Sgosh!

Un paio di ore fa mi stavo dirigendo di gran lena verso l'ufficio postale (insomma, di gran lena si fa per dire, sciancata come sono), e nel mentre mi immergevo in una serie di pensieri sulla spinosa questione che riguarda l'imminente matrimonio del mio primo ragazzo, l'inesorabile trascorrere del tempo e il mio impellente bisogno di un buon taglio di capelli. Argomenti non necessariamente correlati tra loro, ma che necessitano di un sovraccarico di lavoro mentale a cui non sono certo abituata.

Ed ecco che ad un certo punto avverto una strana morsa alla gamba sinistra, che mi fa sobbalzare per lo spavento. Temendo come al solito, con l'ardire di un'ipocondria imbarazzante, un fulmineo attacco di qualche patologia improbabile, ma sicuramente mortale, ho tardato ad abbassare lo sguardo, mentre gią immaginavo il mio corpo giacente sull'asfalto in preda a chissą quale morbo dalle manifestazioni pił atroci. Oppure sbranato da un pitbull famelico, che notando le sinuose forme dei miei cosciotti, si accanisce sulle mie tenere e abbondanti carni traendo non poco godimento. Ormai rassegnata al mio penoso destino, mi sono tastata la coscia e con mio indicibile sgomento ho avvertito una presenza avvinghiata alla mia gamba. Quando il mio sguardo confuso ha incontrato il suo, il bambino abbracciato alla mia gamba sorrideva tutto beato, come se l'andare in giro ad abbarbicarsi a gambe altrui fosse la cosa pił naturale del mondo. Incapace di proferire parola, mi sono vista accerchiata dai genitori che con veemenza cercavano di strappare il bimbo dal mio arto prigioniero, esortandolo a mollare la presa.

Una volta libera, credo di aver pronunciato pił o meno queste parole in ordine casuale: "Ah... oh... beh... ehm... uh." Anche l'evento, nella sua drammatica brevitą, č ancora tutto da interpretare.