cenni di interessamento nei miei confronti.

2) Tutto l'inverno a seguire un corso di salsa e bachata senza MAI avere un cavaliere che spontaneamente si offre di ballare con me, con l'arrivo della primavera ricevo addirittura un invito in un locale di latino-americano e sorpresa delle sorprese, il mio migliore amico divanetto diventa un lontano ricordo perché vengo continuamente trascinata a ballare con entusiasmo. E non sono certo migliorata nel ballo, anzi.

3) Passeggiare a piedi nella mia zona diventa impossibile. Dalle polveri dei cantieri edili emergono losche figure impegnate negli ultimi lavori ai balconi e alle terrazze che al mio passaggio (e al passaggio di chiunque abbia vaghe sembianze femminili) si prodigano in fischi, urla e apprezzamenti molesti, per non parlare dei disgustosi baci-baci che mandano nel vuoto esattamente come si fa per richiamare i gatti, il che mi lusinga davvero molto poco.

4) Ricevo la chiamata. Da giovedì, zitella o non zitella, si rientra nel tran-tran lavorativo in albergo, con tutto quello che il riavvio al lavoro comporta di solito nella mia vita sentimentale. 

Oddio settembre come è lontano...