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SALUTANDOTIAFFOGO

Post n°595 pubblicato il 31 Dicembre 2010 da ausdauer



Questo Natale appena trascorso mi ha insegnato diverse cose.

1) I tempi cambiano: le dimensioni del mio sedere non fanno più scalpore tra i miei parenti, e la cosa mi ha quasi delusa, perché significa che dopo 17 anni si sono arresi di fronte alla mia progressiva lievitazione.

2) Gli argomenti felici, invece, non cambiano: giunti dai miei parenti paterni non abbiamo saltato neppure un argomento dalla scaletta. Incidenti stradali, morti più o meno recenti, malattie e sanità, disoccupazione e degrado della società. Ad un certo punto, con una nuova luce negli occhi, mia zia ci ha proposto la svolta: entrare in società per gestire un'agenzia di pompe funebri. Il terrore negli occhi del CdM quando si è sentito chiedere con voce carica di speranza "Ti piacerebbe come lavoro?" era indescrivibile.

3) Mio "suocero" considera parenti stretti suoi (e non si sa perché anche miei) qualunque persona di sua conoscenza che abbia almeno una vocale in comune con il suo nome. E' così che, come ormai è consuetudine, mi sono dovuta recare a casa di sua cugina per gli auguri, e non contento di ciò ha deciso che saremmo dovuto andare tutti insieme in visita alla figlia di sua cugina (intravista una volta in vita mia) e vedere la sua casa appena ristrutturata.

4) Una visita a casa di persone che non conosci e delle quali non ti frega nulla può durare un'eternità, specialmente in compagnia di  mio "suocero". Non solo il giro della casa è durato più di quanto fosse umanamente sopportabile ("ma che meraviglia, e questo dove l'hai preso? e quanto l'avete pagato? avevate guardato se dall'altra parte costava meno? ho visto la stessa cosa in un altro posto che mi sembrava avesse un prezzo vantaggioso. Questo l'avete fatto voi? E come l'avete fatto? Quanto tempo ci avete messo?"), tanto che la casa era enorme e già prima di arrivare alla zona notte mi scappava tremendamente la pipì. Una volta seduti a tavola tutti insieme (e aver salutato cordialmente i suoceri di questa sconosciuta) credevo che il peggio fosse passato e invece no: sul maxischermo hanno comininciato a proiettare le foto della ristrutturazione, mattone per mattone. La foto del primo buco nel muro. La foto del buco nel muro un po' più grande. Lui davanti al buco. Lei che osserva il buco. Il buco che si ingrandisce ancora. Il secchio di cemento con cui riempire il buco, preso da più angolazioni. E così via per un'ora, in cui ho seriamente pensato alla morte come unica soluzione a tutti i miei problemi.

Questo Natale è stato un vero tour de force, in cui abbiamo macinato centinaia di km e fagocitato l'inverosimile. Ancora adesso non riesco a smettere di ingurgitare cibo e ho sempre le guance piene come quelle dei criceti. Assumo più calorie in una colazione che in una settimana lavorativa.

A quanto pare, comunque, anche quest'anno se ne è quasi andato. Considerato che il 2010 mi ha portato:
- un lavoro nuovo annuale in un campo a me totalmente sconosciuto, per il quale mi sono impegnata come se fosse il lavoro della mia vita per poi scoprire che, guarda un po', è stata solo una gran fregatura
- l'inizio dell'agognata convivenza, decisa in fretta e furia dopo aver valutato se fosse il caso di vivere e lavorare insieme senza spazio per esplodere in pace (dopo tre anni di relazione a distanza era un bel cambiamento) e aver pensato "ma sì, ce la possiamo fare". Infatti da quel momento hanno smesso completamente di pagarci lo stipendio.

E ora che si fa? Si torna indietro (e senza passare dal Via naturalmente, mai incassare se si può evitare) e si ricomincia da capo? In qualche modo si andrà avanti arrancando? Ci si consolerà con l'ennesimo Bacio Perugina?

Non lo so, non ho voglia nemmeno di pensarci.

 
 
 
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Data di creazione: 02/03/2005
 

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