UNA DONNA PERDUTA

Orrore!

Da qualche tempo non faccio che sognare guerre, oppressioni, invasioni e Grandi Fratelli orwelliani. Significa che l’orrore ha travalicato la coscienza e si è insediato nel subconscio. Fa parte di me. E non manca giorno che tale orrore non si alimenti di fatti nuovi. Avevo un’amica belga che un brutto giorno si ammalò di cancro. Chiese ai medici di poter morire tramite eutanasia per risparmiarsi sofferenze inutili. Fu accontentata e morì serenamente dopo aver giudiziosamente disposto delle sue ultime volontà. Mi sembrò un atto di civiltà. Ora scopro che il parlamento belga ha approvato l’estensione del diritto all’eutanasia ai bambini disabili e ai dementi. Solo che i bambini e i dementi non sono in grado di decidere autonomamente, né hanno mai chiesto l’applicazione di tale legge su loro stessi. In Belgio, molti medici  praticano l’eutanasia anche se non viene richiesta dal malato e non sono tenuti a riferirne alla Commissione di controllo se non a morte già avvenuta, e comunque sia la Commissione di controllo non controlla niente, principalmente perché i suoi membri sono nominati dallo stesso governo che ha approvato tale legge e dunque sono tutti favorevoli a prescindere e poi perché uccidere una persona costa solo 250€ a fronte dei 30.000€ che lo Stato spende per curare un malato di Alzheimer e dunque si risparmia. Si può in buona sostanza parlare di omicidio bello e buono e legalizzato. Del resto, di infanticidio auspicabile ne discutono da anni grossi pensatori, filosofi e scienziati apprezzati e seguiti nel mondo intero. Con una tesi non priva di logica il prof. John Harris dell’Università di Manchester ha detto: “E’ possibile sopprimere un feto con gravi anomalie, ma non un neonato. Cosa pensa la gente che cambi lungo il passaggio nel canale vaginale da rendere lecito uccidere un essere da una parte del canale ma non dall’altra?”.  In Inghilterra il Liverpool Cure Pathway è il protocollo che indica ai medici come accompagnare alla morte i malati in fin di vita, anche quelli che non lo richiedono. E due ricercatori italiani che operano in Australia hanno dichiarato “Se pensiamo che l’aborto sia moralmente permesso perché i feti non hanno ancora le caratteristiche che danno diritto alla vita, allo stesso modo dovrebbe essere permesso anche l’aborto post partum”. Cioè: siccome anche il neonato come il feto non è ancora una “persona” l’uccisione di un neonato dovrebbe essere lecita in tutti quei casi in cui è lecito l’aborto, anche solo perché rappresenta un fastidio o un problema economico per la famiglia. E secondo il pediatra olandese Eduard Verhagen  l’infanticidio va esteso non solo ai bambini terminali ma anche a quelli disabili, come è stato appunto deciso in Belgio.  Non voglio fare l’elenco di tutti i filosofi e gli scienziati (compresi due premi Nobel, con tutto ciò che un premio Nobel rappresenta oggi) favorevoli alla soppressione di disabili, dementi, ritardati mentali, comatosi, in stato vegetativo, ecc., ma sono proprio tanti e, in fondo, mi trovano d’accordo. Sì, lo ammetto: ho sempre pensato che è inutile tenere in vita gente che rappresenta solo un peso per sé stessa, per la famiglia e per la società. Anzi io estenderei questa pratica a assassini, pedofili, traditori e a chiunque in un modo o nell’altro noccia alla società. Eppure, qualcosa in questa decisione del Belgio, che sarà seguita a breve dalla Francia e poi dall’Italia, mi ha fatto squillare il campanello d’allarme dell’orrore: non sarà che ci stiamo avvicinando troppo al dott. Mengele? Non sarà che vedremo di nuovo il fumo nero uscire dai camini del Castello di Hartheim? Non sarà che questa Europa ha evocato dall’inferno l’anima nera di Erode?