Creato da angeligian il 13/09/2007

UNA DONNA PERDUTA

chissà dove l'avro' messa.....

 

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Uno sguardo al passato recente (prima parte)

Post n°446 pubblicato il 01 Maggio 2012 da angeligian

«  … la pm Giuseppa Geremia viene fatta oggetto di minacce e intimidazioni, il Procuratore Coiro è costretto a lasciare la Procura di Roma con la minaccia di un’indagine disciplinare da parte del Ministero della giustizia, allora affidato all’amico di Prodi, G.M. Filk … Assoluzione con formula piena per Prodi e i cinque indagati, tra cui Mario Draghi … La sentenza viene depositata “in ritardo” il 9 febbraio 1998, anziché entro la scadenza del 23 gennaio, in modo che la Geremia, nel frattempo trasferita a Cagliari, non potrà impugnarla …”.

Tra la fine del 1991 e l’inizio del 1992, i vertici della polizia e dei servizi segreti e il giudice Falcone, gli uni all’insaputa degli altri, si recano ufficialmente dal ministro dell’interno Vincenzo Scotti per allarmarlo su notizie di un complotto internazionale tra la “lobby delle lobbies” internazionale, una parte della politica italiana, mafia e camorra nostrane e mafia russa/ex PCUS, il cui obiettivo è quello di svendere una fetta d’Italia allo straniero, e approfittare di alcuni enormi serbatoi di capitali, primo fra tutti quello destinato alla TAV. I servizi segreti lo hanno saputo da informatori e tramite operazioni d’intelligence e avvisano che i complottisti all’interno dei partiti elimineranno i “nemici interni” per via giudiziaria e prevedono anche possibili attentati per destabilizzare il paese.

Scotti nel marzo del 1992 in via ufficiale allerta tutte le prefetture su tale possibilità con una famosa circolare. Falcone avvisa Scotti che alla fine di maggio chiuderà le proprie indagini incontrando un collega moscovita e che sarà in grado di smascherare coloro che stavano disperatamente tentando di toglierselo di torno. Pochissimi giorni prima dell’incontro, casualmente, salta in aria. E quella sera stessa due camion stracarichi di documenti lasciano a fari spenti Botteghe Oscure. Passa una settimana e la lobby delle lobbies internazionali festeggia la scomparsa di Falcone e lo scampato pericolo sul panfilo reale Britannia ed inaugura la prevista “fase 2”, ovvero l’eliminazione delle correnti dei partiti di governo che non si sono inchinati al volere Bilderberg/Trilateral/Illuminati: dal panfilo parte una telefonata alla procura delle banane e, guarda caso, la mattina dopo Maurizio Losa ci avvisa che “anche il nome di Bettino Craxi compare ora nella lista degli indagati”.

Le correnti di maggioranza di DC e PSI che si erano opposti alla svendita dell’Italia vengono spazzate via dalle toghe milanesi mentre le rispettive correnti di sinistra, quelle del Trilateral Prodi e del Bilderberg Amato, ariguardacaso, ne escono perfettamente pulite. Anzi, Amato diventa presidente del Consiglio. Il giorno dopo le grandi banche della lobby delle lobbies abbassano il rating dei nostri titoli di Stato, il Bilderberg Ciampi come presidente di Bankitalia svende le nostre riserve monetarie “per correre dietro al nulla”, usciamo dallo SME con la lira che vale un 30% in meno di pochi giorni prima e con i falchi esteri che si comprano le nostre migliori aziende nazionali per quattro lire. A quel punto i complottisti indicono le elezioni sicuri di stravincerle, essendo rimasti in giro solo loro. Ma, contro ogni previsione, le vince colui che fino a pochi mesi prima era l’idolo dei comunisti e della CGIL per la sua lungimiranza imprenditoriale, perché “paga di più i suoi dipendenti” e perché non ne ha mai licenziato uno .... (segue)

Seconda parte - 3/05/2012

Una delle prime azioni di Satana come Presidente del Consiglio, è quella di affidare la Commissione antimafia alla toga più rossa di sempre, giudice plurieletto delle fila del PCI prima e del PDS poi, il quale riprende tutti i dossier di Falcone e scopre che da anni tutto è scritto. Nero su bianco si trovano le aziende che partecipano alle scatole cinesi per i maggiori appalti e relativa catena di subappalti e tutte fanno riferimento, alla fine della catena, a cooperative rosse o grandi gruppi sempre dell’area di sinistra.

E per la “madre di tutte le truffe” (la TAV) da anni si sa che l’80-90% dei finanziamenti statali si perde lungo una serie di catene di subappalti precostruiti ben noti e finisce a mafia, camorra e politica attraverso gli “accantonamenti” di tali società. La toga più rossa del mondo risale la piramide e scopre che il governicchio che doveva traghettare l’italietta alle elezioni aveva in extremis bypassato, pochi minuti prima che entrasse in vigore, una nuova normativa europea che prevedeva che una consistente fetta dei maggiori appalti fosse messa all’asta con partecipazione aperta ad imprese comunitarie.

Chi aveva scelto le società mafiose alle quali affidare i lavori? Breve indagine e si scopre che tali imprese dovevano essere scelte dal presidente dell’IRI che per queste doveva garantire nero su bianco. Quelle scelte mafiose le effettuò un certo Romano Prodi presidente dell’IRI, da non confondere col Romano Prodi di Nomisma, alla quale venne pagata dall’IRI, ossia da tutti noi, una consulenza multimiliardaria per individuare i soggetti migliori per gli appalti. E il fatto che vennero fuori dal cilindro imprese mafiose è ovviamente solo un caso …

La toga più rossa del mondo individua anche i canali di spartizione delle tangenti del ramo “Ferrovie dello Stato”. Anche qui risultava tutto da anni che il tangentaro della mafia era tal Pierfrancesco Pacini Battaglia ("mi ha sbiancato") che riciclava tutto nella sua banca svizzera Karfinco. E qui si scopre che il tangentaro della mafia era già stato arrestato due volte dalla procura di Roma, la prima per una maxitruffa su ingenti capitali destinati ai paesi del Terzo mondo nell’ambito di un “progetto di cooperazione”, la seconda proprio per il riciclaggio per le tangenti della TAV, ma in entrambi i casi era stato tirato fuori dalle romane galere da un pm milanese, tale Antonio Di Pietro ("mi ha sbiancato") e la sua posizione giuridica era stata ripulita dalla procura delle banane, in modo che potesse continuare a fare con tranquillità il proprio lavoro di tangentaro della mafia.

Quando la toga più rossa del mondo inizia a parlarne all’interno del proprio partito, puff … avvisi di garanzia napoletani, ribaltoni, congelamento della Commissione antimafia, minacce personali da parte di Violante e Bargone, braccio destro di D’Alema. La toga più rossa del mondo viene isolato e congelato dal proprio schieramento, gli viene ovviamente impedito di presentare la relazione della Commissione, troppo zeppa di nomi di sinistra e troppo vuota di berlusconiani e quando la procura delle banane si inventa la famosa confessione di corruzione del Bar Mandara e si può quindi andare alle elezioni, la toga più rossa del mondo è costretta ad abbandonare il proprio paese di origine per le minacce, tutte denunciate (ma ancora senza alcun seguito) di mafia, camorra e PDS. Trombato, la toga più rossa del mondo si presenta a sorpresa nello studio del nuovo Presidente del Consiglio, gli dà del mafioso con tanto di prove circostanziate e se non interviene prontamente Andreatta con i sali, di Romano il Prode ce ne liberiamo con 12 anni di anticipo causa infarto da troppo pianto.

A quel punto, alla toga più rossa del mondo non resta che fare un libro della propria Relazione alla Commissione antimafia, per il quale ovviamente nessuno di coloro che è stato accusato pubblicamente di mafia ha mai sporto querela in 12 anni.

(Il libro si intitola "Corruzione ad alta velocità" del giudice Ferdinando Imposimato)

 
 
 
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