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Cappuccetto Rosso e la verità inquietante dietro una delle fiabe più famose...

Post n°188 pubblicato il 13 Settembre 2021 da AngeloSenzaVeli

Cappuccetto Rosso è una fiaba conosciuta in tutto il mondo. Di questa ne esistono molte versione, ma le più conosciute sono due. La prima scritta da Charles Perrault nel 1697 e la seconda scritta dai famosi fratelli Grimm nel 1857.


Cappuccetto Rosso, le varie versioni


Charles Perrault con la sua storia intitolata Le Petit Chaperon Rouge fa conoscere e diffondere la fiaba in tutta Europa. La sua versione, rispetto a quella dei fratelli Grimm, si avvicina molto di più ai racconti popolari da cui si è ispirata, infatti, la incluse alla sua collezione di racconti popolari. La storia che Perrault conosceva aveva origine nelle Alpi settentrionali, veniva tramandata in forma orale da secoli ed era radicalmente differente da quella che conosciamo oggi. È breve e coincisa e alla fine viene anche esplicitamente spiegata la morale. In poche parole la versione di Perrault non ha un lieto fine e consiglia ad ogni giovinetta di stare molto attenta agli sconosciuti. Cappuccetto Rosso infatti muore mangiata dal Lupo, che metaforicamente significa che uno sconosciuto ne ha approfittato e poi ucciderla.


Innanzitutto, quando il lupo incontra la fanciulla nel bosco, le chiede quale sentiero preferisca percorrere, tra quello delle spille e quello degli aghi. I nomi non sono casuali. In molti villaggi francesi situati proprio nell’area in cui si crede che la favola abbia avuto origine, all’età di 7 anni le ragazze cominciavano il loro lavoro come apprendiste alle dipendenze di una sarta. Il periodo di apprendistato terminava con il compimento del 15esimo anno d’età, quando la ragazza diventava ufficialmente adulta. Durante gli anni di apprendistato, ogni ragazza accumulava e teneva per sé alcune spille. Per questo, la spilla era considerata il simbolo della ragazza che diventa donna: con una spilla si festeggiava il fidanzamento e allo stesso tempo la si poteva all’occorrenza usare come piccola arma contro spasimanti indesiderati. Cappuccetto Rosso ha proprio 15 anni. L’ago era invece comunemente associato a una simbologia sessuale e molto spesso era usato per rappresentare il matrimonio. In alcune delle versioni tramandate Cappuccetto Rosso sceglie il sentiero delle spille, in altre quello degli aghi.


Il lupo, che si precipita a casa della nonna della ragazza, uccide la vecchia, ne divora una parte, ripulisce i resti, versa il sangue in una bottiglia, e ripone ordinatamente la carne nella dispensa. Una tradizione italiana aggiunge addirittura che prima di andare a letto il lupo “appende le viscere della sua vittima alla porta al posto del catenaccio e mette in serbo nella credenza il sangue, i denti e la mascella”. La ragazza, entrando, afferra quindi le viscere della nonna senza rendersene conto.


Il lupo, tutto imbacuccato a letto, invita Cappuccetto Rosso a preparare la cena e a gustarsi il delizioso pasto accanto al fuoco. Al primo boccone le sussurra: “Stai mangiando la carne di tua nonna!”, e una versione proveniente dal comune francese di Tours aggiunge addirittura che la ragazza mangia i seni dell’anziana signora.


Ma non finisce qui. Prima di invitarla a ficcarsi sotto le coperte con lui, il lupo le ordina di spogliarsi nuda: “Getta i tuoi vestiti nel fuoco, bambina mia; non ti serviranno più”. In alcune versioni addirittura il lupo pretende che la ragazza si spogli ancor prima di mangiare. La storia si conclude inevitabilmente con il lupo che divora Cappuccetto Rosso.


Nella Francia di fine Seicento questa storia non poteva funzionare. Per questo, Perrault decise di indorare la pillola ed eliminare tutte le scene più cruente, mantenendo comunque il finale tragico. Perchè non optare per un lieto fine? Semplice, perché per la sua raccolta Perrault aveva in mente un target ben preciso, quello dei bambini. Il finale svolgeva in questo senso la funzione di spaventare i bambini per scoraggiarli dal dare ascolto agli sconosciuti. La maggior parte dei genitori non aveva tempo per badare ai propri figli durante la giornata ed era indispensabile che gli stimoli che ricevevano fossero particolarmente convincenti, abbastanza da dissuaderli dall’avventurarsi in giro per conto proprio. La storia quindi faceva sì che il lettore si affezionasse al personaggio di Cappuccetto Rosso, per poi rimanere terribilmente colpito dalla sua macabra fine.


Ma allora quando arriva il cacciatore? L’uomo che interviene per salvare la ragazza e la nonna squarciando il ventre del lupo fu inventato dai fratelli Grimm nel 1812. Cappuccetto Rosso divenne così la favola che conosciamo oggi, completamente epurata da qualsiasi perversione ed elemento macabro, portatrice di una morale ma pur sempre con il lieto fine che serviva per conquistare i cuori dei bambini dell’era vittoriana.


La versione dei fratelli Grimm nasconde il vero significato della fiaba e le concede un lieto fine. Leggere un lieto fine non dà sicuramente lo stesso effetto ed insegnamento di un finale cruento che purtroppo, per la maggior parte delle volte, rispecchia la realtà. In ogni caso i Grimm volevano che questa fiaba fosse fruita con leggerezza dai più piccini e quindi, grazie a loro, la fiaba evade i confini che fino a quel giorno aveva avuto. Da quel momento tutto il mondo ne viene a conoscenza.


La vera storia


La prima stesura ufficiale della fiaba, come citato prima, risale al 1697. Di conseguenza se questa si è basata su storie popolari trasmesse oralmente non possiamo che intuire che la vera storia derivi almeno dal Medioevo. In particolare possiamo parlare di Basso Medioevo durante il quale carestie e pestilenze devastavano la popolazione. In questo contesto si sviluppa anche il cannibalismo europeo, un metodo macabro per non morire di fame. Durante questo periodo nasce anche la fiaba di Hansel e Gretel che racconta come i genitori furono costretti ad abbandonare i figli per l’impossibilità di recuperare del cibo sufficiente per tutti.


I simboli


Ma vediamo nello specifico i significati dei simboli contenuti all’interno della fiaba di Cappuccetto Rosso. Per esempio abbiamo la mantella rossa e il bosco che sono riferimenti espliciti della prostituzione di quel periodo. Le prostitute francesi infatti indossavano capi rossi per farsi riconoscere e la fiaba, dunque, invita le giovani donne a non prostituirsi per evitare di cadere in fauci pericolose.


Infanticidio, violenza sessuale e pedofilia erano reati molti diffusi durante il Medioevo e questa fiaba ne è la prova. Cappuccetto Rosso infatti, ingenua, entra nel letto insieme al Lupo (in alcune versioni la piccola addiruttura si spoglia prima di entrarvici) per poi finire violentata e “mangiata”. In questo senso Perrault fu particolarmente esplicito perchè alla fine del suo racconto spiegò in modo diretto che le ragazzine dovevano stare molto attente agli sconosciuti.


Poi abbiamo anche il cannibalismo, che come abbiamo già potuto evidenziare, era particolarmente diffuso durante il Medioevo. In alcune versioni il Lupo mangia la nonna e a sua volta lo fa anche Cappuccetto Rosso. Il riferimento all’antropofagia di conseguenza non può essere puramente casuale.


Oggi, la ricerca di “Cappuccetto Rosso” in Google News restituisce esattamente 2.440.000 risultati. Ma come ha fatto un racconto a sopravvivere per oltre 500 anni e ad acquisire una tale popolarità? Semplicemente si è evoluto di pari passo con la società. Nato come raccomandazione all’umanità intera in una società in cui il valore della vita umana ー specialmente quella della donna ー era pressoché nullo, si è adattato alle nuove regole morali trasformandosi in un monito severo per adulti e bambini, assumendo le sembianze di un concreto strumento educativo per le nuove generazioni.

 

 

 “Le fiabe sono di natura migratoria: viaggiano nel tempo e nello spazio, attraverso secoli e continenti, ma anche attraverso gli strati sociali, descrivendo di volta in volta un itinerario di discesa o di ascesa, catturate nel circuito di una narrazione che si riproduce e trasforma incessantemente gli ascoltatori in narratori e viceversa.”

- Italo Calvino -

 

 

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Commenti al Post:
amomm
amomm il 13/09/21 alle 23:09 via WEB
Quando si pensa al cannibalismo, subito ci vengono in mente luoghi esotici e tribù di indigeni, difficilmente immagineremmo che questa pratica e stata diffusa nella vecchia Europa fino al secolo scorso, sia come deviazione patologica e fin qui nulla di starno, ma anche come rimedio sanitario fino alla metà dell'800, che come conseguenza di carestie, vedi la grande carestia russa degli anni 20, sia come monito e spregio alla forze nemiche, come nella guerra d'inverno tra Urss e Fillandia. Certo il cannibalismo come rituale, è lontano negli albori della nostra storia, ma il cannibalismo opportunista ci ha sempre accompagnato lungo i secoli, se la pratica era sconveniente nel pensiero comune era poi accettata nella necessità, chi mangiava carne umana erano gli orchi, ma gli orchi in fondo eravamo noi! Quindi cappuccetto rosso .... attenta!!
 
 
AngeloSenzaVeli
AngeloSenzaVeli il 14/09/21 alle 13:00 via WEB
Buongiorno Amomm, perdonami se rispondo solo ora, hai centrato il punto... da qui si vede come la storia venga manipolata dalla società moderna, nessuno ricorda che pure noi siamo stati cannibali vuoi per esigenza o vuoi per patologia lo siamo stati e come dici tu gli orchi eravamo noi. Magari nella prossima versione di Cappuccetto Rosso la vedremo alle prese con smartphone e chat, e ovviamente l'immancabile Lupo... ma chi sarà nella nostra epoca il Lupo ? Magari proprio Cappucetto Rosso... ;) Sono felicissima che Tu sia parte attiva del mio salotto, un sorriso... Marianna... :)
 
Superdaniele1
Superdaniele1 il 14/09/21 alle 17:41 via WEB
Ciao Marianna!! Che bel Post!! l'ho letto con attenzione e curiosità perchè, ti confesso, non sapevo la vera storia della fiaba e lo studio che vi è dietro.. complimenti! E' davvero interessante riflettere su come anche le fiabe abbiano un risvolto sociale così profonda che muta con il mutare dei costumi e della società... Oggi mi verrebbe da fare una riflessione, Cappuccetto Rosso non è più la prostituta nei boschi, ma spesso una fidanzata, una moglie o anche semplicemente una ex tra le mura domestiche, ed il Lupo un uomo che non è più uno sconosciuto in senso lato..ma sconosciuta fino a quel momento è la sua malvagità... Spero davvero di ritrovarti in chat per fare due piacevoli chiacchere.. ;) un abbraccio daniele
 
 
AngeloSenzaVeli
AngeloSenzaVeli il 14/09/21 alle 21:55 via WEB
Ciao Daniele, vero... il Lupo si è trasformato in qualcosa di ancora peggio che striscia tra i muri di casa, ma pensiamo anche che allo stesso tempo tante cappuccetto rosso son diventate Lupo/Guerriere, voglio esser positiva e detto tra noi speriam sbudellino il lupo. Vedi... detto/fatto mi hai beccata in chat... :) Un abbraccione...
 
tempestadamore_1967
tempestadamore_1967 il 18/09/21 alle 21:48 via WEB
molto interessante questo post che parla di una fiaba che ho letto da bambino come tanti altri della mia generazione e di quelle immediatamente precedenti e forse anche successive alla mia. Io ho 54 anni ed ero un bambino negli anni settanta e ho sempre letto la summenzionata fiaba nella versione dei fratelli Grimm ed era in un libro che ne conteneva altre molto belle tra cui anche Cenerentola. Da bambino rimanevo impressionato da questa bimba che attraversava il bosco per andare a trovare la nonna portandole vino e focaccia poi nel bosco incontra il lupo che tenta di mangiarsela o cmq di indurla sulla cattiva strada e poi la bimba trova il lupo a casa della nonna quello che non ricordo è se la nonna viene poi estratta dalla pancia del lupo in realtà dalla pancia del lupo viene estratta un'anatra ma in un'altra fiaba e non dei fratelli Grimm bensì in PIERINO E IL LUPO di S. Prokofiev. Ad ogni modo sia i fratelli Grimm che Perrault hanno qualcosa in comune: sia i primi che il secondo nelle loro fiabe mettono un consiglio per i bambini che è quello di non dare retta agli sconosciuti
 
 
AngeloSenzaVeli
AngeloSenzaVeli il 20/09/21 alle 16:15 via WEB
In tutti i cappucetto rosso la morale e quella di stare attenti agli sconosciuti, solo che la prima versione era forse un pò troppo cruenta e cruda nel suo modo di raccontare. Tutti l'abbiamo letta da piccoli... anche se devo dire che questa in particolar modo non mi è mai piaciuta, non so perchè, infatti non volevo mai che me la raccontassero. :)
 
tempestadamore_1967
tempestadamore_1967 il 18/09/21 alle 21:50 via WEB
la mamma infatti dice a Cappuccetto Rosso più o meno queste parole: vai e porta alla nonna vino e focaccia e segui la pubblica via e non dare retta agli sconosciuti....
 
 
AngeloSenzaVeli
AngeloSenzaVeli il 20/09/21 alle 16:17 via WEB
Infatti abbiamo visto cosa succede a cappuccetto rosso che ha disubbidito alla mamma... sarà per questo che in chat evito il privato e rimango a chiacchierare sempre in pubblica ? :)))
 
   
tempestadamore_1967
tempestadamore_1967 il 20/09/21 alle 21:49 via WEB
allora non tenere conto del messaggio privato che ti ho scritto....ciao un saluto
 
     
AngeloSenzaVeli
AngeloSenzaVeli il 20/09/21 alle 23:13 via WEB
Ti ho risposto in messaggeria... :)
 
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